Angelo Antonazzo, Direttore Sportivo del Giugliano, ha offerto un'analisi approfondita e senza filtri sulla situazione del club campano, intervenendo nella prima puntata del nuovo format Fuorigioco. Il dirigente ha subito affrontato il tema più caldo: la travagliata governance tecnica di inizio stagione.

«Quando si intraprende la costruzione di una squadra, l'idea è sempre che il percorso sia il più lineare possibile. In questo caso, purtroppo, non è stato così, dal momento che abbiamo dovuto cambiare tre allenatori nel giro di pochi mesi» ha confessato Antonazzo. Nonostante le difficoltà, il DS rivendica una scelta fondamentale operata in estate: «Siamo partiti con un'idea tattica ben definita, ma fortunatamente abbiamo selezionato giocatori che sono adattabili e che si stanno dimostrando utili anche ora che utilizziamo un sistema di gioco diverso rispetto all'inizio. Abbiamo operato molti cambiamenti in sede di mercato estivo, avevamo in mente un progetto specifico legato a un allenatore, e lo abbiamo modificato, ma questo non significa che non si possano comunque raggiungere gli obiettivi prefissati».

Il caso Colavitto: incompatibilità totale

Il dirigente ha poi fatto chiarezza sulla breve parentesi con l'ex tecnico Colavitto, durata solo poche settimane. «Noi non abbiamo mai imposto alcun vincolo specifico sul modulo di gioco. Io stesso, a Francavilla, ho trascorso sette anni dove si giocava sempre col 3-5-2 e gli allenatori venivano scelti in base a quelle caratteristiche. Nel caso di Colavitto, non c'erano assolutamente problemi di modulo né di risultati, dato che avevamo giocato due partite e avevamo espresso un buon calcio».

La separazione è stata dunque dettata da altre ragioni: «Si è trattato di una questione di incompatibilità totale. Abbiamo trovato un accordo bilaterale e, di comune intesa, le nostre strade si sono divise. Ho grande stima del mister come professionista, ma, in accordo con la società, abbiamo ritenuto che fosse preferibile chiudere il rapporto».

Capuano, il "furore agonistico" e la dedizione

Il terzo allenatore stagionale, Ezio Capuano, è ora la guida tecnica del Giugliano e Antonazzo ne parla con grande ammirazione. «Il mister ha trovato uno spogliatoio di ragazzi che hanno una grande voglia di uscire da questa situazione difficile, ma a volte solo la voglia non è sufficiente a ribaltare le cose. Stiamo lavorando moltissimo per cambiare questa dinamica. Capita di vivere dei momenti in cui tutto sembra girare storto e pare che la sfortuna si stia accanendo contro di te. Io sono uno dei pochi ad averlo avuto sia come giocatore che come direttore sportivo. Lui è una persona che riesce sempre a vedere le cose in anticipo rispetto agli altri, e io auguro a tutti di fare almeno un'esperienza professionale con Capuano, perché è un tecnico che si dona completamente. Per lui, in questo momento, non esiste letteralmente nulla al di fuori del Giugliano».

Riguardo alla filosofia di gioco, Antonazzo è lapidario: «Ormai, nel calcio moderno, si parla più di principi che di tattica, e i suoi principi sono immutabili. Esige un grandissimo furore agonistico, e pretende il massimo a partire dagli allenamenti, perché la prestazione in partita è sempre figlia diretta del lavoro svolto durante la settimana».

Mercato difficile e "fame di riscatto"

Il Direttore Sportivo ha difeso le scelte di mercato, sottolineando che non si è trattato di scommesse: «Qui non ci sono scommesse, neanche Prado lo è, perché parliamo di un giocatore che ha fatto benissimo in Serie D e ha segnato molti gol con la Gelbison. Non a caso, dopo dieci giorni che era arrivato da noi, ce l'ha richiesto una squadra che attualmente è prima in D. Abbiamo preso tutti giocatori adatti alla categoria, come Zammarini, per citarne uno».

Antonazzo ha ribadito la difficoltà di attrarre grandi nomi al Giugliano: «Dobbiamo sempre tenere a mente che noi siamo il Giugliano, e purtroppo non abbiamo un appeal enorme per i giocatori, perché molti non sanno che qui ci sono tutte le condizioni per lavorare al meglio. In questa categoria, la motivazione e la fame possono fare la differenza. Sappiamo che, se un giocatore ha fatto bene l'anno scorso in una grande piazza, difficilmente accetta di venire qui. Per questo motivo, puntiamo sulla voglia di riscatto di quei ragazzi che magari hanno fatto bene due o tre stagioni fa e che a Giugliano possono rilanciarsi. Prendo come esempi Del Sole o Salvemini, che qui sono letteralmente esplosi e non abbiamo potuto trattenere solo perché le loro ambizioni erano cresciute e le richieste di cessione erano irrinunciabili. Non è facile nemmeno convincere i giovani dei settori giovanili di Milan, Juventus o Inter a venire al Sud, perché preferiscono andare all'Albinoleffe, a meno che non gli si offra un ingaggio doppio».

Talenti e prospettive future

Sulle prospettive, Antonazzo è ottimista. «L'obiettivo è che questo gruppo riesca a far vedere l'ottimo potenziale di cui dispone. Già questo mi basterebbe per stare tranquillo, perché conosco il valore dei ragazzi. Da chi mi aspetto di più? Esposito per me è un talento pazzesco, è un ragazzo che ha una fame incredibile dentro e mi auguro con tutto il cuore che possa dimostrarlo a tutti nel prossimo futuro».

Sezione: Serie C / Data: Sab 08 novembre 2025 alle 08:45
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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