Alla vigilia di una gara importante come quella di sabato contro il Porto Torres, parla il presidente Augusto Cristofari, che fa un applauso ai suoi ragazzi e li esorta a continuare così, per portare avanti l'ambizioso progetto di far crescere la terza squadra di Roma, condiviso con l'Amministratore Delegato Roberto Di Paolo e l'amico Giuseppe Cionci.
Presidente, a qualche giornata dall'avvio del girone di ritorno diventa quasi obbligatorio parlare di obiettivi, pur nella consapevolezza che bisogna andare avanti partita dopo partita senza troppi calcoli...
Non ci siamo mai nascosti e abbiamo più volte dichiarato la nostra volontà di primeggiare. Chi fa calcio in serie D lo fa per passione e per voglia di vincere, perchè a livello "imprenditoriale” non è certamente un affare, ed è per questo che in estate con Di Paolo e Cionci abbiamo dato vita a questo progetto, che porteremo avanti nonostante il periodo di crisi economica che colpisce ogni settore, dal momento che siamo tre persone di parola. La squadra sta onorando al meglio gli impegni e nonostante il piccolo passo falso contro il Civitavecchia (comprensibile dopo le feste e soprattutto dopo una serie così lunga di risultati utili) le distanze dalla vetta e dalle inseguitrici sono rimaste praticamente invariate. Ora andiamo avanti, con la speranza che anche la Torres possa incappare in qualche piccolo ostacolo ma soprattutto con la volontà di continuare a far bene.
Perchè se è vero che la Torres è avanti di 4 lunghezze, non bisogna dimenticare che anche dietro ci sono diverse compagini agguerrite pronte ad approfittare anche del più piccolo passo falso degli avversari.
Rispetto agli altri anni e agli altri gironi, è evidente che nel nostro raggruppamento la situazione è molto equilibrata, e ci sono diverse squadre attrezzate per dire la loro fino alla fine del campionato. Da un lato questo livellamento può essere considerato come un vantaggio, perché nessuno ti regala niente e come noi anche i nostri avversari dovranno lottare ogni domenica per far punti, il che garantirà il giusto equilibrio fino alla fine del campionato.
Qual è, a parte la Torres, la squadra a suo giudizio più temibile?
Sicuramente la Casertana, anche se abbiamo dimostrato andando a vincere in casa loro che sul campo non siamo certamente inferiori a loro. Ovviamente in un campionato così duro e difficile entrano in gioco molti altri fattori per così dire ambientali, ma noi dobbiamo essere più forti di tutto, perché se riusciremo a mantenere equilibrio potremo dire la nostra fino alla fine.
Guardando in casa San Basilio Palestrina, invece, c’è un giocatore che l'ha particolarmente impressionata?
A parte i giovani, che in un campionato di serie D ti permettono di fare il salto di qualità, chi mi ha impressionato è sicuramente Perrulli, che definire un giocatore di categoria superiore non è sufficiente. Poi ci sono diversi ragazzi che stanno facendo bene, da Capodaglio a capitan Berardi, senza dimenticare Morbidelli che con i suoi gol ha portato a casa un bel po' di punti, ma devo dire che tutti stanno dando il loro contributo e che la forza di questa squadra è il gruppo.
Tornando ai giovani, molti tra gli "under” schierati regolarmente da Pirozzi sono "creature” del Palestrina: da Pralini a Di Finizio, da Galante ad Amendola, è un segnale importante che in casa prenestina il settore giovanile è una risorsa da non sottovalutare.
Assolutamente vero, quelli citati sono ottimi giocatori e sono molto contento per come stanno andando in campo. A Palestrina il settore giovanile è ripartito nonostante i problemi della scorsa stagione e devo fare un applauso a mister Cangiano che sta facendo molto bene alla guida della Juniores: domenica abbiamo battuto i campioni d’Italia in carica e cresciamo di domenica in domenica, con la speranza che dal nostro vivaio possano un domani uscir fuori nuovi talenti per la prima squadra. Non dimentichiamo poi la Scuola Calcio, ottimamente gestita da Roberto Tota, un giovane in gamba e con molte idee interessanti. Il settore giovanile e la scuola calcio sono fondamentali anche per una piccola cittadina come Palestrina, che non è di certo Roma ma ha comunque un bacino di utenza importante. Oggi abbiamo 150 bambini iscritti alla scuola calcio, e abbiamo attivato un sistema di pulmini per riuscire a raggiungere anche le zone limitrofe, insomma ci teniamo molto perchè il futuro del calcio è anche questo.
Da cittadino di Palestrina, cosa risponde a chi le dice di aver portato via il calcio dalla città?
Che la colpa non è mia, ma dell'amministrazione comunale che ci ha impedito di lavorare in città. Io
ho preso un impegno con gli altri dirigenti e l'obiettivo era quello di mantenere vivo il titolo del Palestrina, nonostante il sindaco ci abbia impedito di giocare in città. Anzi, lo dico fin da subito, se in futuro non ci darà la possibilità di giocare allo Sbardella, per quanto mi riguarda dal prossimo anno questa squadra non si chiamerà più San Basilio Palestrina ma solamente San Basilio. E non sarà di certo per colpa mia, ma dell’amministrazione comunale che non ha fatto nulla per risolvere questa situazione. È un peccato perché la struttura c’è, la società ha quasi 100 anni di storia e di successi alle spalle, ma in questo momento di crisi non sarebbe corretto investire ancora su quella struttura, che ha bisogno di nuovi lavori, se non c’è condivisione di intenti anche da parte di chi gestisce la città.
Autore: Davide La Rocca
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