In un periodo di profonda crisi per l'Albenga Calcio, emerge una storia di passione e determinazione che ha come protagonisti i giovani calciatori della formazione Juniores. Mentre la prima squadra è stata formalmente esclusa dal campionato di Serie D "A" dopo la mancata presentazione alla partita contro il NovaRomentin, segnando così la seconda settimana consecutiva senza la presenza dei bianconeri nella competizione, un gruppo di ragazzi sta dimostrando cosa significhi davvero amare i colori di una squadra.
Contrariamente a quanto si potesse immaginare, la formazione giovanile ha rifiutato categoricamente di seguire il destino della prima squadra. Quando sembrava che anche per loro il campionato potesse concludersi anzitempo, i giovani atleti hanno deciso di opporsi alla direzione intrapresa dalla società, prendendo una posizione netta e continuando a giocare senza saltare nemmeno una giornata di campionato.
Un esempio concreto di questa resistenza sportiva si è visto proprio in occasione della trasferta contro il Ligorna. Prima di dirigersi verso Genova, la squadra si è riunita per condividere un pranzo, dimostrando coesione e spirito di gruppo nonostante le avversità. L'aspetto più significativo di questa vicenda è che l'organizzazione della trasferta è avvenuta praticamente a spese degli stessi ragazzi, con il supporto di alcuni tifosi dei "Fedelissimi" e l'importante contributo di Enrico Perlo, ex giocatore di rilievo nella storia dell'Albenga e attualmente gestore del bar del Riva.
Questa mobilitazione spontanea si è resa necessaria a causa dell'assenza totale della società e persino dell'allenatore ufficiale della squadra giovanile, Massa, che sembra aver abbandonato il proprio ruolo lasciando i ragazzi senza guida tecnica.
Nonostante gli sforzi e la determinazione mostrata, la partita contro il Ligorna si è conclusa con una pesante sconfitta per 6-2. Tuttavia, il risultato sportivo passa in secondo piano rispetto alla vittoria morale ottenuta da questi giovani, che sono usciti dal campo "comunque felici ed orgogliosi" per aver potuto continuare a indossare la maglia bianconera e a rappresentare i colori dell'Albenga.
Questa vicenda rappresenta un raro esempio di attaccamento ai valori dello sport che va oltre le contingenze economiche e le difficoltà societarie, dimostrando come la passione autentica possa trovare strade alternative per esprimersi anche nei momenti più bui della storia di una società sportiva.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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