Il successo del Del Duca contro la Sambenedettese ha permesso all'Ascoli di riaccorciare le distanze dall'Arezzo capolista, ora distante una sola lunghezza.
Dopo tre punti pesanti, all'orizzonte dell'Ascoli si stagliano due partite importanti. Nuovamente contro la Samb, stavolta in trasferta, in Coppa Italia e poi ancora in campionato: avversario il condominio del secondo posto Ravenna. Un match importante per una gara che potrebbe indicare chi, almeno in questo momento, è la vera candidata ad interpretare il ruolo di antagonista agli aretini per la conquista della serie B. Per parlare del momento che vivono i bianconeri, abbiamo intervistato il direttore sportivo del club marchigiano, Matteo Patti.
Direttore, partiamo dalla sfida di ieri contro la Sambenedettese. Che partita è stata e quanto questo successo vi ha rinfrancati dopo il pari col Carpi?
«È stata una partita durissima, più che altro perché era un derby. I punti in palio erano tre e noi ci prepariamo sempre per provare a vincere. È normale che il derby è sempre il derby ed aveva un sapore particolare visto che non si giocava da tantissimo tempo. Noi ci tenevamo tanto a vincere, forse troppo».
Domani sarà già tempo di riscendere in campo per la coppa e di nuovo contro la Samb ma a campo invertito. Proviamo, però, a proiettarci ancora più avanti: domenica prossima si va in casa del Ravenna. Questo confronto ci dirà quale sarà davvero l'antagonista della capolista Arezzo?
«Sinceramente non credo perché il campionato è lunghissimo. Abbiamo fatto solo undici partite, non siamo nemmeno a metà. Sarà una partita dura come tutte, importante, fondamentale ma, anche in questo caso, sono sempre tre i punti in palio così come le altre gare che ci saranno dopo quella col Ravenna. Ormai tutte le squadre sono pronte ad affrontarci col coltello tra i denti, con grande aggressione e voglia di venire a duellare. Penso che anche il Ravenna possa fare questo tipo di partita e noi dobbiamo fare di tutto per farci trovare pronti».
Arezzo, Ascoli e Ravenna di fatto hanno creato un solco rispetto alle altre in classifica. Per le primissime posizioni ritiene che sia possibile l'inserimento di un altro club?
«Si, probabilmente il tempo per inserirsi c'è, penso ad esempio alla Ternana anche perché è attualmente la quarta. Sicuramente squadre costruite in maniera intelligente, ben preparate ed allenate ce ne sono tante. Come detto, il campionato è lunghissimo e, quindi, parlare di lotta a tre, eventualmente allargata a quattro o cinque è già tanto. Diciamo che noi siamo concentrati su quello che dobbiamo fare noi».
Nonostante gli accorgimenti presi, anche quest'anno in serie C ci sono situazioni particolari e si è già partiti con penalizzazioni. Lei pensa che in futuro se ne uscirà da questa situazione?
«Uscirne non è facile se non con la solita retorica dei vari controlli. Rischiamo veramente di usare frasi retoriche. Io immagino e spero che i controlli ci siano. Se chi di dovere ritenga che non sono sufficienti è bene che ognuno si faccia un esame di coscienza perché diventa quasi ridicola una situazione del genere. Però non è facile giudicare questo tipo di situazione, bisogna averne anche le competenze e io non mi sento così presuntuoso da dire di averne».
Uno dei tempi sempre caldi in serie C è quello relativo alle seconde squadre. La sua posizione in merito qual è?
«Tutte le cose, come sempre, hanno dei pro e dei contro. Sicuramente tanti ragazzi vengono valorizzati dalle squadre come Juventus, Atalanta, Inter e Milan. Questo è certamente un bene. Sarebbe però ancora più importante per il calcio italiano mettere un limite agli stranieri qualora si voglia indirizzare nel senso del movimento calcistico nostrano. Altrimenti diventa una sorta di scouting per le prime squadre».
A detta di molti addetti ai lavori il suo lavoro in sede di calciomercato è stato eccellente, e la squadra sta traducendo quel lavoro in punti. Diversi giocatori si sono legati all'Ascoli con contratti pluriennali, la sua volontà era quella di costruire una ossatura dalla quale ripartire, a prescindere dal risultato, anche nella prossima stagione? Questa rosa, in ottica mercato di gennaio, può essere ulteriormente corretta?
«L'idea è stata questa di prendere giocatori con un’età media bassa, che avessero un valore e, soprattutto, una funzionalità rispetto a quelle che sono state le richieste dell'allenatore. È stata una strategia ben precisa quella di avere tutti ragazzi di proprietà o che possano diventarlo attraverso delle opzioni che ci sono all'interno del contratto. Riguardo al mercato di gennaio, non ci stiamo pensando. È molto lontano, mancano ancora più due mesi e non siamo concentrati sul prossimo mercato».
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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