Al termine del posticipo che ha visto il Perugia imporsi sulla Vis Pesaro al Curi, l'allenatore Giovanni Tedesco ha espresso una grande emozione e profonda soddisfazione. La vittoria, frutto di una rimonta nel secondo tempo, è stata dedicata a figure centrali della storia e dell'attualità del club.
Il tecnico biancorosso ha esordito lodando l'impegno e la qualità dei suoi uomini, sottolineando quanto la squadra sia migliorata dal suo arrivo. “Ho sempre detto di avere un gruppo che mi mette in difficoltà, la fortuna è che da quando sono arrivato ha alzato il livello.”
La forte concorrenza interna rende le scelte difficili per l'allenatore, ma è anche una risorsa fondamentale: “Non è facile allenarsi al massimo come loro e fare le scelte diventa sempre difficile, sono fortunato ad avere un gruppo importante che mi dà la possibilità di cambiare a partita in corso, sono felice.”
L'aspetto emotivo ha giocato un ruolo chiave in questo successo. Tedesco ha rivelato che la vittoria era un obbligo morale, motivato da due dediche importanti. La prima era rivolta al presidente del club, reduce da un intervento chirurgico, ma in fase di recupero. La seconda, ancor più toccante, era per Renzo, figura storica del Perugia, amico, confidente e fisioterapista, attualmente in ospedale e in un momento di grande sofferenza.
Il tecnico aveva visitato Renzo in ospedale e la signora Luchini gli aveva chiesto un successo da dedicargli: “Mi conoscete umanamente, alla squadra ho detto che volevo vincere per due motivi.” Renzo è una persona “che ha fatto la storia del Perugia, per noi c’è sempre stato, non era un fisioterapista, era un amico, confidente, fisioterapista, uno di quelli di cui si parla poco ma sono determinanti.” Un ringraziamento particolare, infine, è andato allo staff che lavora in silenzio ma in modo “determinante”.
Se il primo tempo aveva lasciato qualche ombra, la ripresa ha mostrato un Perugia battagliero e determinato. Tedesco ha spiegato che lo schema tattico scelto (il 4-3-1-2) era quello giusto, pur essendo molto dispendioso e portando ad accettare dei rischi in alcune zone del campo, dato che la Vis Pesaro è una squadra “organizzata, palleggia, ti fa correre” e lasciava spesso gli uomini in situazioni di uno contro uno.
Durante l'intervallo, l'allenatore ha scosso i suoi: “...ho detto che non meritavamo di uscire dal campo con una sconfitta, ho chiesto di restare squadra compatti che prima o poi l’occasione capitava.” Una strategia che si è rivelata vincente.
Nonostante il sesto risultato utile consecutivo, Tedesco allontana categoricamente qualsiasi tentazione di euforia. Il cammino è ancora lungo e difficile: “E per cosa, non abbiamo fatto niente di importante.”
L'unico momento in cui sarà concesso "alzare la testa" sarà quando il Perugia sarà uscito definitivamente dalla zona calda della classifica: “Quando vedremo il Perugia fuori dalla zona retrocessione forse potremo un po’ alzare la testa, ma da domani dobbiamo pensare alla Juventus, non abbiamo ancora fatto niente, siamo sempre lì.”
Riguardo al primo tempo, in cui la squadra aveva manifestato un momento critico dopo lo svantaggio, Tedesco ha identificato il principale difetto nella mancanza di audacia e costruzione dal basso: “Se devo essere sincero la personalità e il coraggio di giocare, da dietro abbiamo giocato poco la palla, quello non mi è piaciuto...”
Inoltre, il gol subito è arrivato su un errore banale, “su rinvio sporco di Giunti”. L'allenatore ha chiesto alla linea offensiva di non arretrare troppo per consentire una migliore transizione e recupero palla, ma ha riconosciuto che la voglia di strafare del primo tempo ha portato a un po' di frenesia, specialmente contro un avversario dotato di “gamba e qualità”.
Tuttavia, i segnali positivi sono netti e gratificanti. L'impatto dei subentrati, come Bacchin, autore di “un gran gol”, è stato decisivo. Ancora più significativo è stato l'atteggiamento dei giocatori dopo il pareggio: “La squadra sull’1-1 al posto di esultare è andata a prendere la palla per portarla a centrocampo e vincere la partita. Questi sono segnali troppo belli per un allenatore.”
L'apporto dei nuovi entrati, la spinta del pubblico e, non ultimo, il lavoro fisico dello staff tecnico, sono stati gli elementi che hanno permesso alla squadra di non cedere alla fatica. La forza del gruppo e la capacità di seguire le direttive del tecnico rendono Tedesco un "allenatore fortunato". La conclusione è dedicata ancora una volta a chi soffre: “Oggi avevamo dediche troppo importanti per sbagliare, grazie ai grifoni che riescono ad alleviare le sofferenze di qualcuno.”
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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