Ed ora dovete perdonarci: noi taciamo, vogliamo solo piangere
The show must go on. Lo spettacolo deve continuare. E tutta la nostra redazione oggi ha continuato, con enorme difficoltà, a lavorare anche se il tempo si è fermato alle 17:15 di questo 25 novembre 2020.
Quel groppo in gola si è pian piano sciolto e le lacrime hanno cominciato a segnare il volto di tutti noi. Per chi ama il calcio oggi qualcosa si è rotto ed è difficile da spiegare. La morte di Diego Armando Maradona in queste ore è tristemente celebrata in ogni parte del mondo.
Ora dovete perdonarci, lasciare che le tastiere della nostra redazione tacciano almeno fino a domattina. Ora vogliamo solo poterci lasciare andare a quel pianto disperato di chi sa di aver perso un proprio caro.
Si sta parlando, anche ora, del mito Maradona, del calciatore inarrivabile che è e sarà sempre ma non si capisce il dolore profondo di tutti quelli che, l'abbiano o meno visto almeno una volta in campo, ora sono spezzati davanti a questo lutto.
Noi non piangiamo il calciatore, quello non c'era più da oltre venti anni e comunque era e resterà immortale come le sue gesta. Noi vogliamo piangere l'uomo Diego Armando. Nato ultimo tra gli ultimi e diventato il più grande di sempre restando però umano, uno di noi, una persona qualunque che ha sempre pagato i suoi sbagli di persona. Un uomo la cui enorme generosità resterà ai molti probabilmente per sempre sconosciuta.
Vogliamo piangere la persona che si è sempre schierato a difesa degli ultimi, dei più deboli, del suo prossimo. Ora lasciateci piangere il nonno, il padre, il fratello. Lasciateci piangere il figlio delle città di Buenos Aires e Napoli.
Lasciateci piangere Diego Armando.