Non incasso abbastanza per coprire le spese, a gennaio taglieremo i costi". E apre a possibili acquirenti: "Prezzi logici per chi è interessato"
La crisi finanziaria del Trapani irrompe sui social attraverso le parole del presidente Valerio Antonini, che in una diretta ha delineato un quadro allarmante della situazione economica del club siciliano, militante nel campionato di Serie C. Un lungo sfogo in cui il numero uno granata ha denunciato l'insostenibilità dei costi gestionali e ha clamorosamente aperto alla possibilità di cedere la società al termine della stagione in corso.
Le dichiarazioni del massimo dirigente trapanese non lasciano spazio a interpretazioni sulla gravità della situazione. La questione centrale riguarda il divario tra le entrate effettive e le uscite necessarie per garantire il regolare svolgimento dell'attività sportiva, una forbice che si è ampliata al punto da rendere la posizione del presidente sempre più difficile da sostenere.
Antonini ha illustrato con precisione chirurgica i nodi finanziari che stanno strangolando il club: "Nel Trapani, a livello calcistico, siamo al limite ormai raggiunto e anche superato. Sono io che pago per disputare le partite, non incasso soldi utili a coprire le spese sufficienti per disputare le gare. Parlo di quanto serve per una partita di calcio: vigili del fuoco, steward, bar. Nelle ultime due partite sono riuscito a coprire la metà con queste cifre".
Un'ammissione che mette in evidenza come nemmeno i costi basilari per l'organizzazione delle gare casalinghe vengano ripagati dagli introiti, con il presidente costretto ad attingere alle proprie risorse personali per garantire la sicurezza e i servizi minimi richiesti dalla normativa. Una situazione che evidenzia le difficoltà strutturali del calcio di terza serie, dove i ricavi da botteghino e merchandising spesso non riescono a bilanciare neppure una frazione delle spese operative.
Ma è sul capitolo retribuzioni che emerge il dato più pesante. Il presidente ha quantificato l'esborso mensile destinato agli emolumenti della rosa: "La squadra costa più di 200.000€ netti al mese solo per gli stipendi". Una cifra che, moltiplicata per i dodici mesi, porta il solo costo del personale tecnico-sportivo ben oltre i due milioni di euro annui, senza considerare gli altri oneri gestionali che gravano sul bilancio societario.
Di fronte a questa situazione, Antonini ha annunciato misure correttive imminenti: "Pertanto noi a gennaio faremo una rivistazione dei costi". L'apertura della sessione invernale del mercato potrebbe quindi coincidere con un ridimensionamento dell'organico, probabilmente attraverso cessioni di elementi più onerosi o ridiscussioni contrattuali, nel tentativo di ricondurre le uscite verso parametri più sostenibili.
Nonostante le difficoltà, il presidente ha comunque garantito continuità almeno fino al termine dell'attuale stagione sportiva, estendendo l'impegno anche all'altra realtà sportiva sotto la sua gestione, gli Sharks nel basket: "Le squadre comunque andranno avanti, arriveremo almeno fino a giugno".
È però l'apertura successiva a rappresentare il passaggio più dirompente dell'intervento. Antonini ha infatti esplicitamente messo in vendita il club: "Poi faremo dei ragionamenti su tutto, lasciando aperta a tutti gli imprenditori l'eventualità di cedere la squadra. Dovessero esserci imprenditori interessati, bussino subito alla mia porta e trattiamo per la società".
Un annuncio pubblico che trasforma quella che potrebbe essere una semplice riflessione interna in una vera e propria manifestazione d'interesse verso il mercato imprenditoriale. Il presidente ha inoltre specificato i parametri economici che guideranno un'eventuale trattativa: "Considererò prezzi logici per rientrare negli investimenti fatti".
Nell'ultima parte del suo intervento, Antonini ha voluto difendere il proprio operato e l'impegno profuso in questi anni alla guida del Trapani, replicando evidentemente a critiche ricevute dall'ambiente: "Ho speso tanti soldi qui a Trapani e non si è mai visto ultimamente quindi non accetto lezioni e insulti".
Parole che testimoniano una certa amarezza per la percezione esterna della sua gestione e che sottolineano l'entità degli investimenti sostenuti, che a suo dire non avrebbero ricevuto il giusto riconoscimento da parte della piazza siciliana. Una frustrazione che sembra aver contribuito in modo determinante alla decisione di aprire alla possibilità di un disimpegno definitivo.
La situazione del Trapani si inserisce nel più ampio contesto delle difficoltà economiche che attraversano molte società del calcio professionistico italiano, con particolare riferimento alla Serie C, dove la sostenibilità finanziaria rappresenta una sfida quotidiana per presidenti spesso costretti a investimenti personali senza garanzie di ritorno economico. Il caso Antonini potrebbe rappresentare un punto di svolta per il futuro del club granata, con i prossimi mesi destinati a essere decisivi per capire se emergeranno imprenditori disposti a raccogliere il testimone e garantire continuità al progetto sportivo della città siciliana.
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