Con la ripresa del campionato alle porte, la Società Sportiva Juve Stabia si prepara ad affrontare una delle trasferte più ardue della stagione, misurandosi con la capolista Modena. Alla vigilia di questo "big match", l'allenatore Ignazio Abate ha incontrato la stampa per delineare il quadro generale della squadra, toccando temi che spaziano dalle condizioni fisiche dei singoli alla mentalità necessaria per competere in Serie B.
Il recente turno di riposo imposto dal calendario ha suscitato pareri discordanti, ma il mister ha chiarito come si sia sviluppata la preparazione. «È stata una settimana un po' particolare,» ha ammesso Abate, sottolineando che i primi giorni hanno visto una rosa molto ridotta per gli allenamenti. Sul fronte infortuni, la situazione non è del tutto rosea: Bellich è rientrato in gruppo da due giorni e risulta recuperato, ma "per il resto non recuperiamo nessuno." Rimangono da valutare le condizioni di Maistro, che ha accusato un problema muscolare di recente, mentre c'è un cauto ottimismo per Gabrielloni, il quale potrebbe essere portato in trasferta dopo il suo primo allenamento.
Il rammarico più grande dell'allenatore è stato non aver potuto giocare in casa, di fronte al pubblico amico. Per Abate, scendere in campo in un momento come questo è cruciale: «Mi è dispiaciuto non giocare perché avrei voluto giocare in casa davanti ai nostri tifosi e soprattutto anche perché in questo momento il giocare ti toglie pensieri, ti fa un po' scaricare sul campo con l’adrenalina». Nonostante le difficoltà, il messaggio è chiaro e diretto: «Metteremo in campo le nostre armi, quindi senza piangerci addosso».
L'attenzione si è poi focalizzata sull'avversario. Alla domanda se si aspettasse un Modena così in alto, la risposta di Abate è stata perentoria: «Assolutamente sì, perché è una squadra costruita con identità forte, bene allenata da un allenatore molto bravo». Il tecnico ha riconosciuto l'eccellente costruzione della rosa emiliana, evidenziando come abbiano "doppioni in tutti i ruoli" e abbiano incrementato la qualità con innesti di esperienza, sostenuti da una proprietà "forte e ambiziosa."
Per la Juve Stabia, tuttavia, il confronto non deve essere vissuto come un muro, ma come un banco di prova. «Non deve essere vissuta come un ostacolo, ma deve essere vissuta come un’opportunità di misurarsi contro una squadra forte, che sicuramente arriverà in fondo, una squadra che ha ben altri obiettivi rispetto ai nostri». L'approccio dev'essere quello di "mettersi in mostra" con la chiara intenzione di fare punti e la voglia di "divertirsi, in un certo senso, nel confrontarsi con squadre brave e attrezzate."
Un tema che ha scaldato gli animi del tecnico è stata la dolorosa e ingiusta assenza dei sostenitori campani a Modena, dovuta a restrizioni esterne al campo. Abate ha definito questa mancanza "un danno grosso," specificando l’enorme spinta emotiva che la presenza di 500 o più tifosi avrebbe dato ai suoi ragazzi, specialmente in uno stadio con un grande pubblico. La passione dei tifosi è per lui "benzina," un elemento "troppo, troppo importante."
Nonostante gli alibi che si potrebbero cercare tra infortuni e limitazioni per i sostenitori, Abate ha esortato la squadra a trovare le proprie certezze nel lavoro quotidiano. «Le certezze bisogna ritrovarle nelle cose di campo, senza trovare alibi». Ha elogiato il valore umano e l'ambizione del suo gruppo: «Ho sempre elogiato il gruppo e il valore umano di questi ragazzi e mi lascia ben sperare. Quando ci sono difficoltà da campo, prima o poi si resta in piedi. È il gruppo che ti fa restare in piedi». Il suo monito è di andare avanti "tappandoci le orecchie" e concentrandosi sul gioco, in un campionato difficile e cortissimo: «Dobbiamo pedalare tanto, tanto, tanto per mantenere questa categoria».
Dal punto di vista tattico, il tecnico ha analizzato il 3-5-2 del Modena, squadra che ama attaccare la profondità ed è "abbastanza diretta." Per la Juve Stabia, la chiave saranno i duelli individuali. «Dobbiamo essere pronti a sporcarci le mani se vogliamo uscire e conquistare punti».
Pur credendo in un gioco propositivo, il mister non rinuncia alla componente agonistica: «Abbiamo intrapreso una strada, noi dobbiamo giocare a calcio perché è quello in cui credo. Poi dentro lì c'è l'altro rovescio della medaglia: bisogna essere sporchi, bisogna saper soffrire». Questa malizia, questa "esperienza," è ciò che secondo lui è mancato nel finale della gara contro il Padova, costata i tre punti.
Abate ha riservato parole di grande enfasi per l'importanza della profondità della rosa e di coloro che giocano meno. Pur allenando 24-25 elementi come se fossero tutti titolari, ha ammesso che la vera differenza la fa chi non trova spazio costante: «Chi fa realmente la differenza è chi in quel momento trova meno minutaggio, perché ti permette di allenarti in un determinato modo, ti permette di aumentare il livello di chi sta giocando. Quelli sono più importanti di quelli che scendono in campo». Mantenere alta la "competizione interna" con lealtà è l'unico modo per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Per quanto riguarda i giovani, il percorso di crescita è ben avviato. «Stanno crescendo bene, son contento di come sono entrati, di come hanno approcciato alla partita, mi hanno dato la sensazione di più solidità, che stavano dentro la partita con maturità». Riguardo a due singoli, Episcopo e De Pieri, sono stati visti bene, ma devono continuare ad adattarsi alle nuove situazioni tattiche e trovare la continuità di rendimento mentale per fare il "ulteriore step" che li renderà giocatori migliori.
Sollecitato da un dato statistico che vedeva il Modena beneficiare di sei rigori in dieci gare (lo stesso totale dell'intera scorsa stagione), contro i tre rigori della Juve Stabia da quando è tornata in Serie B, Abate ha riconosciuto il dato come "oggettivo." Tuttavia, ha scelto di non farsi influenzare, concentrando l'attenzione su ciò che la squadra può controllare. Ha espresso invece un disappunto per l'eccessivo numero di ammonizioni subite dalla sua squadra, giudicato "troppo sproporzionato," e ha invitato i suoi a essere "un po' più smaliziati" in campo.
Infine, sull'esperienza personale alla guida in un campionato difficile, il mister ha attribuito il suo approccio vincente alla fusione di due fattori: l'esperienza da calciatore ai massimi livelli (utile per percepire le dinamiche dello spogliatoio) e il percorso intrapreso come allenatore, partendo dalle giovanili e salendo "step by step." Questa gavetta gli ha dato maggiore conoscenza e "più sicurezze," permettendogli di affrontare con fiducia le nuove situazioni che la vita gli presenta. «Sono felice di essere partito dal basso sinceramente, perché step by step ti dà, secondo me, ti dà più conoscenza e ti dà forse più sicurezze».
La trasferta a Modena è storicamente difficile per la Juve Stabia, che non ha mai vinto in passato. Abate ha lanciato la sfida finale: «Andremo lì per smentire i pronostici».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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