Il pareggio ottenuto contro la capolista Dolomiti Bellunesi ha un sapore agrodolce per il Treviso. Se da un lato è riuscito a impedire agli avversari di festeggiare in anticipo la promozione, dall'altro ha quasi definitivamente compromesso le proprie possibilità di vincere il campionato.
Il tecnico Carmine Parlato ha commentato la situazione con realismo: «È chiaro che fino a che la matematica non ci condanna, faremo di tutto per provare a vincere», parole che tuttavia sembrano più di circostanza che dettate da una concreta speranza. «Ovviamente noi eravamo venuti qui per trovare i 3 punti, ci abbiamo provato soprattutto nella ripresa ed il merito va anche agli avversari che hanno saputo difendersi bene».
L'allenatore biancoceleste ha offerto un'analisi lucida dell'incontro, evidenziando le difficoltà iniziali della sua squadra: «Loro sono partiti meglio, ci abbiamo messo un quarto d'ora per capire la loro disposizione e per prendere confidenza con un campo reso difficile dalla pioggia. Poi siamo venuti fuori, abbiamo alzato il baricentro e fatto in modo di creare qualche occasione, tant'è che prima del pareggio c'è stata la traversa di Posocco. Nella seconda frazione abbiamo spinto, va dato il merito alla Dolomiti che ha saputo difendersi molto bene».
Particolarmente penalizzante, secondo Parlato, è stato il gol subito nelle fasi iniziali dell'incontro: «Dovevamo essere pronti mentalmente e stare più attenti nei primi 10 minuti, trovarsi subito sotto di un gol fuori casa contro la capolista non è sicuramente facile. I ragazzi sono però stati bravi a reagire, a mantenere il controllo e a continuare a fare le cose che avevamo provato in settimana. Loro si sono abbassati sempre di più nella ripresa, ma non era semplice fare gol, abbiamo spinto e la Dolomiti ha intelligentemente scelto di difendere il pareggio».
Nel corso della partita, il tecnico del Treviso ha tentato diverse modifiche tattiche per sbloccare il risultato, senza però ottenere il successo sperato: «Penso che i cambi che abbiamo fatto abbiano dato i loro frutti, anche se chi è entrato nel finale poteva provare ad incidere di più. Ho cambiato assetto perché notavo che la squadra non riusciva più a salire, ci hanno aggredito molto alti. Ci serviva provare con tre attaccanti fisici davanti, ma nonostante questo non abbiamo avuto la lucidità per andare a fare gol».
Con questo pareggio, il Treviso mantiene accesa una fiammella di speranza per la vittoria finale del campionato, ma la strada appare ora decisamente in salita.
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