Dopo il recente comunicato diffuso dall'Amministrazione Comunale, il presidente del Lecco, Aniello Aliberti, è intervenuto nuovamente con una nota ufficiale per chiarire la sua posizione in merito alla complessa vertenza che riguarda lo stadio Rigamonti-Ceppi e i rapporti tra il club e l’ente locale.
Il numero uno bluceleste ha voluto rivendicare la totale veridicità delle sue affermazioni rilasciate nella conferenza stampa dello scorso 4 novembre, sottolineando come, nonostante gli incontri, le trattative non abbiano prodotto alcun risultato tangibile. Aliberti ha inoltre ribadito la sua piena disponibilità a un confronto pubblico per fugare ogni dubbio.
Il presidente Aliberti ha espresso il suo disappunto per le repliche dell'Amministrazione, ribadendo la correttezza del suo operato. «In risposta al comunicato dell’Amministrazione Comunale, desidero ribadire che nella recente conferenza stampa mi sono limitato a dire quanto realmente accaduto fino ad oggi», ha precisato. Non ha esitato a manifestare la sua serietà e a respingere qualsiasi accusa di distorcere i fatti: «Sento di essere una persona seria e non accetto in nessun modo che vengano riportate dichiarazioni lontane dalla realtà». Per garantire la massima trasparenza ai cittadini e ai sostenitori, Aliberti si è detto pronto a un faccia a faccia: «Sono pronto anche, se necessario, ad un pubblico confronto con l’amministrazione stessa». L’interesse primario, ha specificato, è la città: «Ho grande rispetto per i cittadini, tifosi e non, di Lecco e non posso tollerare che qualcuno di loro abbia dei dubbi su quanto io ho dichiarato nella conferenza stampa del 4 novembre».
Il dirigente bluceleste ha mantenuto una netta separazione tra il suo ruolo sportivo e le dinamiche politiche: «Non entro nel merito della destinazione dei fondi a disposizione del Comune, sono scelte politiche ed io non faccio politica: io faccio calcio». Ha poi fornito un duro giudizio sugli incontri avuti: «Gli incontri citati ci sono stati ma non hanno portato ad alcuna soluzione dei problemi in essere».
Aliberti ha citato come esempio paradigmatico della stasi burocratica la questione dell'infrastruttura elettrica: «La questione della cabina elettrica è ormai di dominio pubblico da anni e se non è stata ancora realizzata è una scelta del Comune». Ha anche sollevato perplessità in merito alla volontà concreta dell'Amministrazione di agire, citando un passaggio del comunicato comunale. «Leggo nel comunicato dell’Amministrazione Comunale che essa condivide la “necessità d’intervenire per migliorare l’impatto ambientale dell’impianto”. Se fosse vero allora mi chiedo: perché non sono mai partiti i lavori?».
Il nodo centrale del contendere resta la gestione degli investimenti effettuati dal club per l'adeguamento dell'impianto in vista del campionato di Serie B. Aliberti ha fornito dati precisi: «Le opere di adeguamento dello stadio per disputare il campionato di serie B sono state pagate dalla Calcio Lecco nel 2023 e 2024 per un importo di circa 1.250.000 euro». La proposta di rimborso comunale è stata giudicata insufficiente e poco chiara: «La proposta del Comune è stata di riconoscere soli 700.000 euro, da scontare sul canone di locazione fino al 2037». Il presidente ha messo in discussione la logica di tale cifra e la sua modalità di erogazione: «Quindi mi chiedo: perché solo 700.000 euro per l’impianto di illuminazione e nulla per i tornelli e la tribuna? Non sono forse anche queste migliorie dello stadio? E poi i 700.000 euro, perché riconosciuti in dodici anni?».
Riguardo alla citazione dell’assessore Torri relativa ai canoni non versati dal 2018, Aliberti ha voluto fugare ogni dubbio sulla presunta inadempienza della società: «La citazione dell’assessore Torri in merito ai canoni che non versa la Calcio Lecco dal 2018 è solo dovuta ad un credito vantato dalla Società verso il Comune che terminerà tra due anni. Non vorrei si pensasse che la Calcio Lecco 1912 sia inadempiente nel pagamento dei canoni».
Il presidente ha manifestato grande perplessità anche sulla richiesta da parte dell’assessore Torri di una «richiesta formale e dettagliata di quanto necessario per ristrutturare lo stadio», domandandosi il senso di tale formalità dopo i numerosi incontri informali. «Mi chiedo: tutte le opere di cui abbiamo discusso nei diversi incontri hanno bisogno ancora di una dettagliata richiesta? L’assessore Torri quando viene allo stadio non si è mai accorto di ciò che bisognerebbe fare?».
In conclusione, Aliberti ha ribadito la sua volontà di collaborare con la massima lealtà, ma ha espresso la sua stanchezza per l'attuale situazione di stallo. «Voglio ribadire che non è mio costume battere i pugni sul tavolo e nemmeno pretendere nulla da chicchessia, figuriamoci dall’Amministrazione Comunale. Vorrei solo che ognuno dicesse la verità assumendosi le proprie responsabilità». La disponibilità alla collaborazione è condizionata a fatti concreti: «Laddove il Comune volesse concretamente avviare una ristrutturazione dello Stadio Rigamonti-Ceppi, io sono disponibile a fare la mia parte. Non ho però nessun interesse a fare altri incontri per poi ritornare sempre al punto di partenza». La chiosa finale è amara, ma decisa: «Sono stanco di combattere contro i mulini a vento. Ho solamente preso atto dello stato delle cose ad oggi e pertanto mi sento libero e in dovere di fare le migliori scelte per dare dignità ad una squadra e ad una città che, a mio personale giudizio, non merita di giocare in uno stadio così degradato».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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