La Sampdoria vive uno dei momenti più bui della sua storia. Quindicesima in Serie B, a rischio playout, la squadra blucerchiata appare lontana anni luce dal suo glorioso passato, quando era decima nella classifica storica della Serie A con 2.961 punti conquistati in 66 partecipazioni.
I numeri raccontano una storia impietosa: solo 6 vittorie in 28 giornate, un dato peggiore persino rispetto ai periodi più bui degli anni Settanta. L'ultima volta che la Samp si trovava in una situazione simile risale al 1979/1980, con appena 7 successi.
Le ragioni di questo declino sono molteplici. La fase di costruzione della squadra è stata costellata di contraddizioni, a partire dalla conferma di Andrea Pirlo, avvenuta più per ragioni economiche che tecniche. Il mercato estivo è stato limitato dai vincoli finanziari, con pochissimi innesti di qualità. Gli unici nuovi giocatori a emergere sono stati Meulensteen e Akinsanmiro.
L'allenatore Leonardo Semplici ha più volte sottolineato la difficoltà di lavorare con una rosa incomplete. "Tutti ci aspettano al varco, ma il nome Sampdoria da solo non fa vincere", ha dichiarato, evidenziando come serva ben altro per risalire la china.
Alcuni segnali positivi non mancano. Nelle ultime partite la squadra ha mostrato una maggiore solidità difensiva, incassando solo 3 reti in 5 match. Il nuovo modulo 3-4-2-1 sembra aver restituito una fisionomia tattica più definita.
Tuttavia, i pareggi non bastano più. Serve una svolta immediata, un "rally" di risultati che possa riportare la Sampdoria fuori dalla zona pericolosa. Nelle prossime 10 giornate, l'obiettivo è quello di infilare tre vittorie consecutive, un traguardo mai raggiunto finora in questa stagione.
La sensazione è che la Sampdoria sia chiamata a una prova di orgoglio, a riscattare un'immagine che appare sbiadita e a riconquistare quella credibilità che appartiene alla sua storia.
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