La redazione di Notiziariocalcio.com prosegue la sua inchiesta sulle enormi difficoltà logistiche ed economiche che le squadre sarde devono affrontare per competere nel campionato nazionale di Serie D.

La nostra indagine si focalizza oggi sulle problematiche che sta vivendo una neopromossa, che sperimenta per la prima volta l'impatto del Girone G sulla vita di una società sarda.

Protagonista di oggi è Marco Carboni, presidente del Monastir, che non usa mezzi termini nel descrivere un sistema che definisce penalizzante. Dalle notti forzate a Roma per l'assenza di voli, al costo esorbitante delle trasferte, fino ai ritardi nei rimborsi regionali: l'allarme lanciato dal Monastir è un appello chiaro per un aiuto logistico strutturale.

L'emergenza voli: «Dobbiamo anticipare tutto, ma non siamo agenzie di viaggio»

«Le difficoltà maggiori sono legate ai voli, che spesso non ci sono. Ci è capitato per ben tre volte di dover dormire a Roma perché non siamo potuti tornare in Sardegna, pur avendo i biglietti acquistati con un mese di anticipo, non sotto data. Diventa davvero complicato. Siamo una squadra di calcio, non possiamo fare i biglietti con tre mesi di anticipo, tra squalifiche, infortuni e calciomercato. Il problema è lo stesso che affrontiamo con il nostro calcio a 5 in Serie B: ci si ritrova a dover fare levatacce la mattina prestissimo a causa della mancanza di voli».

La soluzione, secondo il presidente, non può che arrivare da una misura strutturale che tuteli i club sardi: «Bisognerebbe destinare un numero di biglietti fissi garantiti alle squadre sarde. Non è possibile stare tre giorni fuori per una singola trasferta. Per quella di Ischia abbiamo speso ben 12mila euro, e in generale non scendiamo quasi mai sotto gli 8mila euro a viaggio».

Il divario logistico: Lazio "vicina", Campania lontanissima

«Le squadre laziali hanno il grande vantaggio di avere orari molto più comodi. Una volta arrivati da Roma, giochiamo a dieci minuti dall'aeroporto. Per le trasferte in Campania, invece, ci vogliono anche quattro ore di pullman, perché spesso il volo diretto da Napoli non c'è. Siamo fortemente penalizzati. Per noi la prima trasferta campana in Serie D è stata a Ischia, ed è stata una tragedia. Le squadre salernitane, poi, sono forse ancora più lontane».

Sulla trasferta nell'isola campana, Carboni è lapidario: «Ischia è assolutamente fuori luogo, è una trasferta nella trasferta. Non si può fare una cosa del genere. Per l'imbarco sul traghetto abbiamo speso mille euro solo di imbarco».

L'aneddoto sull'overbooking e il nodo rimborsi

Le difficoltà economiche si sommano ai disagi operativi, come dimostra l'episodio di overbooking subito in Coppa Italia. «In Coppa andiamo a giocare a Pomezia: cinque ragazzi, pur avendo il check-in fatto, non li hanno fatti salire per overbooking. Parliamo di persone che non sono in gita, ma che stanno lavorando. Serve un’attenzione in più».

Nonostante l'aiuto della Regione Sardegna, i tempi di erogazione sono insostenibili per le società dilettantistiche: «Il rimborso della Regione c’è, sì, ma non copre totalmente i costi. E la cosa più grave è che ce lo ridanno tutto tra un anno, a stagione ormai conclusa. Dobbiamo anticipare tutto noi. Anche le trasferte in Sardegna, ve lo assicuro, non sono una passeggiata e non sono vicine. Domenica prossima andremo a Olbia e il costo si aggira sui 3mila euro. Siamo in un campionato nazionale, ma un aiuto dal punto di vista logistico ci vorrebbe. La Regione deve battersi per ottenere dei posti garantiti sugli aerei di linea».

Il presidente Carboni non ha dubbi su quale sarebbe la soluzione ideale per rendere sostenibile la Serie D per le sarde.

«La soluzione ottimale sarebbe fare un girone totalmente sardo e laziale, i numeri per poterlo fare ci sono. Noi comunque andiamo sempre a Fiumicino, e al massimo in pullman ci vuole un’ora e mezza da lì per raggiungere le squadre laziali. Anche con il calcio a 5 è dura, bisogna viaggiare sempre su Linate; con Ryanair, inoltre, è un problema cambiare i biglietti e imbarcare più bagagli. Per non parlare della Liguria, una regione non collegata proprio con noi. Un girone con le lombarde? Forse i biglietti sarebbero più cari, ma sarebbero trasferte sicuramente più comode se fatte tutte in Lombardia».

Infine, sull’ipotesi della riforma che porterà i gironi da 18 a 20 squadre, il presidente conclude: «Intanto speriamo di restarci in Serie D... È chiaro che, se la riforma aggiungesse due squadre campane o di altre regioni, per le squadre sarde diventerebbe tutta un’impresa ancora più complicata».

Sezione: Esclusiva NC / Data: Mer 05 novembre 2025 alle 14:15
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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