La panchina del Giugliano si conferma una delle più instabili del panorama calcistico italiano. A pochi mesi dall'inizio della stagione, il club campano si trova già a valutare il terzo avvicendamento tecnico, una situazione che mette in luce non solo le difficoltà sportive della squadra, ma anche una gestione societaria che appare sempre più incerta e contraddittoria.
L'estate aveva già portato con sé il primo scossone. La separazione da Valerio Bertotto, tecnico che aveva guidato i gialloblu per due stagioni consecutive raggiungendo in entrambe le occasioni i play off, è maturata per divergenze di natura economica sul rinnovo contrattuale. Una rottura che ha privato il Giugliano di un punto di riferimento consolidato, tanto che Bertotto ha successivamente trovato sistemazione sulla panchina del Picerno.
Per sostituirlo, la dirigenza ha puntato su Gianluca Colavitto, con l'ambizione di replicare i risultati positivi del biennio precedente. Tuttavia, l'avventura del nuovo tecnico si è rivelata brevissima e fallimentare: dopo sole due giornate di campionato, con un magro bottino di un punto conquistato, club e allenatore hanno trovato l'accordo per la risoluzione consensuale del contratto ai primi di settembre.
Il secondo tentativo ha visto l'approdo in panchina di Mirko Cudini, chiamato a raddrizzare una situazione già compromessa. L'inizio sembrava promettente, con una vittoria e un pareggio nelle prime due uscite che avevano restituito un minimo di serenità all'ambiente. Ma le illusioni sono durate poco: nelle successive cinque partite è arrivato un solo punto, precipitando la squadra al terzultimo posto della classifica. Un rendimento disastroso che ha fatto suonare nuovamente i campanelli d'allarme in società.
Ora, a meno di dieci giornate dall'inizio del campionato, il Giugliano si trova di fronte a un bivio decisivo. L'esonero di Cudini appare sempre più probabile, nonostante la società abbia deciso di rimandare ogni decisione definitiva fino alla sfida contro il Latina. Una scelta che sa di ultimatum per il tecnico marchigiano, chiamato a una prova d'appello per salvare la propria panchina.
I nomi per l'eventuale sostituzione circolano già da giorni. La dirigenza starebbe valutando profili diversi per esperienza e curriculum. Eziolino Capuano rappresenterebbe la carta dell'esperienza: il tecnico campano, però, dovrebbe prima risolvere la propria posizione con il Trapani. Roberto Taurino incarnerebbe invece la scelta dell'affidabilità, un profilo sicuro per tentare di risollevare le sorti della stagione. Infine, Paolo Cannavaro costituirebbe la scommessa: reduce dall'esperienza alla Pro Vercelli, l'ex difensore azzurro porta con sé un cognome importante ma ancora poca esperienza da allenatore.
Qualsiasi sarà la scelta, se si arriverà davvero all'esonero, il Giugliano si troverebbe ad affrontare il secondo cambio in panchina in appena dieci giornate. Un record negativo che difficilmente troverebbe paragoni nel panorama calcistico nazionale e che aprirebbe inevitabilmente un dibattito sulla gestione complessiva del club.
Le perplessità non riguardano solo l'instabilità tecnica, ma anche la coerenza del progetto sportivo. L'addio a Colavitto, con cui erano state concordate idee e strategie per la stagione, ha già rappresentato una prima battuta d'arresto rispetto ai programmi estivi. Un terzo cambio significherebbe azzerare completamente il lavoro svolto nei mesi precedenti, con il rischio concreto di perdere ulteriore tempo prezioso in una classifica che già ora appare preoccupante.
Non meno rilevante appare la contraddizione con quanto dichiarato pubblicamente dalla società. Solo un mese fa, il direttore sportivo Antonazzo parlava di "totale sintonia" fra Cudini e il club, parole che oggi suonano come una smentita anticipata rispetto a quanto sta per accadere. Una dissonanza tra comunicazione ufficiale e realtà dei fatti che alimenta la percezione di una dirigenza in difficoltà, incapace di mantenere una linea coerente nelle proprie scelte.
La situazione del Giugliano solleva interrogativi profondi sulla pianificazione sportiva del club. Come si è potuto passare dalla stabilità del biennio Bertotto, caratterizzato da due qualificazioni consecutive ai play off, a questo avvio di stagione caotico e contraddittorio? Le responsabilità vanno ricercate non solo nei risultati sul campo, ma anche nelle decisioni prese ai piani alti della società.
La mancata intesa economica con Bertotto, seppur legittima dal punto di vista contrattuale, ha privato il Giugliano di certezze tecniche e tattiche consolidate. La scelta di Colavitto, rivelatasi errata nel giro di due partite, pone domande sulla qualità della fase di selezione del nuovo allenatore. E ora, l'eventuale esonero di Cudini certificherebbe un terzo errore consecutivo nella gestione della panchina.
Il calcio è fatto anche di scelte difficili e talvolta di cambiamenti necessari. Ma quando questi si susseguono con una frequenza così elevata, il problema non può essere ricondotto solo alla sfortuna o alle prestazioni degli allenatori. Emerge piuttosto un quadro di incertezza programmatica, di obiettivi non chiari, di una visione a breve termine che impedisce la costruzione di un percorso solido e duraturo.
Il confronto con il Latina rappresenterà quindi molto più di una semplice partita di campionato. Sarà il momento della verità per Cudini, chiamato a dimostrare che il progetto avviato con il suo arrivo può ancora funzionare. Ma sarà anche un banco di prova per la società, che dovrà decidere se proseguire sulla strada intrapresa o se voltare nuovamente pagina, con tutti i rischi e le contraddizioni che questa scelta comporterebbe.
Il rischio più grande, al di là del risultato immediato, è quello di alimentare un clima di precarietà permanente. I giocatori hanno bisogno di punti di riferimento stabili, di un progetto tecnico chiaro da seguire, di certezze su cui costruire il proprio rendimento. Cambiare continuamente guida tecnica significa azzerare ogni volta principi tattici, metodologie di lavoro, gerarchie interne. Significa chiedere alla squadra di ripartire da zero ogni poche settimane, con evidenti ripercussioni sulla continuità delle prestazioni.
Il Giugliano si trova quindi a un bivio cruciale della propria stagione. La partita contro il Latina dirà molto sul futuro immediato di Cudini, ma soprattutto dovrà rappresentare un momento di riflessione profonda per la dirigenza. Perché il vero problema, al di là del nome dell'allenatore, sembra risiedere nell'assenza di una visione strategica solida e condivisa. E nessun cambio in panchina, per quanto qualificato possa essere il nuovo tecnico, potrà risolvere una questione che ha radici ben più profonde nella gestione complessiva del club.
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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