Ha decisamente sterzato in queste ultime settimane il Gravina di mister Ragno, protagonista di un netto cambio di passo che lo ha visto conquistare ben 10 punti nelle ultime quattro gare del Girone H di Serie D. Questa striscia positiva ha proiettato la squadra all'ottavo posto in classifica, a quota 12 punti, in coabitazione con il Nola. La risalita sul campo non è casuale, ma è il frutto di un profondo rinnovamento che ha investito la società in toto, a partire dalla compagine dirigenziale.
Tanti imprenditori locali si sono stretti intorno al progetto, dimostrando un attaccamento che il club, in un momento cruciale, ha saputo capitalizzare in un nuovo slancio. Per fare il punto della situazione in casa gialloblù, tra risultati, rinnovamento societario e ambizioni future, noi di Notiziariocalcio.com abbiamo intervistato Gabriel Maule, direttore sportivo dei pugliesi.
Direttore, il rinnovamento societario è un elemento centrale di questa stagione. Qual è la situazione in termini di entusiasmo e supporto? «Ogni ambiente che si rinnova in modo così totale, a partire dalla società col presidente Caporale, passando da un gruppo di 10-12 soci a trenta, con tanti imprenditori locali che sostengono il progetto non solo come soci ma anche come sponsor, sta vivendo una fase importante. In questo ultimo mese dell'anno solare, le aziende faranno i loro conti e capiremo quanto aiuto ulteriore potranno darci. Ciò che è certo è che il Gravina è la squadra della città. Il nostro presidente è in convalescenza per un problema ortopedico e lo aspettiamo con grande entusiasmo allo stadio. Niente di particolare, ma la sua presenza è fondamentale. Il suo entusiasmo è contagioso per tutti, è un uomo carismatico che si è fatto da solo, che vive e sa dare emozioni. La squadra troverà giovamento dal suo ritorno, è un uomo amato dalla città, riconosciuto come leader, e il suo rientro sarà un valore aggiunto. Lavoriamo per poter dare continuità ai risultati sul campo, sperando di regalargli uno stadio pieno di gente. Uno stadio, tra l'altro, nuovo, ch'era stata promessa tante volte, ma il sindaco Fedele Lagreca, insieme alla sua amministrazione, c'è riuscito».
Dal punto di vista sportivo, la partenza non è stata semplice. Cosa ha determinato il cambio di marcia che vi ha portato a 10 punti su 12? «Siamo partiti in ritardo e abbiamo avuto qualche problematica iniziale. C'erano pochi confermati rispetto allo scorso anno, in un contesto completamente nuovo. Mister Ragno, lo staff e tutti noi abbiamo dovuto fare un lavoro di conoscenza, di assimilazione di un nuovo sistema di gioco e di approccio al lavoro. All'inizio, un po' per il calendario e un po' per altro, abbiamo faticato; la nostra partenza non è stata delle migliori, e sapevamo di dover sterzare, avevamo la responsabilità di farlo. I ragazzi hanno reagito, si sono rimboccati le maniche e abbiamo fatto un esame di coscienza, un'analisi delle nostre potenzialità e di dove vogliamo arrivare. Abbiamo incasellato queste quattro gare, non è stato facile, ma abbiamo conquistato dieci punti su dodici e non abbiamo intenzione di fermarci qui. Per farlo, non dobbiamo usare solo le parole, ma ci serve umiltà: dopo un trend positivo si tende ad essere appagati, ma una squadra matura e con personalità deve usare umiltà e coraggio per provare ad allungare la striscia positiva».
Qual è l’obiettivo primario di questa rinnovata società, oltre i risultati immediati? «L'obiettivo principale era riportare entusiasmo in città e allo stadio, e credo che ciò stia accadendo. La società ha saputo mantenere un grande equilibrio; anche negli anni scorsi non si è mai persa la bussola, merito di chi c'era e del sostegno quotidiano che la gente sa dare. Spero che questo rilancio del progetto Gravina rappresenti un rinnovamento anche di entusiasmo da parte di tutta la tifoseria, tanto che è nato un nuovo gruppo di tifo organizzato, che sarà il cardine del tifo allo stadio. Dovrà essere ancora di più il dodicesimo uomo in campo, perché avere uno stadio che tifa i propri giocatori può avvantaggiare le prestazioni e, di conseguenza, la classifica. Penso che il Gravina rappresenti una realtà importante: una città di 46mila abitanti e un tifo di grande livello, emozionante anche per chi, come me, non scende in campo. Da umile servitore, indosso una maglia virtuale operando a 360 gradi, in sinergia con il direttore generale e il direttore amministrativo, il che ci rende credibili. C'è stato un cambio di marcia anche dal punto di vista organizzativo, con calciatori che, in altri momenti, non sarebbero venuti qui. Siamo oggi una piazza appetibile per serietà, competenza e organizzazione, cosa che non lo è sempre stata. Il Gravina è una Camelot sportiva, una Camelot in Magna Grecia, un unicum a tutti gli effetti. Un ringraziamento particolare va anche al presidente uscente, Colangelo, che oggi è il presidente onorario».
Chiaradia, Russo, Viti e Gnago sono i calciatori con più minutaggio. Costituiscono la spina dorsale della squadra? «Penso che noi, per essere efficaci e cinici in zona gol, dobbiamo difenderci bene. Forse è un principio generale, un postulato del calcio, ma è sicuramente un principio di gioco di mister Ragno: la solidità difensiva fa parte del suo modo di vedere il calcio. Ci difendiamo bene per attaccare bene. Sono contento di tutta la squadra. Faccio un grande in bocca al lupo per il rientro a Ivo Molnar».
Qual è la sua favorita per la vittoria finale nel Girone H? «È un girone complesso, affascinante. Se mi avessero parlato tempo fa di questa attuale classifica, non ci avrei creduto. Sapevo che il Fasano fosse la favorita numero uno per gli investimenti fatti, ma oggi il campo ci dice che tutti possono portare via punti a tutti. Inizialmente non includevo l'Heraclea tra le squadre che potessero insidiare il primo posto, ma oggi la introduco tra le contendenti del Fasano. Poi ci metto sempre il Barletta, nonostante i punti persi, perché è una neopromossa che ha cambiato tanto e ha un allenatore preparato. Infine, penso che la Sarnese avrebbe dovuto essere lì con queste, e non la tolgo dalla lista perché mancano ancora tante partite».
Il prossimo match è proprio contro la Sarnese... «Sappiamo le difficoltà dell'incontro. La Sarnese è una squadra costruita per vincere, sarà una partita difficile. Mister Parlato lo conosco, è un amico, gli auguro il meglio ma dalla domenica successiva. Sa uscire dalle situazioni di difficoltà con esperienza e competenza».
Infine, la Serie D va verso una riforma: otto gironi con una promozione extra tramite i playoff. Cosa ne pensa a riguardo? «La riforma pensata dall'avvocato Barbiero la vedo di grande valore. Dà un valore ai playoff che finora era quasi nullo. La riforma professionalizzerà ancora di più questa categoria, che è quasi a tutti gli effetti una serie professionistica e deve essere concepita come tale da tutti e per tutti. Già mettere in atto il controllo a fine gennaio, affinché le società abbiano pagato tutti fino a dicembre, è una cosa importantissima. La Serie D va sempre più verso la regolarità e la professionalità. Ora manca solo che finisca il clientelismo che, purtroppo, ancora divampa tra alcune società di questa categoria: serve serietà e capire come muoversi».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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