Il Trento ha conquistato un importante pareggio per 1-1 contro il Vicenza capolista, un risultato che, nelle intenzioni iniziali, sarebbe stato accolto con favore. Tuttavia, l'andamento della partita ha lasciato nell'allenatore Luca Tabbiani un leggero senso di incompiutezza. L'incontro, infatti, ha messo in luce una squadra in costante progresso, caratterizzata da coraggio, gioventù e una mentalità in continua evoluzione.
«Se prima della partita ci avessero detto che avremmo pareggiato col Vicenza lo avremmo accettato, ma dopo la gara è chiaro che resta un po’ di rammarico», ha ammesso Tabbiani, analizzando a mente fredda l'esito della sfida. Il tecnico ha evidenziato come, analogamente ad altre occasioni, il risultato finale non renda piena giustizia alla prestazione: «Abbiamo fatto una grande partita e come in altri pareggi usciamo con la sensazione che si poteva ottenere qualcosa in più». L’allenatore ha ribadito la sua ferma fiducia nel gruppo: «Questa squadra ha grandi margini di miglioramento e io credo molto nei ragazzi». La presenza di tanti elementi giovani impone pazienza: «Chiudiamo spesso con tanti giovani in campo e bisogna lasciarli crescere, senza pressioni».
Un elemento di particolare soddisfazione per Tabbiani è stata la mentalità aggressiva mostrata, specialmente nel secondo tempo: «Mi è piaciuta la voglia di vincere, anche forzando qualche giocata». Questa "spavalderia" è l'identità che il tecnico desidera vedere sempre in campo: «La nostra identità deve essere questa: andare sempre a 100 all’ora, essere spavaldi, divertirci e non snaturarci». Nonostante una minor fisicità rispetto ad altre squadre, il Trento punta sulla dinamicità: «Abbiamo poca fisicità, ma tanta brillantezza e corsa. Non possiamo abbassarci, dobbiamo essere sempre propositivi».
Giunti alla decima giornata, il tecnico ha riflettuto sui progressi tangibili del collettivo in costruzione. «Siamo solo alla decima giornata, ma vedo tanti miglioramenti», ha dichiarato, citando come esempi la crescita di Capone e Corradi. L'attenzione non è riservata solo ai titolari: «Anche chi non gioca partecipa e mantiene alto il livello degli allenamenti». Un segno di maturità che Tabbiani apprezza particolarmente è la reazione dopo le partite non vincenti: «È un gruppo che lavora con attenzione e resilienza. Quando pareggiamo siamo arrabbiati, ma il giorno dopo tornano tutti con entusiasmo. È un atteggiamento che mi piace molto».
Il tecnico ha anche notato come la squadra abbia imparato dagli errori del passato, riuscendo a mantenere alta la tensione per tutta la durata dell'incontro. «In certe situazioni abbiamo abbassato troppo il baricentro, ma oggi abbiamo tenuto il ritmo alto per 90 minuti. È quello che voglio vedere».
Nel finale, con un uomo in più, il Trento ha sfiorato il successo in più occasioni. «Abbiamo avuto diverse occasioni, come quella di Maffei o di Pellegrini», ha ricordato Tabbiani, giustificando la frenesia come un segnale positivo di coraggio: «Forse siamo stati un po’ frenetici, ma preferisco questa frenesia all’apatia. È un segnale di voglia e di coraggio». Il messaggio conclusivo è un'ulteriore iniezione di fiducia per il futuro: «Miglioreremo anche in questo, perché sono sicuro che da questo gruppo ci toglieremo grandi soddisfazioni».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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