La tensione tra la dirigenza del Foggia e la propria tifoseria raggiunge un nuovo picco di scontro. Curva Nord e Curva Sud hanno annunciato congiuntamente una forma di protesta che prevede il boicottaggio totale delle partite casalinghe e l'organizzazione di una manifestazione pubblica davanti alla Prefettura di Foggia, programmata per venerdì alle ore 19:30.
La decisione rappresenta l'ennesimo capitolo di una frattura ormai consolidata tra i sostenitori rossoneri e la gestione del presidente Nicola Canonico, accusato dai tifosi di politiche commerciali che penalizzano le fasce più popolari del tifo.
Le accuse della tifoseria organizzata
Il malcontento dei supporters foggiani si è cristallizzato in un comunicato ufficiale, diffuso attraverso l'emittente televisiva Antenna Sud, nel quale emergono accuse pesanti nei confronti della proprietà societaria.
I tifosi denunciano quello che definiscono "Il teatro dei burattini! Gli ultimi eventi dimostrano ancora una volta come il nostro presidente, gran maestro di teatro, con il suo fare da mangiafuoco cinico e scaltro riesca sempre a cadere in piedi e ottenere tutto ciò che pianifica. O meglio non tutto!"
Al centro delle critiche si colloca la recente introduzione di particolari formule di abbonamento, giudicate dai sostenitori come una mossa puramente strumentale. "L'ultima trovata è 'concedere' insignificanti mini-abbonamenti che da un lato ci fanno venire il ghigno, dall'altro ci fanno indignare perché offende la nostra intelligenza", si legge nel documento.
La questione economica e l'accessibilità dello stadio
I rappresentanti delle curve contestano aspramente la strategia commerciale adottata dalla società, evidenziando come questa sia stata implementata in coincidenza con due incontri casalinghi dal calendario particolare: "Questa astuta manovra a ridosso di 2 partite casalinghe una di venerdì sera e l'altra di mercoledì pomeriggio, per avvantaggiarsi seppur limitatamente della cit 'finanza anticipata', dimostra ancora una volta che prova piacere a giocare con la passione di un intero popolo, quello rossonero!"
La protesta si fonda su principi di carattere sociale e di accessibilità popolare allo spettacolo calcistico. I tifosi rivendicano una concezione dello sport come fenomeno inclusivo: "Il calcio è uno sport popolare, per le famiglie e tale deve rimanere, di libero accesso per tutti e non solo per le fasce più abbienti!"
Nel comunicato si sottolinea come la politica dei prezzi non abbia subito modifiche sostanziali: "È evidente che nulla è cambiato, che il prezzo della singola gara resta immutato così come quello per la tifoseria ospite".
La strategia di protesta e l'appello alla città
La mobilitazione organizzata dalle curve non si limita all'ambito strettamente calcistico ma assume connotazioni più ampie, rivolgendosi all'intera comunità cittadina. I tifosi hanno deciso di estendere il boicottaggio oltre i settori tradizionalmente occupati dalla tifoseria organizzata: "Pertanto come già ribadito nella prima gara casalinga, diserteremo lo stadio lasciando le curve vuote e invitiamo la città tutta ad unirsi alla nostra forma di contestazione lasciando vuoti anche gli altri settori!"
L'iniziativa viene presentata come una battaglia collettiva che trascende le divisioni interne al tifo: "Questa è una battaglia di tutti e per tutti pertanto bisogna essere uniti!"
Il conflitto con la gestione societaria
Il comunicato rivela una frattura profonda nei rapporti tra tifoseria e dirigenza, maturata nell'arco di un quinquennio di gestione Canonico. I sostenitori contestano la comprensione che il presidente avrebbe dimostrato nei loro confronti: "Se crede che la passione per la nostra maglia sia più forte del nostro ideale vuol dire che in questi 5 anni ha capito davvero ben poco di noi!"
Le curve respingono inoltre l'idea di dover sopperire a presunte carenze gestionali della società: "Non deve essere certamente il tifoso comune a rimpinguare le casse della società per la debacle della campagna di sponsorizzazione o di altre assurdità che abbiamo udito dalla sua bocca".
La dimensione emotiva della protesta
Nonostante la durezza della posizione assunta, i tifosi esprimono rammarico per le conseguenze che la loro scelta comporterà sul piano del sostegno alla squadra: "Ci spiace non poter sostenere la nostra maglia e incitare i ragazzi che con orgoglio la stanno indossando, ma il nostro ideale prevale imponendosi, come sempre, a sostegno di chi è più in difficoltà".
La protesta viene inquadrata in una prospettiva etica più ampia, contrapposta a quella che viene definita una gestione orientata esclusivamente al profitto: "non guardando dall'altra parte come sta facendo lei per meri calcoli economici, caro presidente!"
L'appuntamento di venerdì
La manifestazione davanti alla Prefettura rappresenta il momento culminante della mobilitazione, concepito come un'occasione per dimostrare la coesione del movimento di protesta: "Dimostriamo la solidità del nostro popolo, pertanto venerdì alle 19.30 l'appuntamento è davanti il palazzo della prefettura per far sentire la nostra voce e dimostrare il nostro dissenso verso l'ennesima scelta scellerata della gestione canonico!"
L'iniziativa viene presentata come un atto di difesa di valori fondamentali: "A difesa dei nostri ideali per amore del nostro popolo e della nostra città! Curva Sud e Curva Nord".
La vicenda evidenzia come le dinamiche del calcio locale si intreccino sempre più frequentemente con questioni di carattere sociale ed economico, rendendo gli stadi luoghi di confronto non solo sportivo ma anche civile e politico.
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