Domenica è arrivata una sconfitta, di misura, ma il percorso dell'Orvietana, dopo un avvio di stagione complicato dai risultati, sembra essere tornato sui binari dello scorso anno quando il club biancorosso ha sorpreso tutti, tifosi e addetti ai lavori. Dopo aver eliminato il Siena nello scorso turno, ora per gli umbri domani sarà nuovamente tempo di Coppa Italia di Serie D: in casa del Valmontone ci si giocherà l'accesso prestigioso agli Ottavi di Finale. Per parlare di questo, e non solo, abbiamo intervistato il direttore sportivo Severino Capretti, il "fabbricante" dei sogni biancorossi.
Direttore, inevitabile parlare della gara di domenica scorsa. La sconfitta contro il Grosseto ha interrotto l'abbrivio cominciato con Foligno e Montevarchi (e in Coppa col Siena). Che partita è stata?
«È stata una partita bella, maschia, di alto livello. Il Grosseto è partito forte, vista la sua grande qualità e grande forza. Hanno trovato il vantaggio dopo sette minuti ma noi abbiamo cercato di riaprirla in tutti i modi, anche alzandoci un po' e rischiando di più. Non c'è stato dato un rigore netto, ci sono le immagini. Quello poteva essere un episodio che ci avrebbe dato la giusta opportunità che in quel momento ci eravamo guadagnati. Loro hanno saputo difendere con grande forza, hanno una rosa importantissima, forse la più forte del girone. Hanno saputo tenere imbrigliati i nostri attaccanti per quasi tutta la partita. Il primo tiro reale in porta l'abbiamo fatto all'ottantasettesimo. Però, d'altro canto, abbiamo concesso solo qualche tiro da fuori che non ha impensierito Formigoni. Però è stata una partita bella, maschia, dove loro avevano sicuramente più forza individuale ma se noi l'avessimo pareggiata non avremmo rubato nulla. Il risultato del campo alla fine è quello che conta. Il Grosseto ha vinto e noi dovremo rimboccarci le maniche e pensare alla partita successiva».
Domani c'è la Coppa Italia: è un'occasione per rialzarsi subito e puntare agli ottavi o più l'occasione di allargare la rosa dando spazio a chi ha meno minuti nelle gambe?
«Non dobbiamo rialzarci per niente. Abbiamo perso una partita contro una squadra forte ma l'importante è sempre fare prestazioni. Quindi, dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo nell'ultimo mese. A giocarci le partite con intensità, la giusta mentalità, con la giusta fame. Quella di domani vale tre punti, vale a dire una vittoria che significherebbe passare il turno. Chi andrà in campo lo farà per cercare di andare avanti contro una squadra forte come è il Valmontone. Non tragga in inganno la loro sconfitta domenica in campionato dove hanno affrontato una corazzata come la Scafatese. Sarà sicuramente una bella partita, e noi andremo lì per passare il turno».
Quest'anno siete stati penalizzati forse da un calendario particolarmente ostico in queste prime gare oppure c'è una motivazione diversa in merito ai tre punti conquistati nelle prime cinque di campionato?
«L'Orvietana ha affrontato le prime sette del girone. Davanti a noi ci manca solo il Tau, poi le abbiamo affrontate tutte. Quello sicuramente sì. Noi, però, siamo migliorati nel momento in cui abbiamo "quadrato" un po' più la squadra con l'arrivo di Eric Herrera in mezzo al campo aggiungendo esperienza e caratura. E siamo migliorati col passare delle partite perché ci sono stati giocatori che all'inizio erano ancora un po' fuori condizione ed adesso stanno tornando al loro standard. I campionati sono a tappe e ci sono talvolta tappe in salita in cui bisogna curare i dettagli, lavorare e non farsi prendere dal panico e continuare a percorrere una strada se pensi che sia quella giusta per poi far sì che tornino i risultati. Noi questo abbiamo fatto ed adesso dobbiamo continuare. Ci sarà sicuramente il prossimo periodo in cui affronteremo squadre che a livello di classifica sono come noi, o sotto, ma non saranno sicuramente più facili. Ogni squadra avrà la propria forza, e ogni match nasconderà la propria insidia e dovremo affrontarla con la mentalità giusta».
Domenica prossima il campionato, ancora una trasferta: si va in casa del Camaiore. L'insidia maggiore, in un certo senso, è sottovalutare l'impegno o il fatto che sarà la terza gara in sette giorni e la seconda trasferta consecutiva?
«L'insidia numero uno nel calcio è sottovalutare l'avversario, questo credo che non accadrà perché abbiamo una certa cultura noi. Oramai la squadra sa quella che è la mentalità per affrontare questo campionato. Tre gare in sette giorni non mi preoccupano perché abbiamo comunque possibilità di fare turnazioni, ciò che mi preoccupa sono gli eventuali infortuni. Più partite giochi, più porti giocatori a un rischio di infortunio. Ad esempio la gara di coppa con il Siena c'è costata forse la stagione di Kone. Ci auguriamo sia solo menisco, ma se ci fosse anche l'interessamento del crociato abbiamo perso il giocatore. Domani vedremo i risultati degli esami e lo scopriremo. Purtroppo quando giochi in coppa e vai avanti ci sono più partite e questo è un pericolo ma è un pericolo che dobbiamo correre se vogliamo competere su entrambi i fronti».
Nel calcio si vive quasi sempre proiettati al futuro, nemmeno al presente. Doveroso però fare un passo indietro. La scorsa stagione è stata per voi un capolavoro. Siete riusciti a coniugare la valorizzazione della rosa, il bel gioco ed i risultati con un progetto sostenibile. Lei si è mai soffermato su quanto realizzato dall'Orvietana?
«La scorsa stagione ce la siamo goduta perché quando parti per una salvezza tranquilla e arrivi a giocarti una finale play-off, come dicevamo lo scorso campionato, è un sogno che dobbiamo cavalcare e vivere fino alla fine. Poi, quella stagione ha portato anche Panattoni a Livorno, dove ha firmato un contratto nei professionisti. Quindi, è stata un'annata sportiva che ci ha dato soddisfazioni non solo legate al campo ma anche al di fuori. Quindi, sicuramente sì. Abbiamo fatto un piccolo step in avanti anche grazie alla forza e all'equilibrio della società, che ci ha dato la possibilità di averlo e questo per un direttore e una squadra fa la differenza. Questo è uno dei punti che ci ha portato ad arrivare a quell'apice. Poi, quando riparti la stagione successiva, anche se confermi tanti giocatori come abbiamo fatto noi, si riparte sempre da zero. Con tante società che reinvestono capitali importanti per costruire la rosa e, quindi, nella nostra sostenibilità, dobbiamo avere l'umiltà di dire "noi lottiamo per mantenere la categoria". Detto ciò, solo il campionato ci dirà dove arriveremo quest'anno. L'importante è mantenere la categoria, è normale che aver vissuto quel tipo di stagione lo scorso anno ci dà quell'entusiasmo per dire arriviamo il prima possibile alla salvezza e poi vediamo dove possiamo arrivare. Perché se lavori con programmazione, con equilibrio e puntando su giovani interessanti non è detto che bisogna investire tanti soldi».
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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