Non c'è pace per il calcio veneto. Dopo la squalifica dell'ex presidente Figc Guardini e del segretario Pozzi, quella dell'intero consiglio regionale, il commissariamento della federazione veneta e "l'allontanamento" di uno dei vicecommissari straordinari, ecco le nubi addensarsi nuovamente, stavolta sulle recenti elezioni che dovevano rinnovare i vertici.
Il ricorso. La regolarità del voto che ha visto prevalere l'attuale presidente veneto Fiorenzo Vaccari e della sua lista lo scorso 16 ottobre, è stata messa in dubbio dallo sconfitto Pierino D'Ambrosio che ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia Federale rilevando anche il conflitto di interessi che - secondo lui - riguarderebbe Vaccari in quanto numero uno anche della Venetocalcio srl, società che gestisce il patrimonio economico dei sodalizi della regione.
L'esposto. A corroborare la tesi di irregolarità delle elezioni c'è anche un esposto presentato dal presidente dell'assemblea ed ex commissario straordinario l'avv. Tonino De Silvestri e dal presidente del collegio di garanzia della stessa, l'avv. Diego Manente.
I due subito avevano espresso forti dubbi sulla trasparenza delle operazioni all'hotel Russot di Mestre e avrebbero addirittura voluto invalidarla e rimandarla a data futura. Lo si legge sullo scritto inviato da De Silvestri e Manente alla Procura Federale della Figc a Roma e che costituirà certamente un documento privilegiato, vista l'importanza e l'imparzialità dei due, in una eventuale azione dell'organo ispettivo.
La Corte di Giustizia. Il 5 novembre del resto la Corte di Giustizia della Figc, sul ricorso di D'Ambrosio si è pronunciata così: «Vista la rilevanza, ai fini della decisione, degli accertamenti istruttori sollecitati dal commissario straordinario ... dispone la sospensione del procedimento in attesa della relazione della Procura Federale» interessante è il paragrafo successivo: la Corte «Dispone l'invio degli atti al Presidente della Lega Nazionale Dilettanti (Carlo Tavecchio ndr) per eventuali iniziative idonee a garantire la funzionalità dell'Organo».
Tra le righe si potrebbe leggere un "consiglio" in direzione di un nuovo commissariamento della Figc veneta.
Il documento. Ma cosa è scritto nell'esposto dell'ex commissario straordinario De Silvestri e del collega Manente che la Corte di giustizia federale ha considerato così «rilevante»?
I punti focali, quelli che sarebbero più gravi ai fini disciplinari, sono sostanzialmente tre.
L'ufficio "doppio". Il primo è che Fiorenzo Vaccari ha affittato una stanza adiacente a quella dell'assemblea elettorale da dove avrebbe installato una sorta di secondo ufficio di verifica poteri con tanto di fotocopiatore.
Questo è un organo che fornisce ai votanti il supporto tecnico prima del voto e tra le altre cose controlla la validità delle deleghe. Dentro a questo ufficio-bis «c'erano moltissimi addetti, anche tesserati di rilievo istituzionale, intenti a compilare deleghe in bianco e a distribuirle agli elettori».
I presidenti provinciali. Tra questi ci sarebbero stati anche i delegati provinciali (ex presidenti) dei comitati di Padova (De Agostini), Rovigo (Mazzo), Bassano (Pitton), Verona (Franchi) e Belluno (Seno). Era presente anche una collaboratrice del calcio a 5 (Giarola).
Logico l'imbarazzo di De Silvestri che aveva proposto da poco la loro ridesignazione nelle rispettive province e che ha provveduto a redarguirli subito per «l'inopportuna presenza» in quella sala.
La situazione di «plateale» anomalia ha indotto il commissario ad avvertire il collega Manente perchè la situazione era «tale da far ipotizzare attentati alla regolarità della consultazione» e da ipotizzare l'opportunità di «sospendere l'elezione e rinviarla ad altra data».
Le deleghe. Il commissario e il suo collaboratore hanno individuato inoltre dei vizi in merito alle deleghe. Il regolamento prevedeva la possibilità di poter votare al massimo per contro di un'altra società. Durante la tornata sono state notate schede non autentiche ma fotocopiate a colori. Inoltre alcune deleghe risultavano conferite a società lontane tra loro (Belluno/Rovigo, Venezia/Verona) circostanza che «non deponeva a favore della loro genuinità» rileva De Silvestri nel suo esposto.
È il motivo per cui l'ex commissario straordinario ha detto subito, assieme al collega Manente, che il voto si teneva sub iudice per le «anomalie riscontrate».
«Quando lo dicevo - spiega il candidato consigliere per la lista D'Ambriosio, Antonio Mandato - alcuni mi hanno detto che era il pianto dello sconfitto... ora dovranno ricredersi. Andremo avanti anche fino al Coni, se necessario!». Purtroppo ieri Fiorenzo Vaccari non rispondeva al cellulare per potersi difendere dalle accuse mossegli dalla lista avversaria.
Autore: Anna Laura Giannini
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