Il Nola ha dato il via ufficiale alla stagione del suo centenario con una celebrazione speciale, allestita nell’atrio del Comune e animata dalla presenza di tanti sostenitori e appassionati.
Più che una semplice cerimonia di presentazione, l’evento ha assunto un forte significato simbolico, con dirigenti, staff tecnico, medico, societario e i calciatori della nuova rosa che si sono avvicendati sul palco. Un momento di grande emozione è stato lo svelamento delle nuove maglie Givova, disegnate appositamente per celebrare i 100 anni del club: un mix di storia e modernità che ha riacceso la fiamma dell’orgoglio nel cuore dei tifosi nolani.
A margine della serata, il presidente Giuseppe Langella ha rilasciato un’intervista esclusiva a campaniafootball, parlando delle aspettative per la nuova annata, delle gioie e delle difficoltà da affrontare.
La Serie D, finalmente un sogno realizzato
Langella ha subito messo in evidenza la rilevanza del ritorno della squadra tra i dilettanti. «È stata una trattativa lunga, ma ringrazio la famiglia Costanzo che ci ha permesso di realizzare questo sogno: riportare la Serie D a Nola. Era un obiettivo che avevo già l’anno scorso: non ci sono riuscito sul campo, ma oggi ci siamo arrivati in un altro modo», ha dichiarato, manifestando tutta la sua soddisfazione per il traguardo raggiunto.
Ripercorrendo il recente passato, il presidente ha espresso una valutazione schietta: «Sono stati due anni un po’ dolci e amari. L’Eccellenza, come ho già detto, per me è un torneo da bar. Si lotta, certo, ma ci sono meccanismi che tutti conosciamo e che rendono difficile considerarlo vero calcio».
Fiducia totale a mister Giampa
Il Nola riparte sotto la guida tecnica di mister Giampa, reduce dall'esperienza alla Gelbison e dalla vittoria dei playoff di Serie D nel girone G. «A me piace il gioco spinto e lui propone un 3-4-3 offensivo, proprio come piace a me. Al primo incontro è scattata subito l’intesa, una sorta di “sposalizio calcistico”: ci siamo capiti al volo, perché ha percepito il mio entusiasmo», ha commentato Langella, svelando i retroscena della scelta. L’allenatore, che desiderava attendere una chiamata dalla Serie C, ha sposato il progetto bianconero. Langella ha augurato al suo tecnico di superare una "maledizione": «Ha detto che arriva sempre secondo: io spero che non sia così quest’anno, e che un giorno possa portarci in Serie C».
Esordio e le sfide del Girone H
Domenica alle 15, i bianconeri faranno il loro debutto in trasferta a Cardito, contro il Gravina, a causa dell'indisponibilità dell’impianto sportivo nolano. Nonostante questo, Langella si mostra fiducioso: «Mi aspetto tanto dai miei ragazzi: non temiamo nessuno. Il girone H è difficile, con piazze importanti e stadi da 5-7 mila spettatori, ma non ci spaventa. Abbiamo costruito una squadra giovane, con fame di riscatto. Credo che saremo una mina vagante per questo campionato».
Le spine dello stadio e il rapporto con gli ultras
Il presidente non ha eluso due questioni complesse che hanno segnato la stagione: la mancanza di uno stadio in città e la distanza con la tifoseria organizzata. «Per il campo si ripetono sempre le stesse cose: non c’è un impianto a Nola, bisogna sistemarlo. Spero che l’amministrazione faccia il suo dovere per renderlo almeno praticabile, così da poter tornare a giocare in città», ha esortato Langella, esprimendo la necessità di una soluzione definitiva.
Riguardo alla curva, le sue parole sono state di apertura: «La nota dolente è quella che più mi sta a cuore. Li ho sempre stimati e spero che possano ripensarci e tornare al nostro fianco. Questo è un problema burocratico di regolamento che purtroppo non possiamo saltare. Noi rappresentiamo l’identità del Nola e portiamo il loro nome in tutta Italia. Abbiamo bisogno di loro», ha concluso, lanciando un appello di riconciliazione.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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