Lui giura di rimanere umile, anche se ascoltando lungo l’intervista le sue parole sembrano esserci pochi dubbi. Sta di fatto che nell’ottimo momento in casa Vigor Carpaneto (1922) – tre vittorie e altrettanti pareggi nelle ultime sei partite, per un bottino di 12 punti – c’è lo zampino di un giovanissimo biancazzurro: l’attaccante Alessandro Carrozza (classe 2000), arrivato dalla Primavera del Sassuolo, a segno contro la Pergolettese e autore di una doppietta domenica scorsa contro il Mezzolara.

Per l’esterno calabrese (originario di Roccella Jonica e nato a Locri), domenica il destino ha scritto una pagina da favola: la “sua” Vigor, infatti, sarà di scena al Mapei Stadium-Città del Tricolore contro la Reggio Audace. Un impianto, quello reggiano, che ospita anche le partite di serie A del Sassuolo, il club che l’ha visto maturare. “Ho fatto il raccattapalle – confessa Alessandro – da Gioavnissimo e da Allievo, mentre non ci ho mai giocato. Poterlo fare domenica è un’emozione, che è innegabile e mi auguro che sia positiva, dando carica per andare in campo e divertirsi”.

Un contesto da brivido, che però la Vigor ha già provato all’esordio assoluto stagionale al “Braglia” di Modena: un aiuto in più?

“Aver giocato al “Braglia” ci ha aiutato per il prosieguo, è stata un’esperienza che ci ha messo di fronte in un momento diverso (era la prima giornata, ndc) e ora ci aiuterà per andare al Mapei Stadium dove possiamo fare molto bene domenica. Sono convinto sia una bella partita”.

Un ottimo momento di squadra e personale.

“Stiamo lavorando senza sentirci appagati, ma continuando a migliorarci; i numeri e i punti stanno parlando. “Girando” la squadra, i singoli risaltano di più. Mi trovo bene, il metodo di gioco mi piacciono e anche le pretese di mister Rossini nelle due fasi (possesso e non possesso). Qui si capisce la mia scelta di andare nel calcio dei grandi, diverso, più fisico e “vero” rispetto alla Primavera, senza nulla togliere. Lavoro ogni giorno affinché sia un trampolino di lancio”.

Verso?

“Il sogno nel cassetto è arrivare in serie A. Più precisamente, da bambini si sogna, crescendo diventa un grande obiettivo, da raggiungere attraverso piccoli step. Ringrazio la Vigor per tutto, anche per aver fatto tornare il bambino che è in me. La mia famiglia è importantissima, mi ha sempre seguito come ragazzo e calciatore, è stata la prima a credere in me e rappresenta una delle tre cose in cui credo, oltre a me stesso e a Dio. Se sono il ragazzo che sono ora, il giocatore e la persona che diventerò sarà grazie a loro”.

Hai dei modelli di calciatori a cui ti ispiri?

“Ho dei modelli di sportivi: Cristiano Ronaldo e Conor Anthony McGregor (arti marziali). Di entrambi apprezzo soprattutto l’etica lavorativa. Anche lo stesso Cristiano Ronaldo è un esempio per tutti i ragazzini in questo, non si ferma mai: quando si è accorto di poter fare qualcosa di importante, ha voluto diventare un “mostro” come oggi quando avrebbe anche potuto accontentarsi di essere forte”.

Sezione: Serie D / Data: Ven 02 novembre 2018 alle 20:30
Autore: Davide Guardabascio
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