Un'accesa disputa sta scuotendo le fondamenta dell'Union Clodiense, con i calciatori della prima squadra che hanno deciso di rompere il silenzio, denunciando pubblicamente quelle che definiscono "molteplici mancanze" da parte della società e, in particolare, del presidente Ivano Boscolo Bielo. La controversia, culminata in un comunicato inviato all'Assocalciatori, getta un'ombra sulla professionalità e l'integrità del club, sollevando interrogativi sui principi di lealtà e correttezza.
La scintilla che ha innescato la reazione dei giocatori è stata la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione e del nuovo direttore sportivo, Sandro Federico. In quell'occasione, il presidente Boscolo Bielo avrebbe lanciato "attacchi gratuiti" nei confronti dei calciatori, mettendo in discussione la loro professionalità, serietà e persino la loro "qualità di uomini veri". Un'accusa che ha colto di sorpresa l'intera rosa, che nel proprio comunicato sottolinea di non essersi mai sottratta agli obblighi contrattuali né di aver mai rifiutato di fornire la propria prestazione.
Secondo la versione dei calciatori, le dichiarazioni presidenziali si inseriscono in un contesto di comportamenti societari non all'altezza del blasone del club, e non in linea con i principi di lealtà, correttezza e buona fede. Queste condotte, affermano, si aggiungono a una serie di "molteplici mancanze" già riscontrate nel corso della stagione sportiva appena conclusa, culminata con la retrocessione in Serie D.
Uno dei punti cardine della contestazione riguarda la gestione del finale di stagione e il cosiddetto "rompete le righe". Nella seconda metà di aprile, la società aveva comunicato alla squadra i termini e le modalità per la conclusione anticipata dell'attività, invitando i giocatori a riconsegnare prontamente gli appartamenti in uso, anche per contenere i costi a carico del club. Basandosi su queste indicazioni, i calciatori avevano legittimamente organizzato il proprio rientro a casa per il periodo residuo della stagione, vista la sospensione dell'attività lavorativa comunicata dalla società.
Tuttavia, in un colpo di scena del tutto inatteso, al termine dell'ultima gara di campionato, il presidente Boscolo Bielo avrebbe comunicato alla Prima Squadra un radicale cambio di programma. Le ferie, inizialmente previste, sarebbero state spostate a maggio e inizio giugno, con una successiva ripresa degli allenamenti fino al termine della stagione. Una decisione, sottolineano i calciatori, presa "senza alcuna motivazione riferibile ad esigenze dettate dall'attività sportiva".
La situazione ha raggiunto il culmine con la ripresa degli allenamenti. La società ha convocato per lunedì 26 maggio solo quattro calciatori, i quali si sono presentati puntualmente presso le strutture del club. Ma qui la narrazione dei giocatori si fa ancora più critica: il presidente, pur "pronto a rilasciare dichiarazioni roboanti nelle conferenze stampa", non si sarebbe presentato al campo.
Ancora più grave, secondo il comunicato, sarebbe stata la totale assenza di supporto essenziale per la professionalità degli atleti: il medico sociale e il preparatore atletico sarebbero stati assenti durante lo svolgimento delle sedute quotidiane di allenamento. Questa carenza avrebbe impedito la creazione di un ambiente consono alla professionalità degli atleti e dello staff, venendo meno alle normali prescrizioni per il conseguimento degli scopi agonistici. A ciò si aggiunge la mancata messa a disposizione degli alloggi necessari al pernottamento, contravvenendo agli accordi presi.
Di fronte a queste "dichiarazioni e gratuiti attacchi personali" ritenuti inaccettabili, i calciatori dell'Union Clodiense hanno deciso di agire. Hanno già conferito mandato all'Associazione Italiana Calciatori (AIC) per l'inoltro di tutte le azioni e le segnalazioni ritenute opportune agli organi competenti. L'obiettivo è chiaro: tutelare la loro immagine e i loro diritti nello svolgimento dell'attività lavorativa sportiva.
La vicenda dell'Union Clodiense si configura come un caso emblematico di frizione tra dirigenza e spogliatoio, con accuse reciproche che richiederanno un'attenta valutazione da parte degli organismi preposti. Il futuro del club e il clima all'interno della squadra dipenderanno ora dalle prossime mosse e dall'esito delle azioni legali intraprese dai calciatori.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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