L’epopea recente del Siena, con l'avvento della nuova proprietà svedese e l'istituzione di un progetto sportivo ambizioso, trova una delle sue voci più autorevoli in Simone Guerri, il Direttore Sportivo bianconero. Intervistato in esclusiva da Inside Siena per un contenuto riservato ai membri del club, Guerri ha ripercorso le tappe fondamentali della ricostruzione, svelando retroscena sugli inizi burrascosi e sulla scelta che si è rivelata vincente: l'affidamento della panchina a Tommaso Bellazzini.
Il dirigente senese ha ammesso che l'integrazione con la nuova governance non è stata priva di frizioni iniziali. "Sì, lo scorso anno, quando la società svedese è arrivata, nei primi mesi ci sono stati anche scontri che sono serviti a tutti e due, ma soprattutto a me, per capire quello che loro volevano: creare un calcio dominante, con una squadra propositiva e giovane, in grado di riavvicinare il tifoso allo stadio." Questo periodo di confronto, sebbene aspro, si è dunque rivelato cruciale per allineare le visioni e definire un percorso comune, incentrato sull'offrire una proposta calcistica moderna e audace.
Parallelamente all'assimilazione della filosofia societaria, Guerri ha coltivato un contatto sempre più stretto con l'attuale tecnico. Il rapporto con Bellazzini, infatti, affonda le radici nel passato, risalendo ai tempi in cui i due militavano insieme a Pistoia. "Diciamo che la mia conoscenza con la nuova società è stata parallela al crescere dei contatti con Bellazzini, che comunque conoscevo già perché avevamo giocato insieme a Pistoia. Al tempo c’era feeling in campo e c’è stato anche dopo." La conoscenza reciproca si è intensificata negli ultimi anni, portando il DS a maturare la convinzione che Bellazzini fosse l'uomo giusto per la guida tecnica. "Dall’anno scorso abbiamo iniziato a sentirci con più frequenza e, dentro di me, cominciavo a capire che poteva essere un giusto allenatore futuro."
Ciò che ha definitivamente convinto Guerri non è stata soltanto la familiarità, ma soprattutto la prospettiva tattica del mister. Bellazzini propone un modello di gioco progressista, simile a quello adottato da altri allenatori di successo, ma con una differenza sostanziale. "La cosa che mi convinceva di lui era che proponeva un gioco che stanno proponendo anche altri allenatori ma che, a differenza di quello che fanno molti, non era fine a se stesso, tanto per farsi bello lui." Il Direttore Sportivo ha lodato la mentalità del tecnico, sottolineando come la sua impostazione non sia un mero esercizio di stile, bensì un mezzo pragmatico per il risultato. "Il gioco di Bellazzini non è egoriferito, è un gioco di un allenatore sorprendentemente maturo, con una bella intelligenza calcistica."
La prova della bontà del lavoro svolto si è manifestata in tempi inattesi. Guerri ha espresso grande soddisfazione per la rapidità con cui la squadra ha assimilato i dettami tattici, un fatto che testimonia l'efficacia del messaggio dell'allenatore. "Che fin dalle prime partite si è vista l’identità della squadra, una cosa che credevo sarebbe emersa più avanti." In una sorprendente digressione, il dirigente ha indicato una pesante sconfitta in amichevole come il momento di svolta più significativo del percorso. Si riferisce al rovescio per 6-1 subito contro il Cittadella Vis Modena, un risultato che, lungi dall'essere un campanello d'allarme negativo, si è rivelato un utile strumento di apprendimento.
"Paradossalmente, una delle partite più belle è stata quell’amichevole che abbiamo perso 6-1." Guerri ha spiegato che i giocatori avevano eseguito alla perfezione quanto richiesto fino a quel momento. "I ragazzi eseguono dal primo giorno quello che gli dice l’allenatore e anche quella volta l’hanno fatto." La goleada subita, tuttavia, aveva una causa ben precisa, identificata successivamente dallo staff tecnico: "Solo che Bellazzini non aveva ancora spiegato un aspetto tattico che si sarebbe poi rivelato fondamentale." Dunque, il risultato non era imputabile alla negligenza o all'incapacità dei singoli – "che ci fosse stato Paolucci, Di Vincenzo o Michielan, il risultato sarebbe stato uguale" – ma a un'omissione programmatica del mister. "Loro in quel momento avevano fatto tutto giusto, era il Mister che, analizzando tutto, si è accorto che doveva affrontare prima quello specifico aspetto che aveva invece rimandato."
Nonostante l'utilità tattica dell'episodio, Guerri ha espresso rammarico per l'impatto psicologico sui singoli. "L’unica cosa che mi dispiace è che quella partita abbia abbassato un po’ il morale, soprattutto a Paolucci che è un ragazzo di una disponibilità immensa e che ha avuto una crescita incredibile." Il DS ha colto l'occasione per rimarcare l'importanza dei calciatori che non godono sempre dei riflettori: "Questi giocatori, che magari giocano di meno, per noi sono importantissimi." In definitiva, quella sconfitta, inizialmente spaventosa per l'ambiente esterno, ha cementato le convinzioni interne. "Quindi alla fine, pur spaventando tutti, a noi quella partita è servita tanto e lì avevo già capito che la strada era giusta."
Il cammino intrapreso è al momento positivo, ma il Direttore Sportivo non permette che l'entusiasmo offuschi la necessità di mantenere alta la concentrazione. "Il percorso che è stato fatto fino ad ora è positivo e le vittorie che ci sono state ce le siamo godute, ma solo un paio di ore, perché poi bisogna tornare a lavorare." L'etica del lavoro prevale sempre.
In conclusione, Simone Guerri ha voluto condividere la sua più profonda motivazione personale, un sogno che affonda le radici in una dolorosa sconfitta del passato. "Di quella finale che ho perso con il Siena da giocatore, che sarebbe valsa la promozione in B, ho una foto in cui piango con il fisioterapista del tempo, che poi è diventato uno dei miei migliori amici." Quel ricordo non è un peso, ma una spinta irrinunciabile: "Quella foto me la porto sempre dietro perché voglio ritrovarmi nella stessa situazione, ma in un altro ruolo, e vincere. Solo questo." Una promessa solenne di riscatto, che lega il suo destino dirigenziale al trionfo sfiorato e perduto in campo.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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