La redazione di Notiziariocalcio.com sta portando avanti un’inchiesta approfondita sulle difficoltà logistiche ed economiche che le squadre sarde devono affrontare per prendere parte al campionato nazionale di Serie D. Una problematica annosa, fatta di costi esorbitanti, trasferte estenuanti e la costante incertezza legata ai collegamenti aerei e marittimi.
Per fare luce su questa complessa realtà, abbiamo contattato ogni singola società sarda che milita nell'attuale Girone G di Serie D, estendendo l'indagine anche a quei club che hanno vissuto la medesima esperienza negli anni passati.
Protagonista della nostra analisi di oggi è Roberto Fresu, presidente del Sassari Latte Dolce, una compagine che conosce bene le sfide della quarta serie nazionale, avendo militato in Serie D per ben nove delle sue ultime dieci stagioni sportive. Fresu ha condiviso senza filtri il peso di gestire un club in queste condizioni, le richieste inascoltate alla Lega e le influenze che, a suo dire, rendono il campionato una vera e propria odissea.
Il presidente Roberto Fresu esordisce mettendo subito in chiaro la natura del problema: partecipare a un campionato interregionale, per una squadra sarda, significa inevitabilmente doversi muovere con l'aereo. L'attuale situazione logistica rende il girone laziale-campano particolarmente oneroso.
«Nel momento in cui si partecipa a un campionato interregionale, che sia il Girone G, che comprende squadre laziali e campane, o un altro che ci porterebbe in Lombardia, è chiaro che dobbiamo sempre prendere gli aerei. Ogni anno, insieme alle altre società sarde, presentiamo in Lega una richiesta per ottenere un’agevolazione e avere un girone totalmente laziale. Affrontare le trasferte in Campania, infatti, ci costa circa il doppio rispetto a una trasferta normale».
A parziale mitigazione, i voli diretti aiutano, ma solo per un breve periodo: «Fino a metà ottobre, abbiamo voli diretti per Napoli da Olbia e da Alghero, il che riduce le difficoltà per le prime gare, quindi sarebbe comodo andare in Campania all'inizio del campionato. Invece, ogni richiesta che noi facciamo sembra cadere nel vuoto. Arriviamo al punto in cui pensiamo: meglio non chiedere nulla, altrimenti ci assegnano il contrario. Anche dopo tanti anni, avevamo chiesto un girone con squadre lombarde, perché si è nei dintorni di Milano. Ma, in generale, l’organizzazione per noi è sempre complessa: bisogna muoversi con grande anticipo, viaggiare il giorno prima, trovare un campo per la rifinitura lontano da casa».
L'aneddoto: la tempesta e la nave cancellata
«C’è stato un aneddoto particolare durante la trasferta di Avellino. Eravamo lì e si è scatenata una vera tempesta di acqua e vento, tanto che aveva sollevato tutto il manto attorno al campo. Visto che non eravamo riusciti a far cambiare l’orario della gara, per garantirci il rientro nei tempi stabiliti dovevamo prendere la nave da Civitavecchia la sera stessa. E, manco a farlo apposta, mi arriva il messaggio della Tirrenia che la nave era stata cancellata. Così, di corsa, abbiamo dovuto cercare un hotel a Fregene per rientrare l’indomani mattina e prendere l'aereo...».
Il "buon senso" nella composizione dei gironi
La composizione del Girone G, che vede spesso l'inserimento di squadre campane, è per il presidente un elemento di criticità. La logistica, a volte, suggerirebbe scelte diverse.
«Lo scorso anno abbiamo giocato contro la Gelbison: da Napoli ci vogliono almeno un paio d’ore per raggiungerla. Per questo, sì, dal punto di vista logistico sarebbe meglio affrontare le squadre napoletane. Ci vorrebbe un po’ di buon senso. Io non so come vengano elaborate le composizioni: c’è chi mi dice che il criterio è partire dalla Sicilia e salire; poi mi viene detto che le squadre campane non vengono mai inserite nello stesso girone per questioni di ordine pubblico. È una situazione complessa. Un dato di fatto è che la campana che gioca nel Girone G quasi sempre lo vince. Forse ci sono altre influenze».
L'Ischia e le richieste inascoltate
«Per una trasferta a Ischia, dobbiamo chiedere la cortesia di giocare la mattina, magari alle 11:00, altrimenti si rischia di perdere il volo di rientro serale da Roma. Altrimenti si è costretti a rimanere lì due giorni con un aumento esponenziale dei costi. Quest'anno avevo letto che l'Ischia aveva fatto richiesta per tornare nel Girone G ed è stata accontentata. Noi, invece, chiediamo da anni di poter fare il girone lombardo e non veniamo mai presi in considerazione. Quest'anno avevamo fatto la richiesta a nome di tutte le squadre sarde per un girone soltanto laziale, o in subordine quello lombardo, ma alla fine le squadre campane sono state inserite nuovamente.
Che poi, anche le campane hanno i loro problemi: a volte anche le loro trasferte sono logisticamente complicate. Se una squadra campana ci chiede la cortesia di anticipare la gara, è ovvio che cerchiamo di accontentarli, così come abbiamo giocato a Scafati alle 14:00 la scorsa domenica. È sempre una grande incognita quando si deve andare a Fiumicino a prendere l’aereo, può succedere di tutto; a volte si hanno dei colpi di fortuna quando, ad esempio, per Alghero si vola da Napoli con Ryanair. Prima c’era il volo la domenica, ora il lunedì, ma gli aerei sono sempre pieni».
Il presidente Fresu ribadisce perché la soluzione lombarda sarebbe di gran lunga preferibile, non solo per una questione di costi.
«Innanzitutto, guardando la Lombardia, ci sono moltissime squadre, in un girone tutte lombarde più magari una veneta. In quel caso, se si atterra a Linate da Olbia, Cagliari o Alghero, si raggiunge il campo da gioco nell'arco di 40-50 km. Sono trasferte molto più leggere, si può partire più tardi e si hanno meno rischi al rientro. Ma sarebbe utile anche per cambiare un po’... Dopo tanti anni di Girone G laziale, si andrebbe a giocare in un girone magari meno agonistico ma con un tasso tecnico superiore. Serve anche per confrontarsi e migliorarsi, al di là delle migliori condizioni logistiche. Chiaramente, se poi mi mettessero Lombardia e Liguria, la situazione si complicherebbe nuovamente».
La probabile riforma a 20 squadre: «Costi aumentati e la torta si assottiglia»
«Bisogna capire che cosa vogliano fare. Passare a dei gironi a venti squadre è fattibile, si "disegnano" e via, ma i problemi logistici li riscontreranno tutte le squadre. Se a me tocca un turno infrasettimanale, che mi obbliga a stare fuori tanti giorni, i costi aumentano di parecchio. Noi, a livello di spese di trasferta, siamo sui 150mila euro abbondanti. La Regione Sardegna ci aiuta, ma rispetto ai costi che abbiamo... non basta mai.
Per di più, spesso si commettono errori nei calcoli, non considerando che la voce 'squadre di calcio a 11' include non solo quelle maschili, ma anche le femminili. Se quella torta lì la devo dividere anche con le formazioni femminili... Quest'anno non avevano neanche tenuto conto dei ripescaggi e la torta si assottiglia ancora di più.
I soldi non bastano mai, anche perché ci ritroviamo con un aumento dei costi per gli hotel, ad esempio a Roma a causa del Giubileo, e le tasse di soggiorno. Noi siamo abituati a rendicontare ogni singola spesa alla Regione che, a fine stagione, eroga dei contributi dopo che tu hai presentato tutta la documentazione. C’è da tenere a mente che, trattandosi di soldi pubblici, l'ente fa le dovute verifiche e chiede agli enti preposti, INPS e Agenzia delle Entrate, si verificare se vi sono debiti tributari o contributivi. In caso di riscontro positivo vengono stornate le somme utili per le eventuali pendenze con tali enti. Quindi bisogna stare non attenti, ma attentissimi, perché non ci si possono permettere passi falsi. Si è entrati in un meccanismo perverso».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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