La Sampdoria si avvicina all'impegno di campionato contro il Venezia, una delle formazioni più quotate della Serie B, dopo un periodo intenso e caratterizzato dalla scelta del ritiro.
Il tecnico Angelo Gregucci, intervenuto in occasione della conferenza stampa pre-partita, ha analizzato la situazione complessa che la squadra blucerchiata sta attraversando, fornendo al contempo una lucida e schietta lettura del cammino che attende i suoi ragazzi.
«Il ritiro è stato utile per favorire la coesione del gruppo, per restare uniti e per affrontare e risolvere le problematiche in modo collettivo» ha esordito Gregucci, chiarendo subito la funzione della misura adottata.
«Non siamo depositari di chissà quale verità assoluta nel mondo del calcio. È, piuttosto, un momento di presa di coscienza sulla realtà che stiamo vivendo. Io sono estremamente pragmatico sulle questioni concrete: guardo la classifica, so che affronteremo un avversario di notevole spessore e qualità, e desideriamo contrapporci mettendo in campo il massimo sforzo, arrivando a compiere l'impossibile, se necessario. Stare insieme, lavorare congiuntamente, guardarsi negli occhi e dividere ogni responsabilità era l'obiettivo primario per cooperare. A questo è servito il ritiro, e l'atteggiamento che ne scaturisce è quello che dovrà essere mostrato in campo. Abbiamo richiesto sacrifici e dovremo fare di più».
L’esortazione alla lotta e la responsabilità collettiva
Il tecnico ha poi sottolineato come la partecipazione mostrata nel periodo di isolamento debba necessariamente riflettersi sul terreno di gioco, traducendosi in una squadra che sappia riconoscere e superare insieme i momenti di difficoltà. «Adesso non è più il momento delle tergiversazioni, ma quello di assumersi le proprie responsabilità. Signori, siamo nella parte bassa della classifica ed è un fatto che va riconosciuto. Dobbiamo imperativamente saper lottare, è la sola verità che conta. Siamo in Serie B, siamo in fondo, e per necessità dovremo combattere» ha rincarato la dose.
Gregucci ha espresso un netto rifiuto verso le superficialità, definendo alchimie, chiacchiere e aria fritta come "fuffa" in un momento di crisi. «C'è un periodo di difficoltà, e tutti quanti devono fornire qualcosa in più. Di sicuro, quanto fatto finora non è sufficiente. Abbiamo disputato una buona partita sotto il profilo statistico, con una buona pressione nel primo tempo, ma non basta. Dovremo necessariamente provare a fare meglio, cercare di commettere meno errori e manifestare maggiore determinazione quando si propongono situazioni offensive. Questi sono concetti semplici, forse persino banali, ma al momento della gara dovremo farci trovare sempre pronti» ha spiegato.
La concentrazione del gruppo è massima: «Siamo stati insieme in questo frangente per cercare di sbagliare il meno possibile e raccogliere quante più informazioni utili, perché vogliamo eseguire ogni azione con scrupolo certosino e rappresentare al meglio la nostra gloriosa bandiera e il nostro popolo».
Nessun Salvatore: solo il valore del gruppo e dell’identità
Il tecnico ha ribadito con forza la necessità di un approccio corale e ha smontato la narrazione del singolo salvatore. «Noi dovremo essere per forza una squadra, la sua rappresentazione in campo è fondamentale. Il dio che arriva qui e salva le sorti tecniche della squadra io non lo conosco, e dalla mia, seppur misera o importante, esperienza, non ne ho mai visti. Di conseguenza, l'approccio e l'atteggiamento devono coinvolgere tutti, dall'ultimo magazziniere al direttore: tutti insieme per questa squadra. L'atteggiamento è una componente fondamentale nel creare sacrificio, famiglia e senso identitario» ha rimarcato.
A tal proposito, Gregucci ha citato una figura iconica della storia blucerchiata: «Volete raccontare voi ad Attilio Lombardo cos'è la Sampdoria? Qualcuno si alza in piedi e mi dimostra che ne sa di più di Attilio? Non penso proprio che esista un solo individuo».
Il Venezia, un avversario di caratura superiore
L'analisi dell'avversario è stata altrettanto chiara: «Il Venezia che affronteremo domani è una squadra reduce dalla retrocessione dalla Serie A ed è strutturata per ambire alla vittoria finale del campionato. Ha un'idea di gioco ben definita e forte. Conosco il loro allenatore, con cui ho giocato assieme, e sarà un avversario difficile. In questo momento alterna qualche risultato, ma l'analisi mostra potenzialità elevatissime, perché il Venezia ha grandi prospettive. Ritengo che abbiano idee potenti e molto funzionali alle qualità dei loro giocatori, perché il loro tecnico conosce benissimo questa categoria, che ha vinto molte volte».
Come possono i blucerchiati contrapporsi? «Solo rappresentando al meglio ciò che siamo e ciò che in questo particolare momento ci è richiesto: lo zero virgola uno di tutti qualcosa in più. Poche alchimie, ma un supplemento di impegno per onorare questa maglia, per restituirci un minimo di autostima, per poter lottare in ogni momento con la faccia in alto e il petto in fuori» ha concluso il tecnico doriano.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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