Una statistica spietata certifica il momento di profonda difficoltà dell'Acireale in Serie D. Analizzando le ultime 110 giornate di campionato disputate dalla formazione granata dal 2022 a oggi emerge un dato che lascia poco spazio alle interpretazioni: la squadra siciliana è riuscita a posizionarsi nella zona play-off, tra le prime cinque posizioni della classifica, soltanto per un singolo turno.
Il numero parla da sé e descrive con brutalità matematica una parabola discendente preoccupante. Una sola giornata su 110 significa aver trascorso il 99% del tempo analizzato lontano dalle posizioni che contano, quelle che permettono di ambire alla categoria superiore e che storicamente dovrebbero appartenere a una realtà come quella acese.
A rendere ancora più significativo questo dato c'è una circostanza particolare legata all'annata 2023-2024. L'Acireale riuscì infatti a entrare nella zona play-off non grazie alle proprie forze sul campo, ma a seguito di una penalizzazione inflitta al Città di Sant'Agata, a cui furono revocati tre punti conquistati a Reggio Calabria per irregolarità amministrative.
Senza quell'intervento disciplinare, nonostante una vittoria ottenuta sul campo di San Cataldo, i granata sarebbero rimasti al di fuori della griglia delle squadre qualificate agli spareggi promozione. Un dettaglio che rende la statistica ancora più emblematica: l'unica presenza nella parte alta della classifica è arrivata per circostanze esterne, non per meriti sportivi diretti.
L'analisi del trend attuale non lascia presagire inversioni di rotta nel breve periodo. Nella stagione in corso sono già trascorse dieci giornate di campionato e la squadra granata non è mai riuscita a superare la zona degli spareggi salvezza, confermando una tendenza alla stabilizzazione in posizioni di classifica decisamente inferiori rispetto alle aspettative.
Questa progressiva discesa sta trasformando l'Acireale in una squadra di medio-basso livello nel panorama della Serie D, paragonabile per rendimento a realtà come Roccella o Cittanova. Si tratta di club rispettabili, ma che per dimensioni, storia e tradizione rappresentano una categoria diversa rispetto a quella che dovrebbe essere l'identità sportiva della formazione acese.
Il contrasto tra presente e passato appare particolarmente stridente. L'Acireale vanta infatti una storia e un blasone che dovrebbero collocare la squadra stabilmente nelle posizioni di medio-alta classifica del campionato di Serie D, con ambizioni di vertice e obiettivi di crescita verso categorie superiori.
La maglia granata ha rappresentato per anni un punto di riferimento nel calcio siciliano e la città di Acireale merita una squadra all'altezza della propria tradizione sportiva. L'attuale andamento rischia invece di normalizzare una mediocrità che stride profondamente con l'identità storica del club.
Un allarme che non può essere ignorato
I numeri non mentono e questa statistica rappresenta un campanello d'allarme che la società, i tifosi e l'ambiente granata nel suo complesso non possono ignorare. Centodieci giornate costituiscono un campione statistico ampio e significativo, non più liquidabile come una semplice congiuntura negativa o un periodo di transizione.
Si tratta di un trend consolidato che richiede un'analisi approfondita delle cause: dalle scelte tecniche alla programmazione societaria, dalla qualità della rosa alle strategie di mercato. Servono interventi strutturali capaci di invertire una rotta che appare sempre più orientata verso un progressivo scivolamento nelle zone basse della classifica.
La sfida per l'Acireale è chiara: ritrovare quella competitività che la storia del club impone, ricostruire un progetto tecnico ambizioso e riportare la squadra stabilmente nelle posizioni che le competono. Altrimenti il rischio concreto è quello di assistere a una definitiva trasformazione dell'identità sportiva granata, con l'accettazione di un ruolo marginale che contraddice decenni di tradizione calcistica.
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