Se c'è una squadra, nel girone "G" di serie D, che sin qui ha stupito, per punti ma soprattutto per prestazioni, questa è senza dubbio il Trastevere. Il club romano ora è atteso dall'improbo esame esterno chiamato Scafatese. Per parlare del prossimo match di campionato, e non solo, ci siamo affidati a chi la "macchina" Trastevere l'ha progettata: il direttore sportivo Riccardo Solaroli.

Il Trastevere è partito a fari spenti ma sul campo si è guadagnato l'attenzione di tutti con un percorso veramente importante, almeno fino a due turni fa. Ci aiuta ad inquadrare le ultime due sconfitte?
«Sono state due sconfitte un po' sui generis. In queste ultime due sfide, se si va a vedere, i migliori in campo sono stati, sia con l'Ischia che con la Flaminia, i portieri avversari. Va detto che l'Ischia è una squadra che si è rinforzata molto e giocare in casa loro, anche per questioni ambientali, non è mai semplice. Nel primo tempo probabilmente potevamo fare qualcosa di più sotto porta, ma anche nel finale ci sono stati due-tre interventi importanti del loro portiere ed in altri casi imprecisione nostra. Col Flaminia vale lo stesso discorso. Anche in quell'occasione siamo stati in alcuni casi poco precisi in altri il loro portiere ha fatto interventi importanti ed in altri casi ancora siamo stati abbastanza sfortunati, prendendo anche un palo. Lo stesso Flaminia, comunque, è una squadra forte. Questo è un girone abbastanza equilibrato, tolto un paio di squadre che, come dico dall'inizio, secondo me faranno un campionato a parte. Alla lunga Scafatese e Nocerina potrebbero allungare e non poco sul resto del gruppo. Forse, potrebbe tenere un po' il passo l'Albalonga che ha una rosa con la quale può cercare di stare in scia. Sono state due sconfitte frutto di due partite complicate, contro due avversari più che validi. Le partite, però, sono state giocate bene, potevamo fare meglio a livello di risultato ma la squadra si è espressa sui soliti livelli, sono mancati i gol».


Domenica si fa a giocare in casa della Scafatese. Al netto dell'ambiente caldo che certamente troverà il Trastevere, che gara si aspetta e che valore avrà il risultato finale?
«Sicuramente mi aspetto una bella partita perché si affrontano due squadre che giocano bene. Chiaro che loro hanno un valore totale enorme perché hanno una rosa tale che quando esce un titolare, entra un altro titolare. Il valore del risultato, invece, lo scopriremo più avanti perché se vince la Scafatese, potrebbero cominciare a pensare ad una piccola fuga, se non vincono dipenderà anche dalle altre dietro, da quello che farà ad esempio la Nocerina. Sicuramente non è un risultato che al 23 di novembre ti può dare una cartina tornasole di quello che sarà poi il campionato».

Il calciomercato in serie D è sempre aperto, però sta per aprire i battenti ufficialmente quello cosiddetto di riparazione. Il Trastevere interverrà per aggiungere qualcosa all'attuale rosa?
«Vediamo. Qualcosina stiamo pensando di fare. Dobbiamo capire da qui in avanti come evolvono determinate situazioni. Il nostro mercato, poi, è sempre un mercato relativo alle uscite che abbiamo. Fermo restando che noi abbiamo sempre l'obiettivo della valorizzazione dei giovani, della classifica dei giovani "D" valore che abbiamo vinto lo scorso anno. Se aggiungeremo qualcosa, lo faremo in maniera molto oculata, nel rispetto di quello che è il budget societario ed della valorizzazione dei giovani».

A tal proposito, visto l'importanza che voi date ai giovani, in un'Italia dove i talenti nostrani fanno sempre più fatica ad emergere, pensa che la differenza la possano fare club come il Trastevere?
«Questo è un discorso molto ampio. Per fare la differenza dal punto di vista generale servono ancora tante cose che non ci sono. Secondo me serve una ristrutturazione totale di quelli che sono i vivai italiani, delle metodologie di preparazione e di allenamento... è veramente un discorso ampissimo. I vivai delle singole società sono una goccia nel mare, poi certamente tante gocce aiutano. Lavorare sui giovani premia la società ma premia soprattutto i giovani se dopo arrivano. Il problema è che i giovani, dopo essere passati da club come il Trastevere, devono avere la possibilità di uno sbocco importante. Sbocco importante non significa ottenere un contratto con la società di serie C, lo sbocco importante è andare in campo, giocare, e magari fare la differenza. Quello che è un po' successo con Edoardo Iannoni che viene da vari settori giovanili di Roma però in Serie D ha giocato col Trastevere ed ora gioca e segna in serie A. Rischia però di essere una singola eccezione, quando probabilmente per arrivare ad ottenere dei veri risultati serve altro. Come dicevo, è un discorso enorme. Bisognerebbe parlare di diritti televisivi, di stadi, di infrastrutture dei campi di allenamento... tutte cose che non esistono. Basti pensare che a Roma in questo momento c'è un solo stadio, l'Olimpico, che può ospitare gare professionistiche. Questo ci fa capire che è un momento veramente complicato».


Direttore, si parla tanto di riforma della serie D. Ci si attendeva un po' più di coraggio da parte delle istituzioni, magari con una maggiore riduzione dei club. Per lei è comunque un passo in avanti pensando soprattutto all'eventuale promozione diretta da assegnare attraverso i play-off?
«Sicuramente un passettino in avanti, già intanto farlo non è male. Poi, come tutte le riforme, come quella stessa recente dello sport, all'inizio non sono mai perfette. Probabilmente non sarà perfetta neanche questa. Però, è comunque un passo in avanti perché dare valore ad una post sesason che, in questo momento non ha alcun tipo di senso, è senza dubbio positivo. Poi, se pensiamo che diventano play-off dove partecipano trentasei squadre e ne viene promossa una... resta una lotta impari dove alla fine non conta più tanto il valore della rosa ma come ci arrivi a livello fisico perché diventa un ulteriore mese di campionato. Un po' come accade già oggi per i play-off immensi di serie C. Diminuire il numero di squadre secondo me è più che giusto, sarebbe un passo importante. Anche perché criticità ci sono ogni stagione, già in questo periodo ci sono società che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e probabilmente alcune squadre non arriveranno alla fine del campionato. Come è successo lo scorso anno e sta succedendo anche quest'anno. Tempo fa si fece l'ipotesi di una sorta di serie D d'elite con quattro-cinque gironi, una sorta di semiprofessionismo. Anche quella non era una brutta idea. Vanno poi sempre però analizzate in profondità queste proposte, perché ad esempio i costi delle società potrebbero aumentare, ad esempio passare ad otto gironi in serie D potrebbe impattare ancor di più, per alcuni club, sulle trasferte facendo lievitare i costi che i club devono sostenere. Sono, ripeto, tutte cose che se non si fa mai il primo passo poi non si arriva da nessuna parte. Di certo l'immobilismo non porta a nulla».

Sezione: Esclusiva NC / Data: Ven 21 novembre 2025 alle 09:30
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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