Il futuro del Lecco potrebbe essere lontano dal capoluogo manzoniano. Il presidente del club, Aniello Aliberti, ha usato toni accesi durante una recente conferenza stampa, esprimendo tutto il suo grande disappunto per la complessa situazione relativa allo stadio comunale e arrivando a paventare la possibilità di trasferire la squadra in un'altra città per disputare gli incontri casalinghi.

Le parole del patron, riportate fedelmente, tracciano un quadro di tensioni crescenti e promesse non mantenute da parte dell'amministrazione locale.

Aliberti ha esordito ricordando lo scoramento iniziale causato dall'atteggiamento del Comune, sottolineando l'assurdità di investire risorse considerevoli – per un progetto che lo coinvolge emotivamente – su una struttura destinata a restare di proprietà comunale: «A inizio anno il mio sconforto era dettato dall’atteggiamento dell’amministrazione comunale: spendere soldi per una cosa – che mi piace e mi appassiona enormemente – da lasciare poi al Comune… Allora non ci sto».

Pur ammettendo di non sentirsi più "sconfortato" come in precedenza, il presidente ha espresso una netta chiusura nei confronti dell'ente: «Sicuramente troverò delle cose diverse perché dialogo da un anno e mezzo tra promesse e mezze promesse: ho avuto un incontro due settimane fa e siamo tornati al punto di partenza, non faccio politica ma non voglio essere preso in giro. Per me il discorso con loro è chiuso».

Il nodo cruciale della convenzione, che addossa alla società l'onere della manutenzione ordinaria e straordinaria di un bene altrui, è stato ribadito con forza: «Questa convenzione, che prevede manutenzione ordinaria e straordinaria a carico della società, lascia tutto ciò che viene fatto nelle disponibilità del Comune; cade una tribuna? La sistemiamo noi e rimane a loro». Il presidente ha espresso viva vergogna per le condizioni, citando come esempio la mancanza di bagni idonei per le tifose: «Mi vergogno di dover dire a una donna, a una nostra tifosa, che deve andare nel bagno degli uomini».

Nonostante le difficoltà, Aliberti ha voluto rendere merito a coloro che supportano la squadra: «Prima di tutto ringrazio gli sponsor, abbiamo incassato più dello scorso anno su questo fronte». L'apporto di partner come Edilsider e Impresa Rigamonti è stato fondamentale, consentendo, a loro spese, l'allestimento di una sala funzionale per lo staff tecnico, molto apprezzata dall'allenatore Valente, e l'installazione delle nuove paratie in vetro in tribuna.

A questo impegno virtuoso, si contrappone la situazione della fornitura energetica dello stadio, un tema che ha provocato un brivido di preoccupazione nel patron: «Mi sono venuti i brividi per quello che è successo contro il Renate: qui andiamo avanti con un generatore a gasolio e la UEFA ha segnalato la necessità di avviare dei procedimenti per la sostenibilità».

Il Lecco, ha sottolineato Aliberti, ha già compiuto passi importanti verso l'ecologia, ad esempio stringendo un accordo con Autocogliati per l'uso di pullmini elettrici e ideando un progetto per il riutilizzo dell'acqua piovana, stimando un risparmio di circa 9-10 mila euro annui per l'irrigazione del prato.

Tuttavia, queste iniziative sono vanificate dall'utilizzo di un generatore vetusto per le partite: «Poi giochiamo una partita e andiamo per tre ore con un generatore a gasolio di trent’anni fa». La richiesta di una nuova cabina elettrica al Comune si è scontrata con l'inerzia: «Ci dicono che servono due anni ma io so perfettamente che il progetto c’è da quattro anni; a oggi non è stato messo un euro a disposizione per questa cosa in uno stadio-bomboniera che ha 103 anni».

Il presidente ha rivelato di star già valutando alternative per la disputa delle gare interne, citando Monza e Bergamo a causa del "mancato supporto del Comune". Secondo Aliberti, un errore iniziale fu commesso dalla precedente gestione (Di Nunno) nell'aver eseguito lavori per 1,3 milioni di euro e aver giocato nello stadio senza aver prima formalizzato un accordo scritto.

L'ufficio tecnico comunale, ha continuato Aliberti, non avrebbe mostrato interesse verso investimenti strutturali maggiori, come i tornelli o la struttura metallica della Curva Sud, considerati "fatti solo per giocare in Serie B", interpretando questa posizione come un implicito messaggio alla società: «È come dire “cara Calcio Lecco, devi morire in Serie C”».

Anche l'investimento sui fari presenterebbe un rientro in 14 anni, ritenuto «decisamente troppo tempo», e al momento non esiste un'offerta concreta alternativa per la cabina. Questa situazione sta spingendo il club a considerare l'azione legale: «Stiamo valutando di procedere con un’azione legale, mi dispiace ma non resto con questa struttura, i tifosi devono essere accolti in uno stadio agibile».

Le problematiche si estendono anche al centro sportivo; il campo del Bione, ha denunciato Aliberti, costa 70 mila euro per l'utilizzo di un solo rettangolo di gioco, poiché gli altri tre sono in condizioni disarmanti, costringendo la prima squadra ad allenarsi a Rovagnate.

L'assenza di collaborazione e soluzioni da parte dell'amministrazione viene contrapposta a realtà diverse: «Invece altrove – e non serve andare chissà dove – queste cose avvengono mentre noi stiamo trovando un piccolo sponsor per riverniciare i parapetti».

La condizione complessiva dello stadio, inclusi gli spogliatoi, porta il presidente a una conclusione amara: «Penso non ci siano i margini per riprendere una trattativa: ho fatto delle proposte, ma a oggi non vedo altra alternativa che lasciare Lecco per andare a giocare altrove le partite della prima squadra».

L'intenzione è seria e imminente. Aliberti ha infatti specificato che, se avesse già un'intesa definita, la squadra si sposterebbe la settimana prossima: «Non dico cose campate per aria, se avessi un accordo pronto dalla prossima settimana andremmo a giocare altrove».

Nonostante una momentanea speranza di soluzione per la cabina elettrica – si era valutata l'installazione in un container per evitare di lasciarla in regalo al Comune – l'ansia causata dalle problematiche strutturali, come quella recente dovuta alla forte pioggia, permane.

Infine, Aliberti ha voluto ribadire il valore inestimabile dei suoi sostenitori: «Giocare qui vale come avere il 12°, 13°, 14° uomo in campo: nessuno ha questa tifoseria, né in casa né in trasferta». Ma la necessità di agire è forte e improrogabile, poiché i costi operativi superano di gran lunga gli incassi derivanti dalle partite: «Non ho altre possibilità, per un anno e mezzo ho evitato lo scontro ma non possiamo andare avanti così; le spese vanno ben oltre gli incassi per la partita».

Sezione: Serie C / Data: Mer 05 novembre 2025 alle 13:15
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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