La sconfitta per 3 a 2 subita dal Livorno in casa per mano del Forlì ha fatto precipitare gli amaranto in una crisi profonda e, per molti versi, inattesa. Con otto sconfitte su dodici gare giocate, la posizione del tecnico Alessandro Formisano e del direttore sportivo Alessandro Doga è ora fortemente in discussione. A fare il punto sulla situazione, in sala stampa, è intervenuto il club manager Luca Mazzoni, che con onestà ha voluto assumersi le proprie responsabilità in un momento così delicato.
La prima domanda inevitabile ha riguardato il futuro della panchina e la posizione del tecnico. Mazzoni ha confermato che la società sta valutando ogni ipotesi, pur non avendo ancora un verdetto definitivo. «Sono ovviamente in corso delle valutazioni che io però ora non conosco perché non ho ancora parlato con nessuno», ha ammesso il club manager. La soluzione, secondo Mazzoni, è binaria e radicale: «Qualcosa inevitabilmente dovrà succedere, credo che le cose siano due: o si cambia allenatore o si va dai giocatori e gli si dice che questo è l’allenatore per i prossimi due anni quindi si devono prendere delle responsabilità». Il dirigente ha chiamato tutti a un esame di coscienza collettivo, esteso a ogni componente del club: «Se mi sarà chiesta la mia opinione la dirò, ma in questo momento credo che ognuno di noi debba prendersi le proprie responsabilità e debba farsi un esamino di coscienza».
Mazzoni ha voluto anche fare chiarezza su un episodio specifico della gara, l'assenza di Samuel Di Carmine. L'esclusione dell'attaccante è stata dettata da ragioni legate alla serenità del giocatore. «Ha avuto dei problemi personali in settimana e non si è allenato in modo sereno durante la settimana. Il mister per questo ha valutato, anche rischiando, di non utilizzarlo per questa gara», ha spiegato.
Coerentemente con la richiesta di responsabilità generale, l'ex portiere non ha escluso anche un suo passo indietro, dimostrando grande senso critico. «Anche le mie dimissioni sono una ipotesi», ha rivelato Mazzoni. Il principio è semplice: l'utilità del proprio operato per il bene del club. «Come ho detto all’inizio ognuno deve farsi un bell’esame di coscienza e capire se il proprio lavoro è utile al Livorno e questo vale anche per me. Se non riesco ad aiutare la società e la squadra è giusto avere il coraggio di fare un passo indietro».
L'analisi più dura e inaspettata è arrivata nel giudizio sul valore e sull'atteggiamento della rosa. Mazzoni è convinto che i giocatori non stiano esprimendo il loro reale potenziale: «Io credo che i giocatori non siano questi, questa squadra penso abbia valori più importanti di questi». Ha poi espresso la sua principale delusione. «Io però oggi sono rimasto deluso dai calciatori più che dall’allenatore», ha affermato con chiarezza, riconoscendo che l'unica via per dare una svolta, nel calcio, è cambiare la guida tecnica, poiché «25 giocatori non li puoi cambiare».
Riguardo la costruzione della squadra, Mazzoni ha tenuto a precisare che ogni acquisto è stato frutto di una piena condivisione con l'allenatore. «Tutti i giocatori che sono arrivati sono stati condivisi con il mister», ha assicurato, citando i soli innesti di Peralta e Di Carmine come occasioni colte, ma sempre con il tecnico informato. L'ex giocatore di Livorno e Ternana ha poi difeso l'operato del DS Doga, con cui lavora da due anni, esprimendo «piena fiducia in lui e nel suo lavoro». Ha aggiunto che la squadra attuale, pensata dopo l'addio di Indiani (voluto al Grosseto), aveva perso di senso l'impostazione precedente, giustificando la scelta di operare cambiamenti in estate.
Infine, sul fronte di un possibile esonero, Mazzoni ha rivelato che la società si sta già muovendo per cautelarsi, cosa ritenuta normale in questi frangenti. «È normale che qualche contatto c’è già stato e non credo sia una vergogna dirlo. Sarebbe stato anche da stupidi non prendere informazioni e lo sa anche l’allenatore che non è un ragazzo stupido. In questi momenti è necessario anche portarsi avanti con il lavoro». L'identikit del potenziale successore di Formisano è ben definito. «Secondo me questa squadra ha bisogno di una scossa emotiva perché oggi ho visto tanti giocatori preoccupati, con poca attenzione e anche con superficialità», ha detto Mazzoni, chiarendo il profilo desiderato: «Ci sono allenatori normalizzatori che mettono a posto tutto dando serenità e altri che arrivano e danno una scossa a tutto l'ambiente e secondo me questa squadra ha bisogno di quest'ultimo».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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