Prima di tutto i colori. Rossoenero, come il Milan. Il 12 maggio 1920 nasce lo Sporting Club Foggia. Presidente il colonnello Carlo Gigliotti. Tra i dirigenti i fratelli Tiberini, milanesi e milanisti. Le maglie vengono scelte da un inglese, Helbert Kilpin. In campo subito in rossonero. Cent’anni del Foggia. Per differenziarsi dai «Diavoli» del Milan i giocatori del Foggia diventano i «Satanelli».
«Così li chiamò il giornalista Mario Taronna», ricordava Gustavo Cammeo, che per 40 anni ha raccontato il Foggia sulla Gazzetta dello Sport. I rossoneri fanno innamorare subito la città. Il campo «Pila e Croce» diventa insufficiente. Viene acquistato a rate il terreno di quello che nel dopoguerra viene intitolato all’ufficiale foggiano Pino Zaccheria, giocatore di basket, morto sul fronte grecoalbanese. Il mago del Sud Nel 1958 lo Zaccheria accoglie le riprese del film «Gambe d’oro».
Totò presidente di una squadra di provincia che inanella promozioni in serie. Una favola comequelladei rossoneri di Oronzo Pugliese. Nel 1962 il salto inBe due anni dopo la primastorica promozione inAcon Mimì Rosa Rosa presidente. Il 31 gennaio 1965 lo Zaccheria entra nella leggenda. I rossoneri vincono per 3-2 sull’Inter detentore della Coppa dei Campioni e della Intercontinentale. Lazzotti e Nocera con un doppietta esaltano i 27 mila sugli spalti.
«Fra un anno, fra due, fra tre a Foggia si parlerà ancora di di questa vittoria e lo sguardo di molti si illuminerà ancora di soddisfazione quando ricordando e raccontando gli episodi potranno dire: “Io c’ero”», così scrisse Gino Palumbo sul Corriere della Sera. Col successo contro Helenio Herrera, Pugliese diventa il mago del Sud. Un grande personaggio. Vestito di bianco passeggiava sul viale della stazione per sentirsi riverito. Nel 1965 saluta per andare alla Roma. Nel 1977 torna allo Zaccheria per una partita, organizzata da Antonio Troisi, delle vecchie glorie del suo Foggia contro quello di Puricelli che si è appena salvato in A. Fa il giro di campo e piange di felicità. Entra nel cuore dei foggiani anche Tommaso Maestrelli, l’allenatore- gentiluomo, con lui sul campo dello Zaccheria anche i gemelli Massimo e Maurizio.
«Per noi era un papà», ricorda capitan Pirazzini, primatista in rossonero con 424 presenze e 4 promozioni (tre in A e una in B, tutte col presidente Fesce). Modulo 4-3-3 e bel calcio con Bigon, Saltutti e Re Cecconi. La promozione del 1970 stringe un patto d’amore tra Maestrelli e Foggia, immalinconito solo dalla retrocessione dell’annodopo. Nel 1973 il Foggia si riaffaccia in A con Lauro Toneatto. Il 6 gennaio 1974 i rossoneri con l’1-0 contro il Napoli di Vinicio balzano al terzo posto. Segna Peppino Pavone.
«La mia partita indimenticabile con la maglia Foggia», spiega l’ex attaccante, poi d.s. di Zemanlandia. Una crisi di risultati con lo scandalo dei Rolex timbra la retrocessione che passa però dal k.o. del 12 maggio all’Olimpico, contro la Lazio di Maestrelli che festeggia lo scudetto. Nel 1976 di nuovo in A. In panchina Balestri. La svolta nell’1-0 con il Pescara. Gol di Pirazzini all’88’. «Il mio giorno più bello col Foggia», ricorda l’ex difensore: nella storia, la sua esultanza sotto un diluvio e lo Zaccheria in estasi. Con Casillo TraAe B, poi la Serie C. Nel 1986 ecco Zdenek Zeman sulla panchina del Foggia appena acquistato dai Casillo. Il boemo viene indicato dal neo d.s. Peppino Pavone. «Mi fece il suo nome Ottavio Bugatti, vice di Viciani, quando giocavo alla Cavese. E cominciai a seguirlo». Tra tanti problemi una squadra di ragazzini con qualche esperto, tipo Delio Rossi.
«Venivo dal Licata. Allo Zaccheria anche in C erano in 15 mila. Il mio calcio è per far divertire la gente. Così scelsi Foggia e Foggia scelse me», ricorda Zeman, che oggi compie 73 anni, stesso giorno di compleanno del Foggia. Il feeling con Casillo si incrina per la trattativa col Parma: Zeman viene esonerato. Nel 1989, dopo il ritorno in B con Caramanno, Casillo lo richiama a Foggia. E nasce Zemanlandia. Un’etichetta coniata da Valerio Piccioni su La Gazzetta dello Sport.
«Mi è subito piaciuto quella parola perché c’è il mio nome. Anche se la maggior parte l’hanno fatta la società e i giocatori», precisa Zeman. Rambaudi, Baiano e Signori compongono il tridente del gol. Promozione in A e nono posto, eguagliato il record del Foggia diPugliese.Nel 1992partono i big. Squadra rifatta con ragazzi pescati nelle serie minori da Pavone. «Peppino è il d.s. con cui mi sono trovato meglio », assicura Zeman. Dall’AjaxarrivaRoy: il primogiocatore in Italia con Mino Raiola, che a Foggia trova moglie. In due settimane di ritiro il Foggia di Seno, Di Biagio, Bresciani e Kolyvanov è già una squadra. A Campo Tures si affaccia a vedere i metodi di Zeman anche Ralf Rangnick, adesso candidato al Milan. «L’ho saputo solo ora», ghigna Zeman.
Il 13 dicembre 1992 il nuovo Foggia batte per 2-1 la Juventus di Trapattoni. Al primo gol di Bresciani (di Mandelli il raddoppio) lo Zaccheria si sente trascinato in porta. «La vittoria più bella», in coro Zeman e Pavone. Tanta gratitudine verso i Casillo. «Devo a loro la mia carriera da d.s.», spiega Pavone. «A Foggia i miei anni più belli nel calcio. Un amico per sempre? Franco Altamura », dice Zeman che nel 1994 va alla Lazio , poi torna nel 2010, ma il remake non funziona. Le retrocessioni, il peso della C, il ritorno in B nel 2017 (Stroppa in panchina). Un anno fa, la caduta in D. «Speriamo che il Foggia possa presto tornare dovemerita », dicono i grandi ex. «Al gol l’urlo dello stadio si sente per la città», si emoziona Pavone. Pirazzini raduna ogni anno gli ex rossoneri: «Per tutti i foggiani sono ancora il capitano».Ei colori sono speciali. «È un rossonero diverso...», nota Zeman. Buon compleanno caro Foggia, altri 100 anni da vivere con il cuore.
Autore: Ermanno Marino
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