Dopo la breve esperienza sulla panchina del Legnago nella scorsa stagione, durata pochi mesi tra gennaio e aprile con 15 punti conquistati in 15 gare (il Legnago ne aveva fatti 14 punti in 24 gare), l'allenatore Massimo Bagatti è attualmente senza squadra.
Il tecnico modenese, che compirà 60 anni, vanta una lunga e significativa carriera sulle panchine italiane, avendo guidato formazioni importanti come Campobasso, Luparense, Carpi e Correggese.
Con un curriculum di tutto rispetto e la voglia di tornare in pista, la sua assenza dal campo in questo avvio di stagione suscita curiosità. Per fare il punto della situazione e raccogliere le sue impressioni sui campionati in corso, la redazione di Notiziariocalcio.com ha contattato mister Bagatti per un'intervista esclusiva. Il tecnico si è concesso a un'analisi approfondita, parlando della sua situazione attuale, delle sue ex squadre e di una possibile, attesa, riforma dei campionati dilettantistici.
Mister Bagatti, qual è il suo stato d'animo in questo periodo e come sta vivendo l'attesa per un nuovo ingaggio? «È un periodo in cui, un po' come tanti miei colleghi, sto semplicemente aspettando la chiamata giusta per tornare in pista. Certo, dispiace non aver ancora trovato una soluzione. Lo scorso anno ho concluso il mio percorso in Serie C e, onestamente, mi attendevo una chiamata più repentina per ricominciare un nuovo progetto.»
Concentriamoci sul Girone C di Serie D, dove ha allenato la Luparense. Come giudica il cammino della sua ex squadra e quali formazioni vede in corsa per la vittoria finale? «La Luparense ha allestito una rosa importante e di qualità. È vero, non è partita secondo le aspettative iniziali, ma confido che riescano a svoltare nel corso della stagione. Per quanto riguarda la lotta al vertice, vedo Treviso e Cjarlins Muzane molto attrezzate. A queste aggiungerei il Legnago, che ha saputo costruire una squadra con giovani forti e gente di grande esperienza come Aliù. In questo momento la lotta è a tre, perché Luparense e Clodiense sono ancora un po' staccate dal gruppetto di testa.»
Ha lasciato il segno anche su panchine di Serie C e D che oggi militano in categorie diverse. Quali sono le sue impressioni sul Campobasso e sul Carpi? A suo avviso, chi può ambire alla promozione nel Girone B? «Il Carpi è una squadra giovane, che gioca con grande entusiasmo. È ben organizzata tatticamente e atleticamente forte. Tutti questi sono requisiti fondamentali per fare bene in Lega Pro, un campionato dove contano l'intensità e lo spirito di sacrificio, più che i nomi altisonanti. Riguardo al Campobasso, lo vedo un po' altalenante, ma ha una rosa di valore. Spero e prevedo che possa disputare un ottimo campionato. Per la lotta al vertice, vedo l'Ascoli e l'Arezzo davanti a tutte, con il Ravenna un gradino più in basso rispetto alle prime due.»
Un tema caldo è la probabile riforma della Serie D, che prevede la riduzione dei gironi da nove a otto e, in prospettiva, una promozione in più dai playoff. Cosa ne pensa di questa possibile evoluzione? «Secondo me è una bellissima notizia, sono molto favorevole a questa riforma. Tra l'altro, io i playoff per la promozione in C li ho anche vinti, quando ero alla guida della Correggese contro l'Akragas a Fondi. Non ci fu concesso di salire per problemi legati alla conformità dello stadio, mentre in Serie C andò l'Arezzo che in realtà aveva terminato la sua avventura ai quarti di finale. A volte, si vince tutte le gare dei playoff, si arriva a giocare fino a giugno, e poi non si riesce comunque a ottenere la promozione... Spero vivamente che questa riforma venga attuata il prima possibile per dare maggiore giustizia e concretezza al percorso di chi arriva fino in fondo.»
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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