Il panorama della Serie C si trova in una fase di profonda trasformazione, con diverse società che rischiano di non presentare la domanda di iscrizione per la prossima stagione. Oltre alla Lucchese, che ha già comunicato la propria rinuncia, anche Triestina e Pro Vercelli vivono momenti di forte incertezza che potrebbero portarle a chiudere definitivamente i battenti e ripartire dall'Eccellenza.
La situazione critica del terzo livello del calcio italiano potrebbe aprire scenari inaspettati per altre formazioni. Le difficoltà di iscrizione di alcuni club storici aumentano infatti le possibilità di accesso al campionato 2025-26 per squadre come l'Inter Under 23, il Ravenna (considerato quasi certo), la Pro Patria e persino Milan Futuro e Reggina, che potrebbero beneficiare dei posti lasciati liberi.
Questo scenario caotico rappresenta l'ennesima conferma della necessità di riforme strutturali profonde per il campionato di Lega Pro. Il sistema attuale, basato su 60 squadre divise in tre gironi da 20, appare sempre più insostenibile e necessita di una riduzione drastica: si parla di un taglio a 40 o addirittura 36 club, con una riorganizzazione in due soli gironi anziché tre.
I tempi per questa rivoluzione sembrano finalmente maturi. Con Gabriele Gravina che può contare su una maggioranza bulgara del 90% in FIGC, già nei prossimi consigli federali verranno esaminate norme che vadano nella direzione di una razionalizzazione del sistema. Questa riforma potrebbe rappresentare una svolta epocale per il calcio dilettantistico e semiprofessionistico italiano.
Il drammatico epilogo della Lucchese
La vicenda della Lucchese rappresenta il caso più emblematico di questa crisi. Tramontata sul nascere l'ipotesi di acquisire il titolo del Ghiviborgo, che tra oggi e domani dovrebbe firmare con i vertici della nuova società Viareggio Marco Polo per l'iscrizione in Serie D, per la città toscana si profila uno scenario drammatico.
Il sindaco Mario Pardini, con la revoca dell'affiliazione e la morte della Lucchese 1905, dovrà ora costituire una società completamente nuova che rappresenti la città. Questa nuova realtà dovrà essere affidata a imprenditori disposti a investire nell'ambizioso progetto di ricostruzione dalle fondamenta.
I costi per ripartire non sono indifferenti: serviranno 100mila euro per l'iscrizione in sovrannumero e circa 20mila euro come tassa federale per accedere al massimo campionato regionale, quello di Eccellenza. La nuova compagine lucchese finirebbe inserita nel girone A, che comprende formazioni delle province di Lucca, Pisa, Massa, Livorno, Grosseto, Prato e dell'area metropolitana a nord di Firenze.
Il girone A di Eccellenza risulterebbe così composto: Massese, Real Forte Querceta, Castelnuovo Garfagnana, Cenaia, San Giuliano, Fratres Perignano, Sporting Cecina, Pro Sorgenti Livorno, Zenith Prato, Belvedere Calcio Roselle, Follonica Gavorrano, Sestese, Montespertoli, Certaldo, Fucecchio e Real Cerretese. A queste sedici squadre si aggiungerebbe in sovrannumero la nuova Lucchese.
La riduzione generale delle squadre da 167 a 162 rende inoltre difficile un eventuale ripescaggio in Serie D del Follonica Gavorrano, che aveva coltivato questa speranza.
La questione tecnica
Per il campionato di Eccellenza, parte della tifoseria lucchese guarderebbe con favore a uno dei tre allenatori storicamente legati al club. Giancarlo Favarin, 67 anni, ha già manifestato la propria disponibilità in caso di ripartenza dalla categoria regionale. Anche Eupremio Carruezzo, 55 anni, con sei stagioni e 80 gol con la maglia della Lucchese alle spalle, rappresenterebbe una scelta gradita: attualmente impegnato come allenatore in Serie D con Ponsacco e Arma Argentina, ha maturato esperienza anche nelle giovanili di Lucchese e Castelnuovo. Terzo nome in lista è quello di Massimo Morgia, 74 anni, tecnico che ha dedicato un'intera vita alle panchine.
La scelta del tecnico per la eventuale rinascita rappresenterebbe un segnale importante per ricostruire l'identità e il senso di appartenenza di una tifoseria che si trova a dover ricominciare tutto daccapo, dopo aver vissuto momenti di gloria nelle categorie superiori.
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