L'ultimo anno dell'Acr Messina è stato un susseguirsi di scadenze cruciali, purtroppo spesso disattese, culminato in una pesantissima penalizzazione di 14 punti.

Una conseguenza inevitabile, come riportato anche da messinasportiva.it, per una società che aveva siglato un accordo preliminare in piena estate, quando era imperativo pianificare la nuova stagione, e che ha poi effettivamente cambiato gestione solo a Capodanno.

Le ripercussioni di tale discontinuità sulla pianificazione e sulla competitività della rosa sono state palesi, riflettendo otto anni di gestione caratterizzati da una cronica assenza di programmazione sotto la presidenza di Pietro Sciotto. Anche il tecnico Giacomo Modica, che ha continuato a credere in un'imminente inversione di rotta dopo aver condotto la squadra a una salvezza agevole, ha visto le sue speranze di un innalzamento dell'asticella frustrate.

Quando Pietro Sciotto ha infine ceduto le redini, la successiva gestione di Aad Invest Group ha purtroppo segnato una svolta in negativo. Le scadenze di febbraio, aprile e maggio non sono state rispettate, portando a quel deficit di quattro punti che, senza il quale, il playout si sarebbe potuto disputare con il vantaggio del fattore campo. Dopo aver superato l'ostacolo della Covisod, il Messina si trova ora di fronte a un termine perentorio e ineludibile.

Entro il 10 agosto, a sessanta giorni dall'udienza del 10 giugno, il club dovrà obbligatoriamente presentare il piano di rientro economico, elaborato dai consulenti legali e commercialisti incaricati. Questa data è cruciale e non ammette ulteriori rinvii.

Nel frattempo, alla finestra resta la Società Cooperativa Calcio Messina, che ha già formalizzato il proprio interesse per un eventuale subentro nella gestione, comunicandolo tramite PEC al commissario giudiziale Maria Di Renzo. L'urgenza di reperire fondi è massima, e a tal fine sono stati avviati diversi contatti, anche con la consulenza di Dante Scibilia, figura già nota per aver traghettato nuove proprietà in piazze come Catania, Venezia, Siena e Vicenza. Parallelamente, è fondamentale ottenere certezze sull'ammontare esatto del monte debitorio pregresso.

Tra i soggetti interessati vi è anche il gruppo capeggiato dall'imprenditore Giuseppe Peditto, il quale ha presentato al club una fideiussione, presumibilmente stipulata con un'importante banca italiana, a conferma della solidità dei propri programmi. Tuttavia, l'attuale proprietà dell'Acr Messina non avrebbe ritenuto tale garanzia sufficiente. È importante sottolineare che un eventuale "affitto d'azienda" – ovvero l'affidamento esterno della gestione sportiva – dovrà comunque essere avallato dal Tribunale.

La scadenza del 10 agosto si avvicina inesorabilmente. Se non verrà rispettato questo termine, decadrà anche l'ipotesi di una composizione negoziata della crisi, con la concreta possibilità che si concretizzi la temuta liquidazione del club – l'equivalente del vecchio fallimento. Questo scenario si materializzerebbe nonostante il mezzo milione di euro già investito per sanare gli arretrati del torneo passato, una cifra che evidenzia la gravità della situazione.

Vi è poi un altro termine altrettanto impellente: è indispensabile chiarire rapidamente l'entità dell'esborso necessario per rimettere in piedi un club gravato da un passivo significativo. Il nuovo campionato è ormai alle porte, con altre squadre che hanno già iniziato i ritiri e la preparazione. L'Acr Messina si troverà costretta a partire in ritardo e, soprattutto, con un pesante passivo di 14 punti da recuperare per sperare nella salvezza.

Il momento delle scelte definitive è giunto. Per credere in un'impresa così ardua, sarebbe necessario avviare la rincorsa non solo finanziaria ma anche sportiva con urgenza. Si tratta di un'utopia o esiste ancora un appiglio cui aggrapparsi per il futuro del calcio a Messina?

Sezione: Serie D / Data: Mar 22 luglio 2025 alle 11:45
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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