La settimana in casa Lecco, sebbene seguita dalla brillante vittoria per 5-1 contro l'Arzignano, non ha conosciuto rilassamenti. Il tecnico Alfredo Valente ha illustrato il metodo di lavoro mantenuto sin dal primo giorno. «Il nostro approccio è sempre lo stesso: lavoriamo in modo tosto e intenso nei primi due giorni della settimana, indipendentemente dal risultato conseguito nella gara precedente e dalle modalità con cui lo abbiamo raggiunto» ha spiegato.
Dopo la grande performance offensiva, lo staff si è concentrato sulle rifiniture. «Abbiamo analizzato con attenzione quelle problematiche che avevo già accennato e che dovevano essere corrette post-partita» ha continuato Valente. «Ci sono sempre aspetti che possiamo migliorare ulteriormente, sebbene non manchino gli elementi positivi da sottolineare».
Novara, un avversario sottovalutato e la mentalità ferrea
L'attenzione è ora tutta rivolta al Novara, una squadra che, a detta di Valente, ha un potenziale ben superiore a quanto indichi la classifica. «Ci aspetta il Novara, una formazione che è senza dubbio sotto-classificata rispetto alle proprie possibilità e qualità, sia come collettivo che a livello individuale. Proprio per questo motivo, i ragazzi hanno immediatamente compreso cosa ci attende e cosa dobbiamo preparare».
Il tecnico ha voluto mettere in chiaro il suo approccio alla motivazione, che non deve venire da stimoli esterni ma da una consapevolezza interna. «Andare sempre a insistere sull'aspetto mentale o doverli continuamente motivare è una cosa che non mi va, perché in questo percorso stiamo cercando di stabilire, o abbiamo già stabilito, la voglia di crescere e di migliorare ogni giorno. Per questa ragione, non ho intenzione di concedere neanche un minimo millimetro di allentamento o di fare qualcosa di diverso da quanto stabilito».
La rosa si allunga: le opzioni in campo e i rientri
Una buona notizia per Valente è l'ampliamento delle scelte a sua disposizione. Avere un parco giocatori più ampio è, secondo lui, un vantaggio non tanto per sé stesso, quanto per i calciatori. «A me piace tantissimo avere più opzioni. Per un allenatore, avere la possibilità di scegliere tra più ragazzi significa che la scelta dei venti diventa più difficile, ma è sempre meglio. Stare fermi è la cosa peggiore in assoluto per un giocatore».
Il tecnico ha fatto il punto sugli infortunati, anticipando importanti rientri. «Guillom ha svolto l'intera settimana di lavoro in gruppo, cosa che non era successa la settimana scorsa. Per lo stesso motivo, non avevo voluto forzarlo. Adesso anche Matteo e Davide Voltan hanno ripreso gli allenamenti al cento per cento». Nonostante i rientri, Valente usa la massima cautela, avvertendo che le presenze non sono regali: «Io sono della convinzione che un giocatore debba darmi un segnale forte e chiaro da parte sua. Nessuno riceve un piccolo regalo: se mi dimostra di essere pronto, si riconferma per giocare. Altrimenti, aspetta ancora una decina di giorni o una settimana».
Sullo sfortunato Marrone, Valente spera in un rientro imminente: «Marrone è ancora fuori e sta fermo anche questa settimana. Ha ricominciato a correre e sta facendo esercizi tecnici brevi, niente di intenso, con la speranza che possa rientrare in gruppo la settimana prossima».
La filosofia tattica e il ruolo dei giovani
Interrogato sulla duttilità dei suoi uomini, Valente ha citato il caso di Dongo come esempio di versatilità. «Dongo può fare l'esterno, dato che nasce come attaccante esterno sinistro in un 4-3-3, ma può fare anche la prima punta, la seconda punta, o anche uno dei tre attaccanti. Per me, Dongo ha tutte le possibilità, può persino fare il quinto (esterno di centrocampo o difesa). È mia convinzione che i giocatori debbano saper interpretare quasi tutti i ruoli».
Il tecnico ha poi sposato appieno la linea del club sui giovani: «L'idea della società è quella che io sposo, di allenare giocatori giovani, di gamba, con un'espressione in campo che punta sulla velocità e sull'intensità. Non a caso, alla fine dell'ultima partita, avevamo in campo cinque 2006 e un 2005. I giovani sono essenziali per portare il baricentro del pressing più in alto, a differenza di chi ha 35 anni. Per questo abbiamo bisogno di un mix di giovani che erano già qui e di nuovi innesti, per poter avere la giusta bilancia in squadra».
Tunnel e concentrazione: l'importanza del proprio lavoro
Valente ha infine liquidato le domande riguardanti le questioni extra-campo, come la questione stadio, e ha chiarito il suo singolare rapporto con la tifoseria. «Non leggo mai le cose esterne e non mi interessano. Più spendo energie su cose su cui non posso incidere, peggio è. Io mi concentro solo sul mio lavoro. Ho piena fiducia in ciò che fanno la società, il presidente e la direttrice Vinna Bonfanti. Loro conoscono le nostre esigenze. Il resto non mi tocca a me parlarne».
Riguardo agli applausi del pubblico, il tecnico ha spiegato il perché della sua apparente freddezza prima del fischio d'inizio. «Sento gli applausi, sento tutto, ma so anche che nel calcio il vento cambia velocemente. Apprezzo tantissimo la tifoseria, il modo in cui ci sostiene in casa e in trasferta, è un uomo in più. Sono veramente fiero di poter allenare una piazza così. Il mio non è affatto un segnale di disinteresse, anzi, è un segno di rispetto. Io rimango umile e voglio conquistarmi il merito per la squadra. Per questo, sono già nel mio tunnel quando entriamo in campo e rimango in quel tunnel fino a dopo la partita».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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