Dopo due anni da incubo, tra retrocessioni, crisi societarie e promesse mancate, l’ambiente gialloblù attende con ansia risposte concrete. L’annuncio di una possibile svolta societaria rappresenta forse l’ultima occasione per salvare il calcio a Fermo. Ma adesso servono i fatti. Non più parole.
La Fermana, precipitata in Eccellenza, è prigioniera di un quadro economico complesso. Il monte debitorio è ancora pesante, e solo in parte in via di ristrutturazione. Il termine per ottenere il via libera dal Tribunale scadrà l’11 giugno, e sebbene nell’ambiente serpeggi un cauto ottimismo, il cammino resta irto di ostacoli.
Anche in caso di approvazione, il club dovrà affrontare un versamento immediato di circa 800mila euro entro sessanta giorni, mentre il “nuovo” debito ristrutturato ammonterebbe a 750mila euro spalmati in dieci anni. A questi vanno aggiunti gli importi esclusi dalla ristrutturazione, come le mensilità arretrate di tesserati e collaboratori, e altri debiti non inseriti nel piano concordatario. Chi sostiene che il debito sia stato azzerato, insomma, racconta una versione piuttosto distante dalla realtà.
Francesco Pileri e il nodo della maggioranza
Al centro della scena c’è Francesco Pileri, manager umbro che rappresenta un gruppo di imprenditori interessati a rilevare il 55% delle quote societarie, mentre il restante 45% resterebbe in mano alla famiglia Simoni. Lunedì si è svolto l’ennesimo vertice tra le parti, ma a oggi non sono ancora noti i nomi degli effettivi acquirenti né i settori in cui operano. I tifosi aspettano chiarezza, trasparenza e soprattutto un progetto credibile.
I tifosi meritano rispetto
Fermo ha già sopportato troppo. Due stagioni fatte di amarezze, fallimenti sportivi e una comunicazione frammentaria. La passione esiste ancora, ma in tempi di risultati disastrosi è stata fortemente messa alla prova. E ora, anche se resiste, è fragile. Se anche questa trattativa dovesse rivelarsi un’altra illusione, riaccendere l’entusiasmo diventerebbe sempre più difficile.
Fermo e la Fermana: un legame da non spezzare
Il calcio a Fermo è parte integrante dell’identità cittadina. Un’eredità fatta di storie, volti, emozioni. Chi vuole investire nella Fermana deve partire da qui: dal rispetto per la città, per la maglia, per chi – nonostante tutto – continua a sperare.
Bisogna dare segnali
È vero, siamo ancora a maggio. Ma dopo due estati vissute tra incertezze, immobilismo e confusione, è comprensibile che tra i tifosi ci sia un pizzico di apprensione. L’esperienza insegna che i tempi vanno gestiti con attenzione, perché le decisioni prese (o rimandate) oggi peseranno sull’intera stagione futura. È il momento di accelerare, di fare chiarezza e di offrire finalmente alla piazza un progetto concreto, serio e trasparente. Fermo ha ancora voglia di credere nella Fermana, ma ha bisogno di segnali chiari. E il tempo per darli è adesso.
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