Una rete destinata a entrare nella storia del calcio dilettantistico pugliese ha caratterizzato la giornata di giovedì 30 ottobre, quando allo stadio "Iacovone" si è disputata la gara d'andata del secondo turno di Coppa Italia Dilettanti Puglia tra Taranto e Atletico Acquaviva. L'episodio, verificatosi al settantesimo minuto di gioco, ha sollevato un acceso dibattito sul confine tra regolamento e correttezza sportiva.

Il protagonista della vicenda è Davide Derosa, calciatore tarantino che ha vissuto un pomeriggio tanto memorabile quanto controverso. Nel tentativo di compiere un gesto che rappresenta da sempre uno dei pilastri del fair play calcistico – la restituzione del pallone alla squadra avversaria dopo un'interruzione del gioco – l'atleta ha invece realizzato una marcatura tanto spettacolare quanto imbarazzante.

La dinamica dell'azione ha dell'incredibile: Derosa, posizionato ben oltre la metà campo, calcia il pallone con il piede destro con l'evidente intenzione di riconsegnarlo agli avversari. La traiettoria della sfera, tuttavia, assume un andamento imprevisto e beffardo. Il pallone, lanciato da una distanza superiore ai cinquanta metri, si alza progressivamente, supera la linea difensiva dell'Acquaviva e scavalca anche l'estremo difensore ospite, per poi depositarsi inesorabilmente in fondo alla rete.

L'atmosfera allo stadio "Iacovone" si è immediatamente trasformata in un mix di stupore e imbarazzo. I calciatori dell'Atletico Acquaviva sono rimasti letteralmente pietrificati, incapaci di comprendere pienamente quanto accaduto. Analogamente, anche i giocatori della formazione di casa si sono scambiati sguardi carichi di perplessità, consapevoli dell'eccezionalità e della delicatezza della situazione che si era venuta a creare.

Dopo alcuni istanti di comprensibile esitazione, il Taranto, guidato da mister Danucci, ha però preso una decisione che non è passata inosservata: non restituire il gol agli avversari. Una scelta che ha immediatamente acceso le discussioni sulle norme non scritte del calcio e sul valore della sportività.

La motivazione alla base di questa decisione presenta risvolti tecnici significativi. Un'eventuale rete volontariamente concessa all'Atletico Acquaviva avrebbe infatti assunto il valore doppio tipico delle reti segnate in trasferta, elemento determinante nelle competizioni a eliminazione diretta che prevedono gare di andata e ritorno. Questo particolare regolamentare ha evidentemente pesato nella valutazione della squadra tarantina, che ha privilegiato l'aspetto strategico rispetto alla tradizione del fair play.

Il match si è successivamente concluso con un netto 5-1 in favore della formazione di casa. Paradossalmente, proprio Derosa – il protagonista involontario dell'episodio più discusso della giornata – ha firmato una doppietta personale, contribuendo in modo determinante al risultato finale e dimostrando sul campo le proprie qualità tecniche, seppur in circostanze ben diverse da quella rete anomala.

L'accaduto ha inevitabilmente riacceso il dibattito su quanto il rispetto delle consuetudini sportive debba prevalere sugli interessi competitivi. La tradizione calcistica, infatti, prevede che in determinate situazioni il pallone venga restituito alla squadra avversaria come gesto di correttezza, e altrettanto abitualmente si assiste alla restituzione volontaria di un gol quando questo sia stato segnato in violazione di tale prassi.

Tuttavia, il calcio moderno – anche a livello dilettantistico – si trova sempre più spesso a dover bilanciare questi valori tradizionali con le esigenze competitive e le implicazioni regolamentari che possono derivare da ogni singola decisione in campo. Il caso di Taranto-Atletico Acquaviva rappresenta un esempio emblematico di questa tensione, dove la scelta del Taranto, pur legittima dal punto di vista normativo, ha sollevato interrogativi sulla gerarchia dei valori nello sport.

L'episodio del "Iacovone" continuerà probabilmente a far discutere nelle prossime settimane, alimentando il confronto tra chi ritiene prioritario il rispetto delle tradizioni di fair play e chi invece considera prevalente l'interesse sportivo della propria squadra, soprattutto quando entrano in gioco meccanismi regolamentari complessi come quello della doppia valenza delle reti in trasferta.

Una rete da oltre cinquanta metri che, nata come gesto di sportività, si è trasformata in un caso di studio sul rapporto tra regole scritte e non scritte del calcio, lasciando aperta la questione su quale debba essere il comportamento corretto in situazioni tanto rare quanto delicate come quella verificatasi oggi in terra jonica.

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Sezione: Eccellenza / Data: Ven 31 ottobre 2025 alle 00:00
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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