Il futuro dell’Acr Messina è appeso a un filo, con la minaccia di una liquidazione giudiziale che incombe e che riporta alla mente lo scenario di quindici anni fa.

In un’atmosfera carica di incertezza, il Tribunale di Messina non ha ancora sciolto la camera di consiglio, rimandando una decisione che potrebbe segnare il destino del club.

La Procura, guidata dal procuratore Antonio D’Amato e dal sostituto Fabrizio Monaco, ha avanzato una richiesta di liquidazione giudiziale che, se accolta, avrebbe conseguenze dirette sui soci del club: il gruppo Aad Invest Group, che detiene l’80% delle quote, e l’ex presidente Pietro Sciotto, rimasto con il 20% dopo aver amministrato la squadra per oltre sette anni.

La procedura non è ancora conclusa poiché, in linea con il nuovo codice della crisi d’impresa, il fallimento è considerato l'ultima risorsa. Un segnale in tal senso era già arrivato lo scorso 8 agosto, quando il Tribunale concesse un'ulteriore proroga di due mesi al club per presentare un concordato preventivo o un piano di ristrutturazione del debito, la cui scadenza è fissata per il prossimo 10 ottobre.

Le questioni si sono complicate con l'integrazione di nuove contestazioni nel fascicolo. Queste non riguardano la recente gestione dell'Acr Messina, affidata alla Doadi Srls, ma farebbero riferimento a un'altra procedura concorsuale che coinvolge il nuovo direttore generale del club, Giuseppe Peditto, e risalirebbe al periodo compreso tra il 2020 e il 2022.

Contattato dalla redazione di Messina Sportiva, Peditto ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcun procedimento a suo carico, una versione confermata anche dal suo legale, Roberto Di Pietro, che non ha ricevuto alcuna notifica. Nonostante ciò, il dirigente si dice "sereno e fiducioso" in attesa della sentenza.

Tornando alla situazione del club, il collegio giudicante, presieduto da Ugo Scavuzzo e composto dal giudice relatore Daniele Carlo Madia e dalla collega Maria Carmela D’Angelo, sta valutando attentamente la richiesta di liquidazione. Se la decisione dovesse essere sfavorevole, l'unica alternativa per la continuità aziendale e sportiva sarebbe l'autorizzazione dell’esercizio provvisorio, con la conseguente nomina di un curatore fallimentare.

Questa situazione evoca immediatamente i ricordi della stagione 2008/09. In quell'anno, la famiglia Franza rinunciò alla Serie B, iscrivendo il Football Club Messina in Serie D. Successivamente, nel marzo 2009, un’asta fallimentare diede vita a un "nuovo" Acr Messina sotto la guida di Alfredo Di Lullo e Di Mascio, che, acquisendo il ramo sportivo del Fc, evitò di ereditare le pesanti passività e scongiurò la cancellazione dai ranghi federali.

Nelle prossime ore si saprà se la storia si ripeterà o se le istanze degli avvocati Gianpiero Picciolo e Giuseppe Cicciari verranno accolte, concedendo al club un altro mese di tempo per definire il piano di rientro dai debiti pregressi. Nel frattempo, la Doadi Srls e il dg Peditto, che hanno già messo sotto contratto 27 nuovi tesserati, continuano a gestire l'ambito sportivo in queste settimane concitate.

Sezione: Serie D / Data: Gio 11 settembre 2025 alle 08:38
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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