Il post-partita di Pro Vercelli-Arzignano si è trasformato in un momento di dura autocritica per l'ambiente vercellese. Dopo il pesantissimo 0-5 subito in casa, mister Michele Santoni si è presentato ai microfoni della stampa con un volto cupo, definendo senza mezzi termini quanto visto sul terreno di gioco: «Certamente una prestazione vergognosa». Un tracollo inaspettato che ha interrotto bruscamente il percorso di crescita dei bianchi, proprio alla chiusura dell'anno solare.
L'analisi dell'allenatore è partita da un problema di natura psicologica che sembra affliggere la squadra nelle ultime settimane. Secondo Santoni, il gruppo sta cadendo in un eccesso di sicurezza che si trasforma in fragilità al minimo intoppo: «È un po' di settimane che dico che al primo errore veniamo puniti. È un problema mentale, quasi di arroganza, su cui dobbiamo riflettere in questi giorni di festa per ripartire». Il gol subito dopo appena un minuto ha condizionato l'intero match, evidenziando una mancanza di aggressività su cui lo staff aveva lavorato a lungo durante la settimana: «Alla prima azione ci facciamo bucare nello spazio, una conseguenza di errori che non possiamo più permetterci».
Nonostante i tentativi di macinare gioco, la Pro Vercelli non è mai riuscita a rientrare in partita, finendo per subire le ripartenze avversarie in modo sistematico. Santoni ha paragonato i suoi a un pugile all'angolo, incapace di reagire: «In parte sapevamo che questi momenti potevano venire giocando con tanti giovani, ma fa male perché butti via cinque mesi di duro lavoro per una partita unica». Il tecnico ha poi risposto alle critiche sulla tenuta fisica, sottolineando come molti giocatori non siano ancora abituati ai ritmi serrati della Serie C, ma rifiutando qualsiasi alibi: «Oggi non salvo nessuno, troppi errori».
Un passaggio significativo dell'intervista ha riguardato l'ambiente e la reazione dello stadio, diventato ostile con il passare dei minuti. Santoni ha mostrato grande professionalità nel gestire la contestazione: «Il giorno che ho deciso di fare l'allenatore non avevo l'illusione che mi avrebbero solo applaudito. Gli insulti quando fai male fanno parte del gioco e bisogna avere il carattere per distaccarsi».
In vista del ritorno in campo il 13 gennaio, l'allenatore ha voluto resettare le ambizioni della piazza, ricordando la realtà dell'organico e gli obiettivi prefissati dalla società: «Non abbiamo allestito una rosa per puntare alla Serie B, anche se qualcuno si è illuso per come giocavamo a ottobre. Siamo una squadra che deve rimanere umile, con un budget simile a quello dell'anno scorso». Il monito per il futuro è chiaro: «Dobbiamo scendere in campo col coltello tra i denti per salvarci il prima possibile, prima di pensare di essere belli o di puntare ai play-off. Il nostro gioco propositivo non deve diventare il nostro tallone d'Achille».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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