Il calcio a Olbia sta attraversando un momento di drammatica incertezza, con la situazione economica del club che è precipitata al punto da spingere i calciatori a interrompere l'attività sportiva. Sulle gravi condizioni in cui versa la società è intervenuto l'allenatore dell'Olbia, Giancarlo Favarin, ai microfoni di centotrentuno.com, dipingendo un quadro desolante di abbandono.
L'analisi di Favarin sulla situazione societaria è senza filtri. L'allenatore ha espresso il senso di totale isolamento che sta vivendo il gruppo, nonostante l'impegno profuso da tutte le componenti. «Siamo abbandonati a noi stessi», ha affermato, sottolineando che i giocatori hanno sempre dato il massimo a livello sportivo e che il comitato si è adoperato per sostenere la squadra finora.
Tuttavia, il limite è stato raggiunto. I problemi economici hanno costretto a una scelta drastica: «I giocatori hanno deciso di fermarsi, aspettiamo novità, ma ora non abbiamo nulla in mano». La decisione dei calciatori di sospendere gli allenamenti è effettiva: «Oggi non ci alleneremo, come ribadito dai giocatori domenica. Hanno deciso così e andremo avanti su questa strada».
Nonostante il sostegno eccezionale manifestato dai tifosi nell'ultima domenica – «I tifosi domenica sono stati eccezionali. Questo per noi è gratificante» – l'Olbia ha bisogno di soluzioni concrete e non solo di incoraggiamento morale. Favarin ha ribadito che i calciatori hanno esaurito la serenità necessaria per continuare a lavorare.
«Ci servono altre cose. I ragazzi non possono più andare avanti con tranquillità, bisogna trovare ossigeno per proseguire», ha spiegato il tecnico, evidenziando che l'attesa per notizie positive è durata troppo a lungo. Ora il club è in stand-by: «Siamo andati avanti per settimane aspettando novità, ma ora siamo fermi finché non arriva una notizia positiva, che deve essere rivolta agli stipendi».
Nonostante le difficoltà attuali, Favarin ha riconosciuto la forza morale del gruppo, richiamando alla mente una precedente esperienza simile. «Nelle difficoltà i gruppi si compattano», ha osservato l'allenatore, che ha già vissuto situazioni analoghe con la Lucchese. «Ho avuto un un’esperienza simile con la Lucchese e anche lì c’era un gruppo che si compattava sempre di più man mano che si andava avanti».
Favarin ha trovato molte somiglianze tra quella "impresa" e l'attuale gruppo Olbia: «Qui tante cose assomigliano a quell’impresa: ragazzi eccezionali, disposti al sacrificio».
Il tecnico ha infine espresso profonda amarezza per la sorte del club sardo, riconosciuto in tutta Italia. «Dispiace, Olbia è riconosciuta in tutta Italia e non è bello vederla morire», ha detto Favarin, ammettendo di aver creduto in una soluzione rapida. «Credevo che ci potesse essere più attenzione a questa società. Io sono venuto perché ero convinto che tutto quanto si sistemasse in poco tempo, invece siamo ancora in questa situazione».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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