Il direttore sportivo dell'Ascoli, Matteo Patti, ha fatto il punto sul percorso della società marchigiana intervenendo ai microfoni di TmwRadio. Le sue dichiarazioni hanno tracciato un quadro in evoluzione che parte dalle difficoltà del cambio di proprietà e arriva fino all'attuale entusiasmo contagioso, mettendo in risalto la rinascita del legame con la tifoseria e l'importanza della leadership del presidente.
Patti ha rievocato l'atmosfera tesa vissuta la scorsa estate a causa delle lungaggini nel passaggio societario. Nonostante l'ansia iniziale per i tempi prolungati, la dirigenza ha optato per un'azione pacata e meditata: «La scorsa estate abbiamo vissuto un momento di ansia per via dei tempi lunghi del cambio di proprietà, ma abbiamo scelto di lavorare con calma, in modo ponderato e funzionale».
L'arrivo della nuova governance è stato accolto con un'ondata di favore da parte della città, un fattore che ha immediatamente infuso energia vitale nell'ambiente. «La città ha accolto con entusiasmo la nuova proprietà e questo ci ha dato una carica enorme», ha spiegato il DS. Pur ammettendo che le ambizioni iniziali non fossero fuori misura – «Non siamo partiti per fare qualcosa di eccezionale, ma ci piace sognare» – Patti ha sottolineato la stabilità raggiunta. L'obiettivo primario resta ancorato alla realtà: «Ora ci troviamo in una bella condizione, ma restiamo con i piedi per terra: il nostro obiettivo resta quello di restituire dignità a una piazza che ha vissuto anni difficili dopo la retrocessione e la scorsa stagione poco brillante».
Il direttore sportivo ha speso parole di grande ammirazione per il presidente Passeri, descrivendolo come una figura carismatica e lungimirante. «Il presidente Passeri è un trascinatore, ha al suo fianco il figlio Andrea con la sua struttura Straita Sport, è un innovatore, un genio capace di vedere oltre».
Ciò che colpisce di più Patti è l'approccio costruttivo del presidente, capace di trasmettere energia anche nei momenti meno brillanti. «Anche nelle difficoltà trova sempre qualcosa di positivo e trasmette entusiasmo a tutti». La sua filosofia del "tutto o niente" ha influenzato positivamente anche il DS. «Personalmente ho tratto grande giovamento dal suo approccio: è una persona che vuole fare le cose al meglio, o preferisce non farle affatto. Anche io ho tratto giovamento dal suo carattere».
Uno dei successi più grandi dell'attuale gestione è la ricostruzione di un rapporto saldo con la piazza. Patti ha definito questo legame non solo importante, ma una «premessa minima affinché questo prenda getto partisse». L'Ascoli è stata definita una realtà unica nel panorama calcistico per il suo rapporto tra popolazione e presenze allo stadio. «Ascoli è una realtà unica: con 45.000 abitanti porta 10.000 persone allo stadio, un dato superiore a molte piazze di Serie A».
L'importanza della tifoseria è cruciale; averla al proprio fianco è fondamentale, mentre un'eventuale rottura sarebbe deleteria. «Non si può prescindere dall essere un tutt’uno con la tifoseria, perché averla contro sarebbe un danno enorme». Oggi, il legame è saldo e si avverte quotidianamente: «Oggi abbiamo ricucito quel legame e si percepisce nell’entusiasmo quotidiano, si respira calcio».
La scelta di Tomei come allenatore è stata dettata dalla sua piena adesione a una visione calcistica proattiva e intelligente. «Lo abbiamo scelto per il nostro progetto calcio propositivo che ha una logica, capace di andare oltre il risultato. Tutto questo Tomei lo rappresenta», ha spiegato Patti.
Il tecnico è descritto come un professionista esigente, ma capace di coinvolgere l'intero gruppo. «È molto esigente che fa star bene riesce a coinvolgere tutti. Pretende tanto perché dà tanto, e questo rispecchia pienamente la filosofia dell’Ascoli».
Riguardo alla classifica e a un'eventuale corsa a tre, Patti ha glissato, ribadendo la necessità di mantenere il focus solo sul proprio percorso. «Noi siamo estremamente concentrati sul nostro percorso lavorare finché tutte le componenti migliorino, e dobbiamo concentrarci sul campo non possiamo concentrarci sugli altri, campionato lungo, tutto può succedere». Lo stesso approccio è richiesto per la prossima gara contro il Pontedera: «Dobbiamo restare concentrati su noi stessi, mantenere alta la soglia d’attenzione e affrontare ogni gara con lo stesso spirito. Solo così non avremo rimpianti».
Infine, il DS ha analizzato due giovani di grande prospettiva, D’Uffizi e Gori. Su Simone D'Uffizi, che sta vivendo un momento di svolta, il giudizio è incoraggiante: «Simone è con noi da due anni, ma aveva vissuto momenti difficili. Quest’estate abbiamo deciso insieme che questa doveva essere la stagione della svolta. Gli abbiamo dato fiducia e lui sta ripagando. È solo l’inizio di un percorso, ma ha talento e va protetto. È un ragazzo serio, e crediamo molto nel suo potenziale».
La scelta di Gori, invece, rientrava in una strategia precisa di costruzione della rosa. «Volevamo costruire una squadra funzionale al progetto tecnico e all’ambiente Ascoli». Anche Gori risponde appieno a queste esigenze, un giovane di talento che aveva solo bisogno di ritrovare le sue certezze. «Se non ha espresso tutto il suo potenziale finora è perché poteva ambire a categorie superiori. Ora sta ritrovando continuità e convinzione, ma serve restare concentrati e continuare».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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