La crisi dei diritti televisivi del calcio europeo aggiunge un nuovo capitolo critico: in Belgio, il matrimonio tra DAZN e la Pro League è destinato a concludersi anticipatamente, generando incertezza sul futuro della trasmissione del campionato nazionale. Secondo quanto rivelato da Le Soir, quotidiano belga di riferimento, mesi di negoziazioni infruttuose hanno portato a un vicolo cieco che rende ora obbligatoria, per legge, la risoluzione del contratto che legava la piattaforma streaming alla lega calcistica.
L'accordo, che prevedeva un investimento di 84,2 milioni di euro da parte di DAZN per i diritti fino al 2030, si è incagliato su un requisito fondamentale: la necessità di garantire la distribuzione del prodotto attraverso almeno due operatori televisivi tradizionali, come stabilito dai termini del bando originario.
La questione centrale ruota attorno alla sostenibilità commerciale del progetto. Durante la fase di gara, DAZN aveva posto una condizione chiara: qualsiasi partnership con gli operatori tradizionali avrebbe dovuto tradursi in un modello economicamente viabile. La piattaforma aveva esplicitato che l'equilibrio finanziario rappresentava un presupposto imprescindibile per assumere il ruolo di broadcaster ufficiale della Pro League.
Tuttavia, le trattative con i principali attori delle telecomunicazioni belghe – Proximus, Telenet e Orange – non hanno prodotto i risultati sperati. L'impasse si è protratta per mesi, senza che nessuna delle parti riuscisse a trovare una formula soddisfacente. In particolare, le discussioni con Proximus, società partecipata al 50% dal governo belga, avevano inizialmente mostrato segnali incoraggianti, salvo poi arenarsi definitivamente.
Di fronte all'impossibilità di stipulare accordi con partner televisivi e in assenza di una nuova intesa con la Pro League stessa, le condizioni essenziali previste dal contratto sono risultate inevase, rendendo la rescissione un passaggio obbligato secondo la legislazione vigente.
La frustrazione della piattaforma digitale è emersa chiaramente dalle dichiarazioni del suo amministratore delegato per il mercato belga, Massimo D'Amario. In un'intervista concessa a Het Laatste Nieuws, il dirigente ha espresso il proprio disappunto con toni inequivocabili: «Nonostante l'ultima proposta di DAZN, che compie passi significativi verso i distributori storici, nessuno di loro ha risposto in modo tale da offrire alcuna prospettiva di raggiungere un accordo».
Una posizione che DAZN – presente sul mercato belga dal 2015 – ha potuto sostenere anche grazie all'appoggio dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato belga (BCA). L'organismo di vigilanza non ha mai riscontrato che le condizioni economiche proposte dalla piattaforma agli operatori fossero eccessive o irragionevoli, smentendo implicitamente le eventuali obiezioni sulla sostenibilità delle tariffe richieste.
Un fenomeno che attraversa i confini
La situazione belga non rappresenta un caso isolato nel panorama europeo. Emerge sempre più chiaramente un fenomeno di portata continentale: gli operatori delle telecomunicazioni stanno progressivamente riorientando le proprie strategie di investimento nel settore sportivo, privilegiando le competizioni internazionali a scapito dei campionati nazionali.
Un esempio emblematico viene dalla Francia, dove Canal+ ha rinunciato ai diritti della Ligue 1. Già nell'agosto 2024, Maxime Saada, presidente dell'emittente francese, aveva sottolineato l'impossibilità di sostenere finanziariamente il campionato domestico, spiegando come le risorse disponibili fossero state indirizzate verso altre competizioni, in particolare la Champions League.
La massima competizione europea per club si conferma infatti come l'asset più appetibile per gli investitori del settore. Le recenti offerte per i diritti del torneo fino al 2031 testimoniano come le telco considerino la Champions League un prodotto di valore strategico superiore, capace di garantire ritorni economici più consistenti rispetto ai tornei nazionali, che sembrano aver progressivamente perso attrattività commerciale.
Verso una soluzione d'emergenza
Con la stagione in corso e i tifosi che rischiano di rimanere privi della possibilità di seguire le partite del campionato belga, DAZN ha ora avanzato una proposta alla Pro League: collaborare per individuare una formula transitoria che consenta la trasmissione degli incontri almeno fino al termine dell'annata sportiva.
La responsabilità delle decisioni ricade ora sul massimo organo del calcio professionistico belga, che dovrà valutare se e in che misura mantenere un coinvolgimento di DAZN per garantire la copertura televisiva delle gare. L'alternativa sarebbe lasciare gli appassionati senza la possibilità di assistere alle partite, uno scenario che avrebbe ripercussioni pesanti non solo sull'immagine del campionato, ma anche sui ricavi complessivi del sistema calcistico nazionale.
La vicenda belga evidenzia le fragilità di un modello di business che fatica ad adattarsi ai mutamenti del mercato audiovisivo. Mentre le piattaforme streaming puntano sulla distribuzione diretta al consumatore, gli operatori tradizionali mostrano crescente riluttanza a investire su prodotti nazionali considerati meno remunerativi. Il risultato è un'impasse che rischia di lasciare scoperte intere stagioni sportive, con conseguenze potenzialmente devastanti per i club e per l'intero ecosistema calcistico.
La Pro League si trova ora di fronte a una scelta cruciale: trovare rapidamente un accordo di compromesso con DAZN per salvare la stagione in corso, oppure avviare una nuova gara per i diritti televisivi, con il rischio concreto di non completarla in tempo utile e di dover affrontare condizioni economiche potenzialmente meno vantaggiose di quelle precedentemente negoziate.
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