La città di Prato è in fermento, dominata da un'unica, angosciante domanda: quale sarà il destino del Prato Calcio se il presidente Stefano Commini dovesse realmente "staccare la spina" dalla società, senza alcun passaggio di quote, come da lui stesso dichiarato? Una questione che, purtroppo, non trova un'immediata e facile soluzione nei regolamenti federali, come analizzato approfonditamente da almanaccocalciotoscano.it.

C'è ancora tempo per adempiere a tutte le formalità necessarie per l'iscrizione in Serie D, e non sono pochi coloro che interpretano le recenti affermazioni del presidente come una sorta di provocazione, un modo per scuotere l'ambiente. Tuttavia, l'incertezza regna sovrana e la necessità di fare chiarezza sulla situazione normativa è impellente.

Il dibattito si concentra sul cosiddetto "Lodo Petrucci", regolamentato dall'articolo 52 comma 10 delle Norme Organizzative Interne della Federazione (Noif). Questa norma disciplina il destino di una città nel caso di mancata ammissione di una società ai campionati di Serie A, Serie B o Serie C. In tali circostanze, il Presidente Federale, d'intesa con il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti (LND) e previo parere di una commissione apposita, può autorizzare la città in questione a partecipare con una nuova società a un campionato della LND, "di almeno due categorie inferiori rispetto a quello professionistico di origine".

È fondamentale notare una modifica cruciale apportata l'anno scorso dalla FIGC. Precedentemente, la norma parlava genericamente di un "campionato dilettantistico", il che permetteva, ad esempio, a una squadra non iscritta alla Serie C di sperare nella Serie D. Con la nuova formulazione, invece, il salto è più drastico: una squadra che fallisce in Serie C può aspirare "al massimo" all'Eccellenza. Questo è il percorso che, per intenderci, si sta seguendo a Lucca.

Ma la situazione del Prato è ancora più complessa. Il Prato, infatti, non rientra in questa casistica specifica, in quanto non è una società partecipante a campionati professionistici. Di conseguenza, il club laniero non può beneficiare del "Lodo Petrucci". Questo significa che, qualora il Prato non dovesse effettivamente iscriversi alla Serie D, una nuova società eventualmente istituita dal Comune si troverebbe costretta a ripartire dalla Terza Categoria, proprio come qualsiasi altra nuova società dilettantistica.

La situazione è ulteriormente complicata dal contesto amministrativo del Comune di Prato, attualmente commissariato dopo le dimissioni della sindaca Bugetti. In un tale scenario, l'identificazione di un soggetto preposto a istituire una nuova società diventa un'incognita.

L'unica speranza per un reintegro in una categoria superiore passerebbe attraverso un intervento "d'imperio" da parte della FIGC o del Comitato Regionale Toscano (CRT). Tuttavia, un provvedimento di questo tipo sarebbe di carattere "eccezionale" e, al momento, è estremamente difficile da prevedere o ipotizzare. La comunità calcistica pratese attende dunque con il fiato sospeso gli sviluppi di questa delicata vicenda.

Sezione: Serie D / Data: Mar 24 giugno 2025 alle 16:05
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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