Morte del calciatore Mattia Giani. Lo strazio del padre: «Niente medico nè ambulanza. C'era il defibrillatore ma nessuno lo sapeva usare»

16.04.2024 13:45 di  Luigi Redaelli   vedi letture
Morte del calciatore Mattia Giani. Lo strazio del padre: «Niente medico nè ambulanza. C'era il defibrillatore ma nessuno lo sapeva usare»

"Al campo sportivo non c'era né il medico, né l'ambulanza. Questa è la verità. La rianimazione a Mattia l'ha fatta il massaggiatore della sua squadra". Con dolore e rabbia, Sandro Giani, il padre di Mattia, giovane di 26 anni, esprime il suo sconforto per quanto accaduto ieri mattina a Firenze. Mattia ha subito un arresto cardiaco durante una partita di calcio nel campionato Eccellenza. Questa competizione richiede la presenza di un medico in ogni partita o, in alternativa, di un'ambulanza sul campo. La squadra di Mattia, il Castelfiorentino United 1925, stava giocando contro il Lanciotto Campi presso l'impianto La Villa di Campi Bisenzio. Il giovane, con il numero 7 sulla maglia, si è sentito male al quindicesimo minuto di gioco. Tra gli spettatori c'erano i suoi genitori, la fidanzata e il nonno, tutti riuniti per sostenere Mattia durante la partita.

"Dopo un po' che si è sentito male, qualcuno ha portato un defibrillatore ma nessuno lo sapeva usare - prosegue il padre - nessuno sapeva quali bottoni bisognava pigiare. È arrivata una prima ambulanza ma non c'era il medico a bordo. Quando è arrivato era ormai passato molto tempo. Adesso troveremo un avvocato e sporgeremo denuncia".

Il padre ha dichiarato che il figlio godeva di buona salute e aveva superato regolarmente tutti gli esami medici. Non aveva mai avuto problemi di salute in passato né episodi simili durante la pratica sportiva.

"Non aveva avuto mai nulla, aveva sempre fatto tutte le visite sportive. Non beveva e non fumava. Il medico in campo non c'era - ripete -. Capisco la società che ora possa essere in difficoltà e non so se ci sono stati problemi del 118, né come tutta la questione verrà ricostruita. Noi non vogliamo accanirci, non è questo che ci interessa. Ma speriamo che in futuro questi casi non accadano più". Poi sottolinea: "I medici devono esserci, queste sono cose che possono accadere da un momento all'altro in ogni campo sportivo. Spero che quanto successo a Mattia porti a cambiare e salvi altri ragazzi in futuro".

"Mattia era andato a convivere da due giorni con la fidanzata. Avevano trovato una casetta. Era un ragazzo perfetto, il più felice del mondo. Andava tutto bene, troppo bene. È arrivato in questi giorni l'affetto di tanti, lui aveva molti amici, un ragazzo ben voluto da tutti"

Probabilmente i funerali del giovane di 26 anni avranno luogo giovedì, previa esecuzione dell'autopsia su ordine della Procura di Firenze.