“Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita” recitava William Shakespeare, che di Verona si innamorò a tal punto da ambientarvi la più importante e famosa tragedia della sua produzione.
È iniziato tutto in un caldo pomeriggio di metà giugno al centro sportivo Bottagisio, dove l’ex presidente del Chievo, Luca Campedelli, accompagnato dall’avvocato De Bosio, era tornato sull’esclusione avvenuta dodici mesi prima della storica società veronese da lui guidata trionfalmente dai dilettanti sino alla massima serie, ed aveva tuonato: «Il Chievo deve tornare a giocare! Senza per me non c’è ragione di esistere».
E sin da subito tra gli addetti ai lavori è iniziata la caccia per individuare la società che avrebbe fornito il titolo sportivo a Campedelli per tornare a vedere i propri colori del cuore in campo. Dopo una breve “inchiesta” l’arcano è stato svelato: sarà la A.S.D. Sona Calcio presieduta da Paolo Pradella a “sacrificare” il proprio nome. Dopo un lungo travaglio burocratico, verrà ufficializzata in data 22 luglio la nascita della società Chievo-Sona.
«A parlare sono i fatti concreti. Il primo: il ritorno del nome Chievo in un campionato di calcio, il secondo: il quartiere generale sarà il “Bottagiso Sport Center” e qui si svolgerà il ritiro della nuova squadra a partire da lunedì 25 luglio. Sempre al Bottagisio giocherà l’Under 19» riporterà il quotidiano veneto l’Arena.
Da oltre un mese erano partiti i contatti con giocatori e procuratori, alla ricerca del profilo top per far ritornare il “Cèo” (come viene chiamato in veronese, ndr) subito in alto. Come un fulmine a ciel sereno arrivò però , immediato, il comunicato dei curatori fallimentari, che intimarono la società del Presidente Pradella a non usare il marchio storico del vecchio Chievo di Campedelli:
"Viste le notizie che periodicamente vengono pubblicate da alcuni organi di stampa e di informazione;
i sottoscritti Curatori del Fallimento della A.C. Chievo Verona S.r.l., dichiarato con sentenza del Tribunale di Verona n. 82/2022 RF del 24 giugno 2022, per fare chiarezza, ritengono doveroso premettere anzitutto che:
1. il Tribunale, con la sentenza dichiarativa di fallimento, ha disposto l’esercizio provvisorio dell’impresa della fallita e quindi la continuazione dell’attività sportiva del Chievo Verona direttamente da parte dalla procedura;
2. Il provvedimento cautelare sospensivo assunto nel procedimento avanti il Consiglio di Stato menzionato anche nei citati articoli di stampa ha bloccato lo svincolo dei calciatori tesserati per il Chievo Verona, garantendo anche la conservazione di un parco giocatori;
3. La procedura concorsuale ha il preciso scopo di liquidare al meglio gli assets societari al fine di assicurare il miglior soddisfacimento dei creditori, ponendo in essere qualsivoglia azione ritenuta necessaria o utile allo scopo; è quindi preciso obbligo dei Curatori salvaguardare gli assets sportivi e la valorizzazione di un marchio che ha sempre contraddistinto la celebre e rinomata squadra ai fini della vendita dell’azienda sportiva al miglior offerente tramite le procedure competitive previste dalla legge.
4. Ogni attività riguardante la gestione e la liquidazione degli assets patrimoniali, sportivi e non, del Chievo Verona e delle sue controllate è rimessa in via esclusiva agli organi della procedura ed ai Curatori, che hanno assunto l’amministrazione ex lege dei beni della fallita nell’ambito della procedura concorsuale, con la conseguenza che non è neppure solo ipotizzabile l’utilizzo di assets della società Chievo Verona, ivi compresi il marchio, la matricola, l’avviamento ecc., e delle sue controllate, senza l’autorizzazione del Tribunale; tutto ciò premesso, anche a smentita di quanto riportato dagli organi di informazione e della stessa ASD Sona Calcio, i sottoscritti Curatori fanno presente che:
5. Non esiste alcun “sodalizio”, alcuna “fusione”, alcun rapporto, relazione od anche semplice trattativa tra la A.C. Chievo Verona S.r.l. in Fallimento e la ASD Sona Calcio, che legittimi quest’ultima all’utilizzo del marchio “Chievo” e ad accreditarsi come successore a qualsiasi titolo del Chievo Verona;
6. Gli organi della procedura si riservano di agire in tutte le sedi competenti per il perseguimento di eventuali condotte illecite, in quanto violative di marchio, di concorrenza sleale sotto vari profili e distrattive e per la tutela di tutti i diritti della fallita e della massa dei creditori.
I Curatori
Dott. Renzo Panozzo
Avv. Luca Toninelli".
Da lì quasi venti giorni di silenzio da parte della società che termineranno lo scorso 8 agosto 2022, quando con un comunicato il presidente Pradella espone, e motiva, la volontà di tornare a chiamarsi di nuovo Sona: «In seguito al richiamo degli avvocati del tribunale di Verona curatori del fallimento della Ac Chievo Verona faremo richiesta alla Covisod che ci aveva autorizzato all’utilizzo del nome Chievo-Sona di ritornare all’origine e di chiamarci nuovamente solo Sona. Un iter che penso però abbia bisogno di tempi tecnici».
Finisce così il "sogno di una notte di mezza estate", dove attorno alla neonata società si era ricreata un’enorme curiosità, e dopo che per quasi due mesi il direttore sportivo Gabriel Maule ha sventolato, ahilui, con giocatori e procuratori una bandiera che non era sua. Si riparte dalla A.S.D. Sona Calcio, solida realtà veronese che in questi anni è riuscita a farsi conoscere e rispettare anche in serie D, dove ha ben figurato anche nell’ultimo campionato culminato con la salvezza.
Autore: Marco Pompeo / Twitter: @Marco_Pompeo
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