Triestina amara: frattura alla clavicola per Tonetto, stop di due mesi

Una vittoria netta e convincente, ma che lascia l'amaro in bocca. Il 3-0 con cui la Triestina ha superato il Renate è stato macchiato dal grave infortunio occorso al terzino Mattia Tonetto. Intorno al 65' della sfida, infatti, il giocatore è stato costretto a lasciare il campo anzitempo a causa di un problema alla spalla, destando immediatamente preoccupazione nello staff tecnico e nei tifosi.

L'entità dell'infortunio è stata confermata dal mister della Triestina, Geppino Marino, durante la conferenza stampa post-partita. Le sue parole hanno delineato un quadro clinico serio per il figlio d'arte: "Purtroppo ha una frattura della clavicola," ha spiegato l'allenatore, che ha poi quantificato il tempo di recupero necessario. "L'abbiamo perso come minimo per un paio di mesi."

Il tecnico non ha nascosto il suo dispiacere per l'accaduto e ha colto l'occasione per lanciare un accorato appello, indirizzato in particolare alla classe arbitrale, riguardo la gestione in campo delle dinamiche di gioco che mettono a rischio l'incolumità dei calciatori.

"Mi dispiace perché chiamo all'attenzione gli arbitri su queste cose," ha affermato Marino con enfasi. Il riferimento è a quello che definisce "troppo gioco sporco con le mani, con le maglie tirate," una tendenza che, a suo dire, rischia di essere valutata spesso con un "senso unico" da parte dei direttori di gara.

Riferendosi nello specifico all'episodio che ha causato l'infortunio, Marino ha descritto la dinamica come un fallo che non è stato punito con la dovuta severità: "Mattia è stato tirato e buttato giù, l'arbitro a stento ha fischiato il fallo."

L'allenatore ha poi concluso il suo monito sottolineando la posta in gioco in questi frangenti: "C'è in gioco anche la salute di questi ragazzi, perché quando ci sono queste situazioni si rischia." La Triestina si ritrova dunque privata di un elemento importante per i prossimi due mesi, ma il messaggio lanciato da Geppino Marino va oltre la singola assenza, toccando la necessità di maggiore tutela per l'integrità fisica degli atleti.