La situazione del Rimini è appesa a un filo, e l'addio del direttore generale e sportivo Stefano Giammarioli getta un'ombra ancora più scura sulle vicende societarie. Intervenuto nel programma A Tutta C su TMW Radio, Giammarioli ha offerto un resoconto crudo e toccante della sua decisione di lasciare il club.
«È sempre un momento difficile lasciare una squadra» ha confessato Giammarioli. «In questo specifico contesto, la questione non riguarda aspetti puramente contrattuali o professionali. Si tratta, in primo luogo, di un profondo aspetto morale e umano nei confronti di un intero gruppo, di uno staff tecnico e di una città che ha attraversato momenti estremamente complicati».
L'ex dirigente ha descritto l'incredibile sforzo fatto per rimettere in piedi il club, definendo l'attuale potenziale trasferimento societario come un vero e proprio "miracolo". «Se oggi il Rimini può anche solo pensare di realizzare una cessione della società, ritengo che questo sia già un miracolo. Un miracolo nato nella settimana della partita contro la Ternana, quando tutto era paralizzato: la squadra era ferma, i giocatori disponibili erano pochissimi. Il Rimini è ripartito esclusivamente grazie a un lavoro straordinario, svolto da persone che hanno sudato enormemente per riattivare un'attività considerata normale, portando poi a dei risultati che hanno anche attratto l'attenzione di nuovi gruppi imprenditoriali interessati».
La verità sulla condizione finanziaria
Nonostante la ripartenza sul campo, Giammarioli ha rivelato la ragione ultima del suo distacco: «È una verità innegabile: il club versa in una condizione finanziaria disastrosa e, a quel punto, la mia funzione non aveva più alcuna valenza operativa. È corretto che la signora Scarcella abbia proceduto con le sue valutazioni, e la mia più grande speranza è che i nuovi imprenditori siano individui attenti, in particolare, a quegli aspetti che nel calcio di oggi vengono troppo spesso ignorati: la protezione e la salvaguardia dei magazzinieri, l'importanza del lavoro di tutti coloro che operano dietro le quinte e, ovviamente, la tutela dei calciatori, che in Serie C percepiscono stipendi minimi. Credo sia giunto il momento di dedicare maggiore attenzione a tutte queste figure».
Interrogato sulla possibilità che la stagione sportiva sia ormai irrimediabilmente compromessa, Giammarioli ha espresso un pessimismo razionale: «Sì, la situazione è oggettivamente complicata e, come ho detto prima, mancano serenità e organizzazione strutturale. Se in precedenza era necessario un miracolo per raddrizzare la rotta, ora, anche con l'ingresso di una società seria, si renderebbe necessario un triplo miracolo per salvarsi. La nostra speranza è che la nuova proprietà, almeno per un fatto etico e morale, tenti il tutto per tutto: magari acquistando qualche elemento e iniettando liquidità essenziale per rimodellare l'organico. Ma la matematica e l'analisi dei numeri ci dicono che l'impresa sarà estremamente ardua».
Nessun contatto con la nuova proprietà
L'ex dirigente ha anche chiarito di non aver avuto alcun contatto con il gruppo presumibilmente guidato da Di Matteo: «No, non ho la minima idea di chi sia la nuova proprietà. Io ero giunto a Rimini non per occuparmi della sfera finanziaria, il mio compito era esclusivamente quello di riorganizzare la parte sportiva e, in parte, quella organizzativa. Tuttavia, sono convinto che la nuova proprietà abbia fatto una scelta pienamente consapevole, e spero che abbia compreso appieno l'estrema gravità della situazione in cui si trova. Mi auguro sinceramente che abbiano le credenziali, la volontà e la forza, sia a livello economico che gestionale, per provare a salvare il salvabile».
In conclusione, Giammarioli ha voluto lanciare un ultimo messaggio alla squadra, sottolineando il legame umano che lo unisce al gruppo: «Vado a salutarli proprio in questi istanti. È una questione di sensibilità e di rispetto umano, che in questo nostro mondo, in circostanze così critiche, viene fin troppo spesso messo da parte. Non posso certo dare consigli tecnici, ma ho avuto modo di conoscere ragazzi straordinari, uno staff entusiasta, attento e umile. Ritengo che meritino davvero la massima attenzione e protezione da parte di tutti, perché sono calciatori, ma prima di tutto sono persone di grande valore umano».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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