Non è certamente un momento sereno quello che vive la Nocerina. Dopo sette giornate di campionato, la squadra Molossa è decima, agganciata dal Budoni proprio domenica, distante sei punti dalla vetta ma con ben otto squadre davanti. Inoltre, ha già cambiato allenatore con l'allontanamento di Salvatore Campilongo e l'arrivo dell'esperto Franco Fabiano. Per parlare dei rossoneri abbiamo interpellato il collega Felice Vicidomini, giornalista di NocerinaLive.it.
Domenica è arrivata una nuova sconfitta per la Nocerina (contro il Budoni) dopo le tre vittorie di fila che sembravano aver rimesso le cose a posto. Cosa sta succedendo, a parer suo, ai Molossi?
«È una sconfitta che arriva durante un momento particolare per quanto riguarda la disponibilità dei calciatori perché l'infermeria è piena. Oltre questo, penso sia un risultato scaturito per qualche débâcle del singolo avvenuta domenica. C'è ad esempio quella disattenzione di Troest che ha condannato la squadra al due a due e poi arriva il tre a due su un calcio di rigore un po' generoso quando però, di fatto, la squadra si era spenta a causa del doppio vantaggio dilapidato».
Ad un attacco obiettivamente, lo dicono i numeri, asfittico è stato aggiunto un calciatore importante come Simeri. Pensa possa bastare oppure la società interverrà sul mercato ancora?
«La squadra è stata impostata con ottimi ricambi per ogni ruolo, purtroppo ad oggi, come già detto, incide tanto la questione infortuni. Lo stesso Simeri è attualmente indisponibile e non ha ancora debuttato. Al momento intervenire sul mercato significherebbe piegarsi alle attuali regole imposte dalla Lega. Se oggi prendi un calciatore svincolato dalla serie D, potrebbe giocare tra un mese e quindi praticamente quando si riaprirà il mercato dilettanti. Avrebbe poco senso. Oppure bisognerebbe puntare uno svincolato dalla serie C, ma non è semplice convincere un calciatore a svincolarsi per venire a fare la serie D da novembre. Sfiderei chiunque a trovarlo. Le intenzioni della società, rimarcate di volta in volta, sono quelle di fare bene, di vincere. Di mezzo, però, tra quelle che sono le intenzioni e quello che poi è il risultato finale c'è il campo. Ed in questo momento il campo dice che la Nocerina è molto, molto, sfortunata».
Nelle famose "griglie" agostane, la Nocerina è stata data da tanti addetti ai lavori come tra le favorite alla vittoria finale. Potrebbe esserci stata una sopravvalutazione della rosa finale?
«Dico di no. Per il semplice fatto che sono dell'idea che la sfortuna stia condizionando anche qualsiasi tipo di valutazione. Ad oggi io non mi sento né di giudicare i rossoneri, e neppure di dare loro un voto. La Nocerina non ha ancora espresso quelle che sono le sue qualità proprio perché sino ad ora la squadra preparata in estata nel suo intero non è mai stata a disposizione. Peccherei di presunzione a dare ora un giudizio, francamente».
Questa situazione emergenziale è stata tra i fattori che sono costati la panchina a Campilongo?
«Penso che l'allenatore abbia pagato più per qualche scelta tattica che non per la vicenda infortunati. Probabilmente la società ha pensato di rimescolare le carte e quindi di cambiare la guida tecnica volendo dare un'altra impostazione, un altro metodo alla Nocerina».
La prossima partita è contro il fanalino di coda Montespaccato, che partita si aspetta e se pensa che paradossalmente giocare contro l'ultima in classifica possa essere un ulteriore elemento di pressione sui rossoneri?
«Per come vivo io il calcio, credo che ogni partita debba generare pressione che si giochi in casa o fuori. Però, inevitabilmente, il fattore campo influisce. Quando si arriva da una sconfitta ci si ritrova un po' demoralizzati per me il San Francesco è solo un'arma in più. È il proverbiale dodicesimo uomo in campo, il San Francesco rappresenta una spinta enorme. Pecco un po' di vanità e me ne scuso, ma un pubblico come quello delle due Nocera è un pubblico caldissimo che poche realtà in serie D, e non solo, possono vantare. Sicuramente si tratta di tifosi dal palato fine, abituati a ben altre sfide nazionali che non quelle che purtroppo rappresentano la realtà oggi dei Molossi. Si tratta di un pubblico inevitabilmente esigente ma, nonostante il purgatorio chiamato dilettantismo, il pubblico risponde sempre presente. Quest'anno mille abbonati, lo stadio ogni domenica è quasi sempre pieno, si superano puntualmente le 2.500 presenze e questi sono dati facilmente fruibili da tutti. La Nocerina, quindi, deve far forza su quella che è la spinta del pubblico e per la squadra deve essere un'arma in più».
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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