Uno dei match più attesi del week-end di serie C è sicuramente quello che vedrà al Riviera delle Palme i padroni di casa della Sambenedettese affrontare il lanciatissimo Ravenna che proverà a rispondere al successo di ieri dell'Arezzo col Gubbio per mantenere il primo posto in classifica.
Ravenna che sin qui, a parte il ko col Forlì diventato dallo scorso campionato in D una sorta di bestia nera, ha sempre vinto e detiene il miglior attacco dell'intera categoria e persino dei professionisti (qui è difficile fare paragoni perché l'Inter ha realizzato 17 reti in 6 giornate, mentre i giallorossi 18 in 8 turni).
Per parlare del match di domani sera, domenica 12 ottobre ore 20:30, ci siamo affidati ad uno dei cronisti che da più tempo segue le vicende giallorosse: Fabio Pagani, giornalista ed opinionista di RomagnaSport.com oltre che fondatore di Cronache Giallorosse (prossimamente nuova testata giornalistica) e protagonista del podcast "Voci dal Benelli" che accompagna, tutti i lunedì, l'inizio settimana dei tifosi ravennati.
Domenica sera il Ravenna sarà di scena in casa della Sambenedettese. Che partita si immagina?
«Penso ad una partita molto aperta. Questo perché se andiamo a vedere un po' le statistiche, la Sambenedettese è una squadra imprevedibile. Ad oggi ha perso solo due partite ed entrambe le ha perse in casa, fra l'altro contro due emiliano-romagnole, Forlì e Carpi, per cui i tifosi giallorossi sperano che s'avveri il vecchio detto "non c'è due senza tre...". Battute a parte, la Sambenedettese è una squadra che può fare risultato contro chiunque e su qualunque campo, figurarsi in casa dove per questa gara sono previste intorno alle ottimila presenze. Però, c'è anche da dire che è una squadra che concede molto ed il Ravenna, dal canto suo, ha il migliore attacco d'Italia in questo momento. Inoltre, la squadra giallorossa ha una qualità di scelte anche nei cambi che, naturalmente, la Sambenedettese non ha. Da considerare che Marchionni parte sempre col 3-5-2 e poi a gara in corso cambia, passa al trequartista, alla difesa a quattro... e quindi ha una varietà di soluzioni tali che gli permettono di incidere durante lo svolgimento del match. Quindi, mi aspetto, come si diceva una volta, una partita da tripla. Perché obiettivamente il fattore campo può incidere ma è anche vero che la Samb le uniche due sconfitte le ha maturate in casa mentre il Ravenna, sconfitta di Forlì a parte, vanta un percorso netto. Per questi motivi credo che sarà una bella partita aperta a qualsiasi risultato».
Il percorso sin qui del Ravenna è assolutamente positivo, come ha sottolineato lei. Rispetto alla serie D, dove la squadra giallorossa ha faticato senza dubbio di più, cosa è cambiato? Può aver inciso il mercato nel senso che è stato più semplice convincere un certo tipo di calciatori a sposare il progetto sportivo tra i professionisti rispetto ai Dilettanti?
«Penso sia una osservazione in buona parte condivisibile. Nel senso che lo scorso campionato, in D, c'erano giocatori che avevano sempre, fino a quel momento, disputato campionati professionistici. Penso, ad esempio, a Matteo Rossetti che è sceso in D ed ha faticato ad inizio anno e poi è venuto fuori molto bene. La categoria della C credo che sicuramente porti più lignaggio e più pregio, sia alle motivazioni dei calciatori che hai in rosa e sia anche a tutto il contorno, al pubblico e al movimento che da quando c'è la proprietà di Ignazio Cipriani è veramente rifiorito. Poi, aggiungo un altro elemento. Il mercato che è stato fatto quest'anno è vero che stato sicuramente impostato sui dettami tattici di Marco Marchionni che predilige un certo tipo di gioco ma è anche vero che se andiamo a vedere i centrocampisti, quelli che una volta si chiamavano mezzali, quest'anno ci sono giocatori che si inseriscono, vanno al tiro, segnano. Lo dimostra Joshua Tenkorang che è capocannoniere pur essendo un centrocampista. Quindi, la differenza, dal mio punto di vista, la fanno gli uomini. Quest'anno il Ravenna ha operato un mercato certamente di categoria ma con dei giocatori molto più funzionali al gioco del mister che, non dimentichiamo, l'anno scorso subentrò a metà ottobre, quindi con una rosa costruita per un altro allenatore».
Ad oggi a parer suo quali sono le squadre attrezzate per giocarsi il salto di categoria?
«Sicuramente ai nastri di partenza, tutti gli addetti ai lavori, quest'estate etichettavano l'Arezzo come la favorita del girone. Secondo me è un girone non così selettivo, ci sono grandi nomi, quindi grandi piazze, penso a Terni, Perugia, San Benedetto stessa, però credo che il ventaglio delle pretendenti a salire in B o comunque a giocarsela si restringa a tre o quattro squadre. L'Arezzo sicuramente, l'Ascoli, che ha subito peraltro fino ad ora una sola rete ed è ancora imbattuto, e ci mettiamo anche il Ravenna che non è partito a fari accesi con proclami di promozione ma senz'altro se andiamo a vedere la rosa emana una certa qualità e penso se la possa giocare se non altro per una posizione molto buona nei play-off. Di alternativa a queste tre, a me non dispiace, poi non so dove arriverà, il Campobasso per come gioca e per quello che propone. Poi ci sono le cosiddette mine vaganti, la stessa Ternana che ha attraversato una fase molto delicata dal punto di vista societario ed è ancora immersa in alcune problematiche di questo tipo. Però, sul campo sta cominciando a far quadrare i conti. Però, ribadisco, che Arezzo, Ascoli e Ravenna penso che saranno quelle un po' più protagoniste ai vertici della classifica».
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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