Il Cesena incassa la seconda sconfitta consecutiva e vede complicarsi il finale di stagione, perdendo l'opportunità di guadagnare terreno nella corsa playoff nonostante le contemporanee battute d'arresto di Bari, Modena e Palermo. Una prestazione opaca contro un Mantova apparso più determinato e concreto, ma che secondo Michele Mignani non rappresenta la "disfatta" che il risultato potrebbe suggerire.
Un primo tempo equilibrato, poi l'espulsione decisiva
Nell'analisi post-partita, il tecnico del Cavalluccio ha offerto la sua lettura dell'incontro: «Il primo tempo è stato sotto certi aspetti equilibrato: è vero che il Mantova ha calciato diverse volte verso la nostra porta, ma anche noi un paio di volte potevamo essere più pericolosi. Abbiamo preso un gol evitabile che nasce da rimessa laterale ed è da inizio dell'anno che prendiamo gol simili, quindi questo è un difetto cronico che non riusciamo a toglierci».
Il punto di svolta della gara, secondo l'allenatore bianconero, è stato l'episodio che ha portato alla superiorità numerica dei padroni di casa: «C'era tutto il secondo tempo e, vuoi o non vuoi, non ce la siamo potuta giocare a causa dell'espulsione con questa temperatura e contro una squadra molto brava a palleggiare».
Un altro momento chiave è stato l'annullamento del gol che avrebbe potuto riaprire la partita: «Poi il gol annullato a quindici minuti dalla fine ci ha tagliato le gambe… eravamo riusciti a riaprirla e il gol è stato tolto per questione di millimetri. Se vediamo il risultato può sembrare una disfatta ma, sebbene la squadra non abbia fatto la sua miglior partita, non lo è stata».
La situazione La Gumina
Non arrivano buone notizie sul fronte degli infortuni. La Gumina, dopo essersi visto annullare il gol per un fuorigioco millimetrico, ha concluso la partita con evidenti problemi fisici: «Antonino ha avuto una contusione molto forte e lo valuteremo nei prossimi giorni. Sotto quest'aspetto non siamo stati molto fortunati, però non ci possiamo fare niente senonché sperare che non sia niente di grave», ha spiegato Mignani, visibilmente preoccupato per le condizioni del suo attaccante.
La questione motivazioni infiamma il tecnico
Sono ormai due mesi che i bianconeri non assaporano la vittoria, e cresce la sensazione che la squadra abbia allentato la presa una volta percepita la salvezza come acquisita. Un'interpretazione che fa infuriare Mignani, il quale respinge con fermezza l'ipotesi di un calo di motivazioni.
«Se si esclude la partita con il Sassuolo, nella quale avevamo di fronte una corazzata che ha stravinto il campionato, poi la squadra ha sempre giocato: è vero che stiamo facendo degli errori e non stiamo ottenendo i risultati, però oggi la squadra ha dato tutto quello che aveva. Se ci fossimo potuti giocare il secondo tempo undici contro undici magari staremo parlando di una partita diversa».
È su questo punto che il tono dell'allenatore si è fatto più deciso: «Voi continuate a battere sulla questione delle motivazioni… vedo i miei ragazzi giocare tra di loro nelle partitelle in allenamento e non vedo perché non debbano averle in una partita così importante come quella di oggi. Abbiamo le luci e i riflettori addosso ogni settimana e chi non ha motivazioni è un pazzo, un folle. Non mi chiedete più delle motivazioni perché non vanno di pari passo con i risultati».
Il chiarimento su Bastoni
Al termine dell'incontro, alcuni osservatori hanno notato un intervento di Mignani nei confronti di Bastoni, che sembrava dirigersi direttamente agli spogliatoi senza salutare i tifosi cesenati presenti allo stadio Martelli. L'allenatore ha prontamente smentito qualsiasi ipotesi di contrasto con il giocatore.
«A Bastoni ho semplicemente detto che è giusto andare a salutare i tifosi a fine partita perché in tanti hanno fatto tanta strada per venire ad incoraggiarci. Quando un mio calciatore esce dal campo deve farlo a testa alta», ha chiarito, sottolineando l'importanza del rispetto verso i sostenitori che seguono la squadra anche in trasferta.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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