La Procura di Verona ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta nei confronti di Luca Campedelli, storico ex presidente del Chievo Verona. L'accusa, formulata in seguito alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, si concentra su una presunta gestione fraudolenta della società calcistica, attualmente in procedura fallimentare.
Secondo quanto emerso dall'inchiesta, la dirigenza del club avrebbe costruito un'immagine di solidità economica che non corrispondeva alla realtà, celando il progressivo deterioramento della situazione finanziaria. Questo meccanismo avrebbe permesso al Chievo di continuare a iscriversi ai campionati professionistici nonostante le gravi difficoltà economiche sottostanti.
Tra le operazioni finite sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti figurano le cessioni di calciatori a squadre come Cesena e Carpi che, secondo l'accusa, sarebbero avvenute a valori artificiosamente gonfiati e senza un effettivo trasferimento dei giocatori. Queste transazioni avrebbero generato plusvalenze fittizie per un valore complessivo superiore ai 35 milioni di euro.
La Procura ha posto sotto esame anche altre operazioni sospette, come la cessione del marchio del club dopo una rivalutazione ritenuta artificiosa, e il conferimento del ramo d'azienda relativo al campo sportivo Bottagisio.
Ora la decisione passa nelle mani dei giudici, che dovranno valutare se accogliere la richiesta della Procura e rinviare a giudizio l'ex presidente Campedelli. Questa vicenda giudiziaria aggiunge un ulteriore capitolo problematico alla storia del Chievo Verona, una delle realtà calcistiche più affascinanti ma anche più travagliate degli ultimi anni.
Come riportato da La Gazzetta dello Sport, si tratta di un caso che potrebbe avere importanti ripercussioni non solo per l'ex dirigente, ma anche per il panorama calcistico italiano.
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