Alla vigilia dell'incontro serale che vedrà il Catanzaro affrontare il Pescara, il tecnico dei giallorossi, Alberto Aquilani, ha fatto il punto della situazione in conferenza stampa. Le due settimane trascorse dalla sconfitta subita contro l’Empoli sono state utilizzate non solo per recuperare le forze fisiche e mentali – fondamentali dopo un ciclo estremamente denso di quattro partite, tre delle quali concentrate in una sola settimana – ma soprattutto per trarre insegnamento dagli errori commessi.

L’allenatore ha ammesso che la gara di Empoli ha lasciato «più di qualche rammarico», non tanto per l’esito in sé, quanto per l’occasione mancata. La squadra, forte di una striscia di tre vittorie consecutive, non è riuscita a capitalizzare il vantaggio numerico maturato nel corso del match, non proseguendo, di fatto, il percorso positivo. Aquilani ha auspicato che una prestazione di quel tipo possa «servirci» nel processo di maturazione del collettivo.

Tornando sulla critica mossa a caldo dopo la partita, dove aveva parlato di una squadra limitatasi a svolgere il «compitino», il mister ha voluto chiarire il senso profondo della sua accusa. Non si è trattato di un problema di carattere generalizzato, ma di un approccio circoscritto alla singola gara, amplificato dall’opportunità di ottenere la quarta vittoria consecutiva.

Aquilani ha descritto il "compitino" come un «possesso molto sterile», dove i giocatori tendevano a scaricare le responsabilità con passaggi laterali e indietro. La manovra è risultata non progressiva, con scarsa propensione a riempire l’area di rigore avversaria e una carenza di giocate individuali decisive. Il ritmo di gioco era significativamente inferiore rispetto ad altre uscite, come quella vittoriosa contro la Juve Stabia: «il compitino io che intendevo intendevo che era un un possesso molto sterile ci passavamo la palla magari scaricando delle responsabilità non era un possesso progressivo».

Il lavoro svolto nelle ultime settimane si è focalizzato meno sull’aspetto tecnico in campo e più su quello mentale, attraverso l’analisi video e il dialogo. Secondo il tecnico, quando il problema diventa prevalentemente psicologico, non è riproducibile in allenamento, ma è necessario «riconoscere che in determinati momenti quello non è più sufficiente».

Passando all'avversario imminente, il Pescara, Aquilani ha preferito concentrarsi innanzitutto sulle prestazioni del suo Catanzaro, insistendo sull’importanza di mettere in campo «delle componenti che ha dimostrato di avere e che sono determinanti».

Ha categorizzato gli incontri che si prospettano come i più insidiosi, definendo le partite contro formazioni sulla carta meno quotate rispetto a corazzate come Palermo o Venezia come «partite trappola». Il Catanzaro, ha ammesso il tecnico, «ci siamo cascati diverse volte in questa stagione». Per questo, ha lanciato un avviso alla squadra: se non verranno espresse determinate componenti in campo, «nessuno ti regala niente».

La sfida contro il Pescara presenta un’ulteriore incognita data dal recente cambio in panchina, con l'arrivo di Gorgone. «Quando cambia allenatore questa componente che tu hai citato è sicuramente una componente di che ti porta un po' di di dubbi su su come giocano su su che tipo di modulo possono fare», ha riconosciuto Aquilani.

Nonostante il Pescara si presenti con una difesa che ha incassato molti gol di recente, l’allenatore si aspetta una squadra «che verrà con il dente avvelenato», motivata dalla classifica precaria e dal desiderio di dimostrare il proprio valore al nuovo tecnico, generando quella «scintilla» tipica dei cambi di guida. Per questo, l’allarme lanciato dal mister è di riconoscere questa condizione di pericolo «da subito, non domani dopo 15 minuti non domani dopo 45 minuti».

Infine, il tecnico ha smorzato ogni facile entusiasmo riguardo ai due impegni casalinghi consecutivi (Pescara e Entella) visti come un’occasione per dare «fiato e ossigeno» alla classifica. Aquilani ha respinto l’idea di considerare Pescara e Entella come squadre "inferiori" – una mentalità che ritiene «sbagliata».

Ha ricordato che, in passato, le sfide contro avversari temuti come Palermo e Venezia avevano generato preoccupazione, eppure il Catanzaro era riuscito a uscirne vincitore. Al contrario, il fatto di giocare in casa, con la pressione di dover vincere, può talvolta essere «controproducente», mentre le squadre in trasferta giocano a volte «meglio perché c'hanno meno pressione».

La conclusione è un invito a concentrarsi solo sul miglioramento continuo: «Dobbiamo focalizzarci sulle nostre cose dobbiamo aumentare tante cose all'interno della della partita, dell'allenamento di quello che dobbiamo fare e se noi facciamo tutto questo secondo me abbiamo grosse possibilità di ottenere risultati e se noi non lo facciamo diventa sempre un terno al lotto e non ci dobbiamo ricascare perché già ci siamo cascati in passato».

Sezione: Serie B / Data: Gio 20 novembre 2025 alle 20:15
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
vedi letture
Print